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Revista Insula núm 1. Juny 2007

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FORME DI CULTURA CATALANA NELLA SARDEGNA MEDIOEVALE<br />

1324) e alla campagna del 1354-1355 contro la ribellione del giudice d’Arborea.<br />

Tra tutti i toponimi, quello di Lutocisterna ha suscitato maggior interesse tra gli<br />

storici: teatro della vittoria delle truppe catalano-aragonesi contro i pisani, l’infante<br />

Alfonso vi aveva fatto erigere una cappella dedicata a San Giorgio. Da quel momento<br />

il luogo fu conosciuto come «el camp de la batalla». 88<br />

Lavorando alla trascrizione della cronaca di Pietro il Cerimonioso, Ferran<br />

Soldevila segue, come egli stesso afferma, il cammino apertogli da Ramon<br />

d’Alòs-Moner, il quale per i suoi studi aveva consultato ampiamente l’algherese<br />

Antonio Era, docente di Storia del diritto italiano presso l’Università di Sassari<br />

dal 1935. 89 Egli, per localizzare Lutocisterna, si era rivolto al visconte Asquer.<br />

Così, nel 1957, Soldevila inizia il suo articolo riconoscendo, più per modestia<br />

che a ragione, che: «devo scusarmi con voi di parlarvi di cose che conoscete<br />

meglio di me». 90 In Sardegna stava nascendo una nuova scuola storiografica,<br />

che doveva avvicinarsi con nuovi criteri alle cronache catalane. Erede di questa<br />

linea di ricerca, che in Italia aveva ancora una scarsa tradizione, 91 fu il<br />

professor Alberto Boscolo dell’Università di Cagliari. Capostipite della nuova<br />

scuola, egli collaborò con Ferran Soldevila – così come Antonio Era aveva<br />

fatto con D’Alòs-Moner – nelle identificazioni di carattere toponomastico necessarie<br />

per la trascrizione dei capitoli di tematica sarda della cronaca di Pietro<br />

il Cerimonioso. Egli stesso alcuni anni dopo pubblicò un articolo su I<br />

cronisti catalano-aragonesi e la storia italiana del basso Medioevo. 92 Con<br />

alla nuova città di Bonaria, da dove si dirige verso l’assedio della capitale del Regno. Così,<br />

quando l’infante Alfonso invia cento soldati a cavallo a Palma, Soldevila se ne meraviglia perché<br />

«può sembrare un po’ lontana al teatro delle operazioni» (F. SOLDEVILA, Sardegna nella<br />

Cronaca di Pietro il Cerimonioso cit., p. 174).<br />

88 Si veda in particolare l’articolo di A.M. ARAGÓ CABAÑAS, Un monumento conmemorativo de la<br />

batalla de Lucocisterna, inStudi storici e giuridici in onore di Antonio Era, Padova 1963, pp.<br />

1-16.<br />

89 Per una breve biografia di Antonio Era si veda B. SECHI COPELLO, Conchiglie sotto un ramo di<br />

corallo. Galleria di ritratti algheresi, Alghero 1987, pp. 106-109.<br />

90 F. SOLDEVILA, Sardegna nella Cronaca di Pietro il Cerimonioso cit., p. 167.<br />

91 Tra il 1957 e il 1962 l’Italia poteva contare soltanto sulla traduzione delle cronache di Desclot e di<br />

Muntaner a cura di F. MOISÈ, Cronache catalane del secolo XIII e XIV, Firenze 1844, e di alcuni<br />

passaggi della cronaca di Muntaner relativi a La spedizione dei Catalani in Oriente, trad. di<br />

Cesare Giardini, a partire dall’edizione di L’expedició dels catalans a Orient, a cura di L. NICOLAU<br />

D’OLWER, Barcelona 1926. Non siamo riusciti a individuare studi di rilievo sulle cronache.<br />

92 Apparso in Nuove Questioni di Storia Medioevale, Milano 1969, p. 301 ss. Pochi anni dopo<br />

(1975), Alberto Boscolo pubblicava, di nuovo, il già citato articolo dedicato a Bernardo Dez Coll,<br />

funzionario e cronista del re d’Aragona Pietro il Cerimonioso.G.MELONI, nella «Premessa» con<br />

la quale apre il suo libro L’Italia medioevale nella Cronaca di Pietro IV d’Aragona, Sassari 1980,<br />

pp. 11-13, afferma che con il suo lavoro raccoglie il suggerimento di Boscolo sulla necessità di<br />

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