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Joan Armangué i Herrero<br />
Possiamo tuttavia seguire solo in modo indiretto la penetrazione di alcune<br />
forme alte di cultura catalana. In tal senso, una delle testimonianze più<br />
interessanti tra quelle pubblicate ci ricorda la catalanità della moglie di<br />
Mariano IV d’Arborea (giudice negli anni compresi tra il 1347 e il 1376),<br />
Timbora de Rocabertí, figlia di Dalmau IV, visconte di Rocabertí, e quindi<br />
sorella dell’abate di Vilabertran, Dalmau de Rocabertí, al quale Joan de<br />
Castellnou dedicò il suo Compendi de la coneixença dels vicis del Gai Saber<br />
(composto tra il 1340 e il 1350), sintesi delle tolosane Leys d’amor. Paolo<br />
Manichedda, al quale dobbiamo quest’interessante osservazione, deduce<br />
dalla stretta parentela e dalle intense relazioni tra gli Arborea e i Rocabertí<br />
che «il Giudicato di Arborea, pur essendo l’area sarda non controllata né<br />
militarmente né politicamente dai Catalani, nel Trecento poté continuare ad<br />
essere [..] un tramite della cultura catalana nell’isola, ed in particolare di<br />
quella legata al milieu delle Leys d’amor». 110 Si trattava di un canale d’immissione<br />
in Sardegna della tendenza d’imitazione letteraria della scuola poetica<br />
di Tolosa, di moda a quel tempo in Catalogna. Precisiamo però che<br />
anche Joan de Castellnou cita in un sirventese, composto tra il 1339 e il<br />
1342, i grandi signori di Sardegna. Egli inoltre elogia sentitamente l’autore<br />
di un’insolita Vesió, Bernat de So, il quale doveva partecipare alla campagna<br />
algherese del 1354. 111<br />
Tra i cavalieri che accompagnarono il Cerimonioso durante l’assedio di<br />
Alghero, troviamo anche il valenzano Ramon de Vilanova, uno dei collaboratori<br />
del re nella revisione della Cronaca, 112 e il governatore Raimbau de<br />
Corbera, che morì durante l’assedio. Conseguentemente a ciò, re Pietro dovette<br />
interessarsi personalmente affinché fossero rispettati i diritti del suo giullare,<br />
Jaume de Concabella. 113 Durante l’assedio della città, quindi, non mancarono<br />
individui sensibili allo spirito letterario; tra questi ricordiamo lo stesso<br />
re. Infatti, è risaputo che nel 1355 il Cerimonioso cantò «lo bon ayre e la<br />
110 P. MANINCHEDDA, Sui rapporti tra la poesia popolare sarda e la tradizione lirica provenzale e<br />
catalana cit., p. 223.<br />
111 A. PAGÈS, La Vesió de Bernat de So et le Debat entre Honor e Delit de Jacme March [...] suivis<br />
du Sirventés de Joan de Castelnou, Tolosa-París 1945, pp. 119-139.<br />
112 R. GUBERN I DOMENECH, Notes sobre la redacció de la Crònica de Pere el Cerimoniós, «Estudis<br />
Romànics», II, 1949-50, pp. 135-148, in particolare p. 144 e note 51 e 55). Accompagnava<br />
Pietro il Cerimonioso anche Bernat Descoll – un altro dei probabili redattori della Cronaca –,<br />
feudatario e luogotenente del maestro razionale in Sardegna durante i primi anni della presenza<br />
catalana nell’isola; cfr. A. BOSCOLO, Bernardo Dez Coll, funzionario e cronista del re d’Aragona<br />
Pietro il Cerimonioso, «Studi Sardi», XXIII (1975).<br />
113 M.M. COSTA, Oficials de la Corona d’Aragó cìt., p. 343.