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tutto, rimangono importanti proprio le parole che sempre fanno la storia sia in positivo che<br />

in negativo.<br />

Infatti per lui e la sua visione apocalittica le cose finiscono. Che cosa rimane allora? Solo<br />

alcune formule. Pensiamo per esempio a “teatro della crudeltà” o alla parola biomeccanica.<br />

Sono parole che vibrano. Ma delle esperienze vere e proprie non si avrà memoria, solo di<br />

quello che ancora le parole suggeriranno.<br />

E pensare che si è lavorato per un teatro tridimensionale!<br />

E, aggiunge Flaszen, questo tipo di considerazione potrebbe valere anche per la pittura.<br />

Forse accade anche per le stesse opere di Pistoletto quando vengono raccontate attraverso<br />

le foto di un catalogo. Un’<strong>art</strong>e che ha fuggito il quadro ritorna poi al riquadro di una foto.<br />

In effetti la comunicazione è una forma di compromesso, comunque necessaria, conferma<br />

Pistoletto, che, ora sollecitato da una domanda del pubblico, aggiunge che lo specchio è<br />

diventato il suo filo conduttore perché a affascinato dall’idea di infinità e dal dialogo tra il<br />

fisico e il non fisico. Tanti specchi si riflettono tra loro e creano l’idea di infinito. Essendo<br />

deperibili, con l’azione di romperli si moltiplica di fatto ancor di più l’infinito, diventandolo<br />

p<strong>ure</strong> in senso materiale perché gli stessi pezzi di specchio si moltiplicano creando una<br />

dimensione tra il fisico e il non fisico (metafisica, metà fisica), che va ad aggiungere<br />

infinità ma p<strong>ure</strong> a circoscrivere infiniti piani di realtà.<br />

Infine Celant riconduce la nuova ridefinizione dello spazio dovuto alle installazioni e alle<br />

performance a qualcosa che in ogni caso ha da imparare dal teatro, nascendo da un<br />

processo di dialogo e di p<strong>art</strong>ecipazione.<br />

Tanto ancora si potrebbe domandare e argomentare in questa tavola rotonda che non si<br />

vorrebbe conclusa e che, come sottolinea la sua ideatrice, Marina Fabbri, rimane una<br />

discussione aperta e da appr<strong>of</strong>ondire.<br />

L’immagine: M. Pistoletto, Venere degli stracci, 1967<br />

Commenti a: "Appunti di pellegrino/1 –<br />

Suggestioni da preservare ad una tavola<br />

d’eccezione | di Carlo Gori"<br />

#1 Commento: di laura il 18 dicembre 2009<br />

interessante.complimenti.<br />

#2 Commento: di Carlo Gori il 21 dicembre 2009<br />

Grazie, Laura!<br />

Articolo pubblicato su <strong>art</strong> a p<strong>art</strong> <strong>of</strong> <strong>cult</strong>(<strong>ure</strong>): http://www.<strong>art</strong>ap<strong>art</strong><strong>of</strong><strong>cult</strong><strong>ure</strong>.net<br />

Copyright © 2011 <strong>art</strong> a p<strong>art</strong> <strong>of</strong> <strong>cult</strong>(<strong>ure</strong>).<br />

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