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[15 maggio 1915].
R. SOPRITEDEZA ARCHEOLOGICA
PER LA CALABRIA
(Prov. Di Reggio C., Catanzaro e Cosenza)
SEDE PROVVISORIA DI SIRACUSA
. 2052
OGGETTO: Cotrone – Scoperte marmi a punta Scifo
SE. Ministro alla P.I.
Direzione Gen.le Ant. E BA
Roma
Siracusa 15 maggio 1915
L’impresa Forcellini, “assuntasi” (?) dei grandi lavori al Porto di Cotrone, andando colle
sue potenti draghe in cerca di scogli subacquei nelle acque di P. Scifo, comincio’ a
salp[are] marmi antichi; una naturale curiosita’, congiunta alla speranza di trovare opere
d’arte, fece proseguire il fortunato lavoro per un paio di giorni, intanto che vi accorrevano
le autorita’ locali e la sottoscritta Soprintendenza. Ed ivi [...] appena io ebbi avviso dalla
[S.] Prefettura di Cotrone delle avvenute scoperte disposi telegraficamente la sospensione
dei lavori alla fine della giornata stessa, che era la 2 dalla data iniziale della scoperta.
In complesso l’impresa Forcellini coi potentissimi mezzi di cui dispone estrasse
l’ingente massa di circa 150 tonn. di marmi, che deposito’ sulle banchine nel suo cantiere
del porto di Cotrone, trasportandoli da circa 12 km di distanza.
Mi mancano ancora moltissimi dati per stendere una anche sommaria relazione
scientifica, ma in sostanza posso assicurare la E. V., che si tratta di quel deposito di marmi
subacquei, in seguito a naufragio di una nave romana, di cui diedi una illustrazione, per
quel tanto che era possibile, in Supplem. Notizie 1910 pag.118 e segg.
Allora l’impresa Tricoli con deboli mezzi estrasse pochi ma ragguardevoli pezzi,
che le attuali scoperte hanno quantitativamente quasi decuplicati; sono tutti marmi allo
stato di abbozzo, decorativi, od addirittura grezzi, nessuno plastico. Colonne, grandi are,
bacini e bacinetti (labra), basi e sostegni diversi, lastroni, non che alcuni massi prismatici
appena digrossati, il maggiore dei quali (m. 3.80 x 2 1/4 circa x 0.84) e’ di un peso colossale,
che si aggira intorno alle 30 tonnellate (sic). Molti dei marmi sono contrassegnati con una
capsula plumbea in forma di targhetta ansata, e parecchi portano delle lunghe ed anche
lunghissime iscrizioni romane di cava, analoghe a quelle gia’ da me pubblicate. Ho fatto
tentativi disperati per cavare gli apografi di questi [modifiloli?], ma finora i risultati
conseguiti sono ben lungi dal soddisfarmi, opponendosi difficolta’ gravissime al desiderio
di avere apografi od almeno calchi perfetti; l’azione della salsedine e dei molluschi ha
talvolta cosi’ dilavato od anche erosa la superficie scritta, a lettere per giunta poco
profonde, che la lettura di talune parti piuttosto che difficile e’ addirittura impossibile.
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