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Maria Lepori<br />
di Cagliari nessuno era disposto a ritenerle semplici «insolencias» inflittegli «por<br />
mero consejo, y instigacion […] de los ciudadanos de Oristan y officiales de los<br />
Campidanos». 70 Agli occhi di don Damiano la stessa intendenza generale aveva<br />
favorito «ricos y poderosos, con tancas y serrados infinitos», mentre avrebbe dovuto<br />
«moderar y reprimir» l’ambizione di quanti dissennatamente volevano chiudere<br />
terre. 71 Il viceré Lascaris di Castellar non si lasciò impressionare dai reclami<br />
del barone e, prima di inviargli un delegato speciale per un contraddittorio con i<br />
vassalli, non gli usò neppure la cortesia di avvertirlo personalmente. Conferì a un<br />
semplice avvocato, il dottor Pietro Vacca, l’incarico di fargli esibire i documenti<br />
su cui basava le proprie richieste e quattro mesi dopo gli impose l’immediato<br />
risarcimento dei danni provocati dal suo bestiame, incustodito nei vacui delle<br />
vidazzoni. 72<br />
Gli anni Ottanta furono meno generosi con il Regnum Sardiniae. Al rigore e<br />
alla sensibilità politica di quelli boginiani, subentrò l’indifferenza e l’incuria di<br />
viceré filonobiliari: i loro gesti autoritari e talora sprezzanti consentirono ai signori<br />
di rilanciare la propria iniziativa in villaggi rurali abbandonati al proprio destino.<br />
73 Nel 1784 il marchese d’Arcais reclamò un acquartieramento di truppa per il<br />
prelievo del laor de corte e, senza alcuna verifica precauzionale, il viceré Solaro<br />
di Moretta dispose l’invio di un commissario con la scorta. Don Damiano Nurra<br />
non avrebbe azzardato tale richiesta con il conte Lascaris che, conoscendone<br />
l’esosità e gli abusi, lo aveva tenuto sempre sotto controllo. Peraltro, anche la<br />
decisione viceregia mutò, e furono esperti magistrati a far valere una puntigliosa<br />
analisi del recente diploma d’infeudazione: 74 la concessione dell’alloggio militare,<br />
«un privilegio peculiare del Regio Fisco contro dei debitori fiscali, non<br />
comunicabile ai […] feudatari», appariva inopportuna, poteva innescare un feno-<br />
70 Lite tra don Damiano Nurra e le comunità del Campidano Maggiore, in ASC, Regio Demanio,<br />
Feudi, v. 64, n. 68 cit.<br />
71 Negli atti d’infeudazione era previsto che l’intendenza generale valutasse se la chiusura di terre<br />
ad opera di privati danneggiava o meno le comunità. D’altra parte, la rivendicazione di don<br />
Damiano era tutt’altro che infondata: il compito di giudicare la fattibilità di chiusure, in genere<br />
trasferito dall’intendente al suddelegato patrimoniale, non doveva essere confuso con la prerogativa<br />
di decidere, spettante esclusivamente al marchese (cfr. Parere sul capitolo dell’istrumento<br />
d’infeudazione dei redditi dei tre Campidani, in ASC, Segreteria di Stato, s. II, v. 1638).<br />
72 Lettere del viceré del 25 novembre 1779 (ASC, Segreteria di Stato, s. I, v. 971) e del 31 marzo<br />
1780 (ivi, v. 972).<br />
73 Mentre negli anni Ottanta a Torino si assisteva al recupero di uomini legati al ministro Bogino<br />
e all’ascesa del ministro Perrone (cfr. G. RICUPERATI, Il Settecento cit., pp. 618-40), nel palazzo<br />
viceregio di Cagliari prese a spirare un vento filonobiliare (cfr. M. LEPORI, Dalla Spagna ai<br />
Savoia cit., pp. 178-189).<br />
74 Lettere del viceré del 16 gennaio e del 20 febbraio 1784, in ASC, Segreteria di Stato,s.I,v.977.