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esto della Sicilia.
F. L. – Mi piacerebbe sapere che ruolo ha l’artista in questi giorni del presente?
C. A. -L’artista è un essere umano e l’arte è la sua professione. Quale ruolo gioca questa
persona nella società e nella storia è determinata dalle sue azioni. Si può lavorare come
un artista in silenzio per tutta la vita ed essere ancora estremamente prezioso per la
società, oppure si potrebbe scioccare il mondo facendo un impianto con 1000 cuccioli
morti e forzare il proprio ingresso nella storia. Ciò che conta è come il mondo percepisce e
percepirà più tardi queste azioni, e anche come questo viene interpretato. Valori, dei ruoli
e delle sentenze in materia d’arte sono sempre state effettuate dalla società che circonda
l’arte e l’artista. √à per questo che il ruolo dell’artista continua a cambiare, così come la
società è in continua evoluzione.
Personalmente penso che l’arte possa funzionare come un non-spazio, ponendo
interrogativi invece di servire risposte. Questo non-luogo non chiede nulla in cambio allo
spettatore, semplicemente è. In un mondo commerciale, dove quasi tutto presentato e
richiede un favore da noi (di reagire, di consumare, al progresso), l’arte può, nella sua
funzione di inutilità, come una sacca importante di una nave che affonda lentamente.
F. L. – Due delle sue opere ruotano intorno agli archivi. Pensi che il valore degli
archivi sia in aumento?
C. A. -Con una società dove tutto è stato digitalizzato e memorizzato il ruolo del sistema di
archiviazione è in crescita riguardo al secondo dato. Tutto ciò che facciamo è registrato (da
noi stessi e dei sistemi che ci circonda) e abbiamo una strana sensazione che questo sia
un modo per restare vivi. Se si aggiorna il tuo profilo su Facebook ogni giorno, si prova la
propria esistenza a persone che ti circondano, ma soprattutto a te stesso. Ci affidiamo
sempre più ad Internet per le informazioni, un archivio di enormi proporzioni. Allo stesso
tempo siamo segretamente monitorati, in un senso molto più ampio di 10 anni fa. Un
numero crescente di leggi liberali in materia di sorveglianza del personale di costringere i
nostri atti e movimenti in archivi più o meno aperti, e tutto questo è fatto con il nostro
aiuto. Noi semplicemente non vogliamo che il sistema di archiviazione sparisca poichè è
l’unica ragione per la sua posizione dominante nella società di oggi.
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F. L. – Tre passi al Rockefeller
presenta cinque opere d’arte che il
critico necessità e il sostegno
teoria. Pensi che l’arte debba
essere compreso senza un
sostegno o senza spiegare?
C. A. -Il mio fare arte riflette temi che
sono poi miei interessi e mie
preoccupazioni. Sto cercando di
presentare le mie idee con sufficiente
impatto visivo per mantenere uno
spettatore interessato alla mia linea di
pensiero. Credo che la mia mostra a
Catania (per servire come un esempio)
può lavorare in diversi modi. Avrete
un’idea e un sentimento legato alle
opere in mostra, sia nel caso di leggere
gli stessi libri che sto leggendo, come
nel caso di guardare i miei lavori senza
condividere nessuna delle mie
conoscenze. Io non dico a nessuno
come leggere le mie opere, e non le
vedo come conclusioni. Voglio creare
un trigger visivo, un’apertura, un altro
modo di guardare certi fatti o