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Piano Sociale - Comunità Alto Garda e Ledro

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<strong>Piano</strong> <strong>Sociale</strong> di Comunità 2011-13 - Comunità <strong>Alto</strong> <strong>Garda</strong> e <strong>Ledro</strong><br />

Attività di accoglienza e di segretariato sociale professionale<br />

OPZIONE 1 predisporre una porta di accesso per uniformità di risposta con funzioni di<br />

orientamento, filtro, con orari elastici, sede unica; prevede la presenza di una AS per area<br />

a rotazione. Apertura giornaliera.<br />

OPZIONE 2 Avviare uno sportello di Segretariato sociale quotidiano gestito dalle assistenti<br />

sociali per le persone già in carico; il personale amministrativo potrebbe raccogliere la<br />

richiesta e poi riferire all’AS .<br />

OPZIONE 3 Sportello di Segretariato sociale con operatori interscambiabili uno ad Arco e<br />

uno a Riva. Presenza delle AASS a rotazione. Prevedere la presenza di una<br />

amministrativa.<br />

OPZIONE 4 Sportello forte a Riva ed a Arco. Prevedere delle sedi periferiche. L’operatore<br />

che svolge il front office trasferisce alle colleghe le informazioni attraverso procedure e<br />

strumenti specifichi. Lo sportello dovrebbe essere in collegamento con le aree<br />

specialistiche, si occuperebbe di segretariato sociale e valutazione dei bisogni. Personale:<br />

1 AS e 1 amministrativa. Attivare uno o più sportelli decentrati in periferia , con eventuale<br />

coinvolgimento delle OSS. Avviare un confronto con altri colleghi di altri settori (polizia<br />

municipale, soggetti del territorio…) per condividere l’analisi dei bisogni espressi dal<br />

territorio.<br />

Superamento delle attuali aree<br />

OPZIONE 1 Mantenere le attuali e ridefinire le modalità di collaborazione e prassi di lavoro.<br />

Casi multiproblematici: definire determinanti della complessità .<br />

OPZIONE 2 Suddivisione in 5 aree per favorire la specializzazione delle competenze: adulti,<br />

handicap, 0-64 anziani, minori e famiglia e area specifica progettazione sociale. Rischio:<br />

frammentazione delle risposte, superabile creando dei fili conduttori, delle buone prassi<br />

condivise per tutte le aree.<br />

OPZIONE 3 Ridefinire le aree: minori e famiglia , anziani adulti e disabilità, integrazione<br />

socio-sanitaria (in attesa di conoscere i cambiamenti istituzionali), ufficio di coordinamento<br />

e programmazione. Ripensare alle modalità di collaborazione fra aree e i passaggi fra area<br />

e negli ambiti<br />

OPZIONE 4 Rilevare i bisogno per capire quali sono le esigenze di ciascun territorio<br />

dell’ambito della comunità. Creare equipe specialistiche. Suddivisione in aree:<br />

materno infantile: area minori e famiglia,Consultorio.<br />

della disabiltà: 0-65 anni, disabiltà ed handicap<br />

anziani<br />

adulti, emarginazione sociale, nuove povertà, psichiatria e inclusione sociale.<br />

Ogni area dovrebbe occuparsi di prevenzione, promozione, progettazione e presa in carico<br />

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