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domande senza risposta (eeee, tipo “La Repubblica” con Berlusconi?!!!)… #32 Commento: di Marcello il 18 marzo 2010 ALLA MERZ SI CHIEDEVA, PIU’ O MENO: - Eri tra i selezionatori e misteriosamente sei entrata tra i candidati alla Direzione del Rivoli…: come è possibile? Perchè? Per qualititoli o meriti? - Perché non hai dovuto esibire un progetto come è stato invece imposto agli altri 8 candidati? - Come curatrice non risale all’inizio degli anni Novanta (Zoo di Torino) la tua esperienza più “fresca”, a parte ovviemente le mostre “di famiglia”??? DOMANDE LECITE, VI PARE?! #33 Commento: di Salmone_controcorrente il 18 marzo 2010 Ritorna attualissimo questo bell’articolo, critico, spietatamente lucido. Ha di che giustificar la cosa Politi, non è normale il procedimento adottato per queste e per altre nomine come non lo è quasi più nulla in questo corrotto malsano Paese. Prendiamone atto e restistiamo, insistiamo, poviamo a portare una goccia di acqua buona in un mare infetto: non farà primavera? Almeno porterà il suo profumo…: meglio che niente! Articolo pubblicato su art a part of cult(ure): http://www.artapartofculture.net Copyright © 2011 art a part of cult(ure). 118
Intervista a Christian Andersson | di Francesco Lucifora di Francesco Lucifora 29 dicembre 2009 In approfondimenti | 642 lettori | No Comments English Version F. L. – “Tre passi al Rockfeller” ha il suo start nella poesia “Evolution” scritto da Nils Ferlin nel 1930. Cosa ne pensi del concetto di evoluzione e del rapporto tra l’evoluzione e la vita reale? C. A. -L’evoluzione umana può essere diviso in due parti, quando l’evoluzione stava cambiando gli esseri umani, e quando gli esseri umani hanno iniziato a cambiare l’evoluzione. Uno dei motivi principali del mondo oggi guarda al modo in cui funziona perché gli esseri umani hanno assunto un ruolo . Ora ci sentiamo responsabili di questo pianeta, e l’interesse principale del nostro progresso umano è il progresso di per sé. Abbiamo continuato a regolarlo, definirlo e sintonizzarlo attorno a noi. Lo scopo di tutto questo è molto vago e si è tentato di pensare che sia programmato in noi, nei nostri geni. Ciò che la poesia “Evolution” di Nils Ferlin precisa è questa evoluzione forzata di cui l’uomo si è investito. Che vanno dal Rock, attraverso il fuoco e il verme Angling (dove siamo già in due fasi, hanno iniziato a dominare il mondo intorno a noi), si finisce (dopo tre passaggi) nella posizione di Rockefeller. Sulla cima del mondo, che vogliono ancora di più. F. L. – Che tipo di intenzioni hai avuto quando hai pensato di questi archivi sono importanti? C. A. -La mia intenzione è stata doppia, volevo visualizzare qualcosa di nascosto, come questi archivi e ciò che è custodito all’interno di essi, ma ho voluto fare questo in modo relativo al fatto che le informazioni contenute in questi edifici è in realtà nascosta. Ho scelto di fare questo con la presentazione di un modello in modo da dare allo spettatore una visione molto limitata dello spazio, come un panopticon invertito. Ho immaginato questo potesse creare una frustrazione per il fatto che non si può avere una panoramica di ciò che sta accadendo in questi modelli, che rispecchia il funzionamento di questi archivi nella vita reale. Ho anche voluto creare una sorta di scultura documentario, semplicemente riconoscendo il fatto che questi luoghi esistono. Magari presentando come sculture, invece di foto documentarie ho potuto aumentare il senso della realtà. F. L. – Mi puoi dire quanto importante è stata la residenza alla Fondazione Brodbeck e che tipo di rapporto hai avuto con la città di Catania? C. A. -In una prima fase ho visitato Catania, per un incontro con la Fondazione Brodbeck, io purtroppo non sapevo dll’esistenza di questa città. Adesso la conosco ed è cresciuta la mia affezione per Catania durante il mio soggiorno e ho intenzione di ritornare regolarmente. A Catania, il mix tra storia e modernità, è sotto gli occhi di tutti, cosa molto rara in un paese come la Svezia, per esempio. Questo mi ha fatto molto consapevole del concetto di tempo, e mi è piaciuto molto. Ciò che la Fondazione sta facendo a mio avviso è molto importante per una città come Catania, dove l’ingresso e la produzione di arte contemporanea sembra limitata. Fornire i mezzi all’artista e la libertà di presentare idee contemporanee è un’azione coraggiosa e ,nel lungo periodo, fecondo non solo per la Fondazione, ma anche per la città nella visione di una piattaforma culturale. Speriamo che questa tendenza si diffonda a Catania e nel 119
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Pastrengo fino al 17 dicembre 09).
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In programma inoltre la riedizione
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sino al 18 dicembre 09. Ovviamente,
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tel/fax +39066892431 press@fondazio
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