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Andrea De Bonis. Scie Luminose | di Maria Arcidiacono<br />

di Maria Arcidiacono 5 dicembre 2009 In appr<strong>of</strong>ondimenti,<strong>art</strong>i visive | 924 lettori | 1<br />

Comment<br />

Gli scatti fotografici di Andrea De Bonis, in mostra alla galleria Luxardo rivelano molto<br />

dello spirito disincantato e curioso dell’autore.<br />

Le piazze, le architett<strong>ure</strong> che si delineano in maniera dettagliata e perfetta, nascondono,<br />

nemmeno troppo accuratamente, l’attenzione del fotografo per una scrupolosa ricerca<br />

dell’attimo perfetto, quello da individuare e colpire quasi fosse un bersaglio.<br />

Un’inquadratura che racchiuda in sé, sintetizzandoli, sprazzi di quotidianità cittadina,<br />

brandelli di conversazione, allestimento di vetrine, giochi di bambini, solitudini<br />

metropolitane.<br />

Anche osservando con attenzione, resta la sensazione di non aver compreso fino in fondo<br />

il vero obiettivo di De Bonis: la pulizia delle forme architettoniche? Gli spazi geometrici<br />

rimodulati all’infinito in un scalinata o nei tavolini di un bar? Opp<strong>ure</strong> sono le persone, i<br />

passanti, riflessi in una pozzanghera o sorpresi nella loro più nascosta alienazione a<br />

costituire il punto centrale della sua attenzione? Chi sono i veri protagonisti dei suoi scatti?<br />

29<br />

Alcuni elementi tentano di<br />

sorprenderci: l’uso del colore su un<br />

dettaglio, vezzo forse d’ispirazione<br />

cinematografica, il delinearsi di insolite<br />

prospettive, spesso sopra o sotto la<br />

linea dell’orizzonte, quasi a voler<br />

proporre una chiave di lettura non<br />

realistica, uno sguardo che intende<br />

evitare ad ogni costo una stesura per<br />

piani consueti, forse ritenuta e<br />

percepita come riduttiva o banale.<br />

Questi set assolati e solo<br />

apparentemente deserti o malinconici,<br />

restituiscono una visione analitica dello<br />

spazio urbano; l’autore, in più<br />

occasioni, interviene pr<strong>of</strong>essionalmente<br />

come architetto, ma senza prendersi<br />

troppo sul serio: dopo aver individuato<br />

ed inquadrato lo scorcio e averlo<br />

ridotto ad una nudità formale, De Bonis<br />

inserisce dettagli inconsueti, a volte<br />

ironici. Si ha allora l’impressione che il<br />

fotografo voglia garbatamente deridere<br />

l’architetto, sdrammatizzando<br />

l’imponenza delle costruzioni,<br />

smorzando la fredda consistenza del<br />

cemento contemporaneo o addolcendo<br />

la solennità imperiale dell’antico<br />

travertino.<br />

La mostra è in corso alla Galleria<br />

Luxardo in Via Tor di Nona 39 a Roma<br />

(+39 066780393,<br />

info@gallerialuxardo.com; orari: dal<br />

m<strong>art</strong>edì al sabato dalle 16 alle 19,30)

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