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PAV_PARCO D’ARTE VIVENTE di Torino- Qui è possibile<br />

ritrovare la formula dell’incanto | di Francesca Campli<br />

di Francesca Campli 9 dicembre 2009 In appr<strong>of</strong>ondimenti,architettura design grafica,<strong>art</strong>i<br />

visive | 479 lettori | No Comments<br />

Poco meno di due mesi fa alcuni quotidiani di distibuzione nazionale – e molte pagine della<br />

cronaca torinese – riportavano le accuse che il capogruppo dell’Udc Alberto G<strong>of</strong>fi<br />

rivolgeva contro lo “spreco inaudito” di denaro elargito per finanziare e sostenere il Pav,<br />

Parco d’Arte Vivente con sede a Torino, a suo parere neanche riconoscibile come un<br />

museo o luogo d’<strong>art</strong>e.<br />

Ora, per parlare di quello che Giovanna Cattaneo, presidente della Fondazione Torino<br />

Musei, ha definito orgogliosamente “un unicum in Italia”, non ci si può limitare alla<br />

definizione di museo delle <strong>art</strong>i naturali, né ad esso sono accostabili gli aggettivi e le<br />

caratteristiche proprie di un museo o di una fondazione d’<strong>art</strong>e, facili da trovare diffusi su<br />

tutto il territorio nazionale.<br />

Una delle critiche riportate sui giornali in quei giorni, a sostegno delle accuse mosse da<br />

G<strong>of</strong>fi, definiva questo sito “un contenitore di <strong>art</strong>e per pochi. Praticamente filos<strong>of</strong>ia allo<br />

stato puro“.<br />

Invece il Pav ha dimostrato proprio di saper andare oltre la pura esposizione teorica (che,<br />

tra l’altro, oggi resta un suo elemento prezioso e dalle radici pr<strong>of</strong>onde e resistenti ) e di<br />

saper evolvere da una fase progettuale – tra l’altro di massima importanza per la<br />

presentazione di idee e proposte di lavoro, per la collaborazione e lo scambio di riflessioni,<br />

per l’attività di ricerca e una pr<strong>of</strong>iqua e sempre più ricca attività relazionale, portata avanti<br />

fin dal 2002 da un iniziale gruppo progettuale – ad una seconda fase di attività e di<br />

realizzazione di opere d’<strong>art</strong>e commissionate appositamente per la sede del museo,<br />

presente “fisicamente“, da appena un anno, in via Giordano Bruno.<br />

Il Parco d’Arte Vivente è una realtà dai mille volti che, per vari aspetti, richiama la<br />

struttura di un albero. Come questo infatti spinge i suoi rami in varie direzioni, cercando di<br />

abbracciare diversi contesti che possano stimolare e risvegliare la nostra sensibilità<br />

ecologica e l’interesse per argomenti di bio-etica e bio-politica e, per fare ciò, stabilisce<br />

come primo passo necessario un “reicanto per la natura e il mondo”. Questi obiettivi,<br />

tuttavia, vogliono essere realizzati sfruttando linguaggi e metodologie propriamente<br />

<strong>art</strong>istiche. Per questo motivo la piattaforma di studio e riflessione, dalla quale questo sito<br />

deriva, ha riconosciuto le sue basi in una serie di esperienze <strong>art</strong>istiche storiche che vanno<br />

dalla Land Art all’Arte Povera, all’Art in Nat<strong>ure</strong> e all’Arte Relazionale. Queste si mostrano<br />

come le radici solide di questo albero, dalle quali sono andati sviluppandosi nuovi criteri di<br />

analisi e metodi di approccio ad uno dei problemi che è tra quelli di massima urgenza al<br />

giorno d’oggi, quello ambientale per l’appunto.<br />

In un primo momento, il gruppo acPAV (associazione <strong>cult</strong>urale Parco Arte Vivente) non ha<br />

potuto concretizzarsi in un vero e proprio spazio, ma ha svolto le sue molteplici attività<br />

proponendosi attraverso seminari, convegni, pubblicazioni (AA.VV. Bioma, Pensieri,<br />

creazioni e progetti per un Parco d’<strong>art</strong>e Vivente, AcPAv/Pea/Gribaudo, Torino, 2005; AA.VV.<br />

Dalla Land Art alla Bio<strong>art</strong>e, a cura di Ivana Mulatero, hopefulmonster, Torino, 2007) e<br />

mettendo in pratica un fitto programma rivolto al più vasto pubblico, nell’intento, fin dai<br />

primi anni, di riconoscerlo come indispensabile ingranaggio della struttura che andava<br />

delineandosi.<br />

La p<strong>art</strong>icolare attenzione alla mediazione dei contenuti delle opere e ad un programma di<br />

educazione continua e permanente (che spesso contribuisce affettivamente alla<br />

realizzazione delle installazioni) è, infatti, una caratteristica – e qualità – primaria nel Pav<br />

e deriva dalla presenza di un pubblico eterogeneo (spesso non usuale visitatore di musei)<br />

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