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tutti contenuti nel Minotauro. L’umanità tutta è racchiusa e contenuta nel Minotauro e il<br />

suo percorso altro non è che il percorso evolutivo dell’Umanità.<br />

Cosa vuole raccontare, sottolineare o denunciare attraverso questo testo? A cosa<br />

può servire, oggi, interrogarsi sul mostro e sull’esclusione?<br />

Nel testo si evidenzia e si mette il luce (in teatro sotto i riflettori) la diversità. La diversità<br />

viene mostrata e, non più nascosta viene elevata alla sua dignità. Dignità del rispetto<br />

dell’individuo che merita comprensione proprio per la sua diversità. Non ci sono razze,<br />

colori, opinioni, religioni razze, nazioni, età. Le pa<strong>ure</strong>, le superstizioni, gli interessi, gli<br />

egoismi hanno costruito i labirinti (innumerevoli) nei quali hanno espellere i propri mostri.<br />

Le differenze sono il patrimonio che salvano e arricchiscono la vita.<br />

“Avvertì che non esistevano tanti minotauri, ma un minotauro solo, che esisteva un solo<br />

essere quale egli era, non un altro prima né un altro dopo di lui, che egli era l’unico,<br />

l’escluso e rinchiuso insieme, che il labirinto c’era per causa sua, e questo solo perché era<br />

stato messo al mondo, perché l’esistenza d’uno come lui non era consentita dal confine<br />

posto fra animale e uomo e fra uomo e dei, affinché il mondo conservi il suo ordine e non<br />

divenga labirinto per ricadere nel caos da cui era scaturito…”<br />

Avendo paura del caos noi costruiamo labirinti in cui viviamo una vita apparentemente<br />

normale, ma il cosmo e l’entropia universale tendono invece all’armonia.<br />

L’opportunità di interrogarci sui nostri mostri ci fa riflettere sul senso della vita che ci viene<br />

proposta e imposta e ci rende consapevoli.<br />

E’ anche questo il compito del teatro: mettere davanti allo spettatore la vita per svelarne<br />

le assurdità e indicare le utopie salvifiche.<br />

E’ facile per lei lavorare in Italia su questi argomenti? C’è seguito? C’è l’interesse<br />

dei media? Ci sono progettualità alle quali aderire?<br />

In questi tempi labirinti oscuri imprigionano il Teatro e negano sia la sua vocazione sia la<br />

funzione sociale per la quale è stato originato, ovvero connettere lo spettatore alle forze<br />

cosmiche facendo sì che riceva il nutrimento cat<strong>art</strong>ico necessario alla comprensione della<br />

vita.<br />

I nuovi miti del consumo, dello spreco, dei media, dell’ipertecnologia comunicativa non<br />

danno modo di prestare la giusta attenzione a questi argomenti ed il prodotto <strong>cult</strong>urale<br />

diventa merce da consumare per incentivare l’evasione, il divertimento e lo sballo. In<br />

questo mercato tutti i progetti diversi vengono isolati ed esclusi proprio con l’accusa di<br />

diversità, di quella diversità che li rende non facilmente consumabili perchè innovativi e<br />

speciali.<br />

Per questo tipo di produzioni, infatti, non esiste un vero mercato, epp<strong>ure</strong> esiste una<br />

ricerca in continua crescita ed una produzione controcorrente.<br />

Esiste una <strong>cult</strong>ura teatrale resistente che segue il filo di Arianna percorrendo<br />

pazientemente l’itinerario del Labirinto.<br />

Esiste un Teatro resistente che vive ai margini del mercato e usa spazi insoliti per<br />

mostrarsi e mostrare la sua diversità e forte della sua materia di argilla, dà vita a infinite<br />

forme, sempre mostrando il valore della sua sostanza.<br />

Argillateatri è p<strong>art</strong>e di quel Teatro Resistente che a fatica percorre il suo viaggio iniziatico<br />

nel Labirinto alla ricerca del centro dove uccidere il Minotauro per rinascere a nuova vita.<br />

Articolo pubblicato su <strong>art</strong> a p<strong>art</strong> <strong>of</strong> <strong>cult</strong>(<strong>ure</strong>): http://www.<strong>art</strong>ap<strong>art</strong><strong>of</strong><strong>cult</strong><strong>ure</strong>.net<br />

Copyright © 2011 <strong>art</strong> a p<strong>art</strong> <strong>of</strong> <strong>cult</strong>(<strong>ure</strong>).<br />

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