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FORME DI CULTURA CATALANA NELLA SARDEGNA MEDIOEVALE<br />
maggior tono epico del Liber, di cui parleremo oltre. Ora vorremmo soltanto segnalare<br />
che la rivista «Blanda», di recente, si è interessata a tale argomento in un<br />
articolo che, malgrado il suo carattere eminentemente divulgativo, è stato per noi<br />
di stimolo e di esempio. 12 In un passo del citato scritto, l’autore sottolinea le parole<br />
che il conte Raimondo Berengario III, riferendosi alla costa di Blanes, avrebbe<br />
rivolto al console pisano: «Ells [els sarraïns] retenen els servents de Jesucrist amb<br />
molts de suplicis i fan que la meva costa estigui buida d’habitants. Perquè els<br />
murs que veig emplaçats a la costa de Blanes eren temples sumptuosos gràcies als<br />
seus admirables ornaments. [Ara] els seus teulats els cobreixen heures, els oculten<br />
una frondosa vinya o una figuera o els tapa qualsevol arbre. [Els sarraïns] mataren<br />
monjos i sacerdots a molts temples, embrutant els altars amb la sang». 13<br />
L’ultimo dei meriti circostanziali a cui facciamo riferimento è dato dal fatto<br />
che il Liber maiorichinus rappresenta il primo documento testimoniante le antiche<br />
relazioni politiche tra catalani e sardi. Anche noi, in altra occasione, 14 abbiamo<br />
fatto riferimento a tali rapporti, e ora, del tutto consapevoli che anche<br />
questa coincidenza possa essere destinata a una vita effimera, cercheremo di<br />
approfondire la questione.<br />
Nel corso dei secoli successivi alla frammentazione linguistica della Romània, è<br />
probabile l’esistenza di rapporti non solo commerciali, ma anche politici, tra la<br />
Sardegna e la Penisola Iberica, anche se sono ben pochi i dati concreti che documentano<br />
contatti precedenti al 1113. Bisogna considerare, però, che nel corso dell’VIII<br />
secolo circolava a Cagliari l’Orazionale visigotico, codice LXXXIX della Biblioteca<br />
Capitolare di Verona, scritto tra il 711 e il 732 in uno scriptorium di Tarragona. 15<br />
12 C. POLLS I PLANELLS, El ‘Liber maiolichinus de gestis Pisanorum illustribus’ i Blanes, «Blanda»,<br />
III (2000), pp. 51-55.<br />
13 Ibid., p.53.P.LOI, Il libro di Maiorca cit., pp. 30-31: «I Moreschi disperdono i Cristiani / con<br />
le molte torture e le mie terre / fan vuote di cultori. Quelle mura / che dianzi a voi vedete sulla<br />
spiaggia / elevate di Blanda, eran raggianti / di mirifiche statue; ora le ammanta / l’edera fino ai<br />
tetti o la frondosa / vite o il fico le asconde o d’ogni specie / arbusti le ricoprono. Nei templi /<br />
caddero per lor mano sacerdoti, / monaci, che, forati nelle gole, / macchiarono gli altari».<br />
14 J. ARMANGUÉ, Els primers contactes culturals entre Països Catalans i Sardenya (1113-1323),inEstudis<br />
sobre la cultura catalana a Sardenya, «Biblioteca Filològica», XLIII, Barcelona 2001, pp. 15-28.<br />
15 Cfr. G. MELE, Tradizioni codicologiche e cultura tra Sardegna e Catalogna nel Medioevo.<br />
Note per un primo bilancio, inLa Sardegna e la presenza catalana nel Mediterraneo, Atti del<br />
VI Congresso dell’Associazione Italiana di Studi Catalani (Cagliari, 11-15 ottobre 1995), a cura<br />
di P. MANINCHEDDA, Cagliari 1998, I, pp. 237-260 (l’articolo si trova alle pp. 236-315); e ID.,<br />
Alcune osservazioni storiche su canti e lingua in Sardegna tra scrittura e oralità (il caso del<br />
Medioevo), inLe lingue del popolo. Contatto linguistico nella letteratura popolare del Mediterraneo<br />
occidentale, a cura di J. ARMANGUÉ, Dolianova 2003, pp. 105-126.<br />
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