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conquistare Maiorca né stabilirvi un dominio politico diretto, ma, più semplicemente,<br />
porre un limite all’arroganza saracena e punire i continui atti di pirateria. 26<br />
Dunque, interpretando così gli avvenimenti, possiamo dire d’esser di fronte<br />
a un reale risultato militare, e non ci deve disorientare il fatto di trovare, pochi<br />
mesi dopo, i saraceni ancora pacificamente insediati nell’isola. La conquista<br />
sarà un’altra cosa. Il precedente degli anni 1113-1115 servì, fondamentalmente,<br />
a legittimare le mire espansionistiche catalane e, in definitiva, a preparare il<br />
riconoscimento internazionale dei diritti del conte di Barcellona sulle isole.<br />
Per quanto riguarda i sardi, la scarsa documentazione sulla Sardegna del XII<br />
secolo non ci consente di stabilire se, durante la campagna di Maiorca, dalla<br />
convivenza catalano-sarda scaturirono relazioni di tipo diplomatico tra il contado<br />
catalano e i diversi giudicati. Fra gli anni 1157 e 1162, il ricordo dell’efficienza<br />
della flotta pisana e della collaborazione del popolo sardo nell’impresa poté<br />
suggerire al conte Ramon Berenguer IV di stabilire nuovi legami politici con il<br />
Comune di Pisa e il Giudicato d’Arborea. 27<br />
2. Catalani nei castelli sardi alla fine del XII secolo *<br />
Joan Armangué i Herrero<br />
Nel 1157 Barisone I de Lacon-Serra, giudice d’Arborea, sposò Agalbursa de Bas,<br />
nipote di Raimondo Berengario IV, perseguendo così una politica di alleanze,<br />
forse nata dall’iniziativa di alcuni membri della potente famiglia catalana dei<br />
Cervera, alla quale apparteneva Agalbursa, e dai massimi responsabili del Comune<br />
di Genova. 28 Barisone I, oltre ad assicurarsi un modesto ruolo nelle rotte del<br />
Mediterraneo occidentale, si procurava, in tal modo, un forte alleato sul quale<br />
contare per l’unificazione, sotto la sua corona, dei quattro giudicati sardi.<br />
È in conseguenza di questo matrimonio che i catalani riusciranno a penetrare<br />
nel Giudicato d’Arborea, raggiungendo un potere che, a partire da questo<br />
26 Riguardo a questi aspetti, cfr. J.R. JULIÀ, La situazione politica nel Mediterraneo cit., pp. 67-<br />
68. Santiago Sobrequés, invece (Els grans comtes de Barcelona cit., p. 154 ss.) attribuisce<br />
l’impossibilità della conquista più alla mancanza di forze da parte del conte catalano che a una<br />
strategia premeditata.<br />
27 D. SCANO, Il giudice Barisone d’Arborea intermediario fra il conte di Barcellona e il Comune<br />
Pisano per una spedizione contro Maiorca, «Archivio Storico Sardo», XXII (1941), pp. 247-<br />
256; G.B. DOXEY, Genovesos i Pisans a les illes Balears (1146-1229),inAtti del XIV Congresso<br />
di Storia della Corona d’Aragona (Sassari-Alghero, 19-24 maggio 1990), Sassari 1993-2000,<br />
vol. III, pp. 367-38<strong>1.</strong><br />
* La prima versione di questo capitolo è apparsa in Valentina GRIECO (a cura di), I catalani e il<br />
castelliere sardo, Oristano 2004, pp. 11-15.<br />
28 F. ARTIZZU, Pisani e catalani nella Sardegna medioevale, Padova 1973, p. 12.