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Come nel celebre concorso del 1567 alla Scuola grande di San Rocco dove Tintoretto,<br />
temendo di perdere di fronte ai concorrenti Taddeo Zuccari e Paolo Veronese, si<br />
presentò con l’originale già dipinto, collocato al suo posto nel s<strong>of</strong>fitto e <strong>of</strong>ferto in dono alla<br />
confraternita. Spazzata via la concorrenza, il pittore si era assicurato le fut<strong>ure</strong> commissioni<br />
della scuola. Anche il concerto delle Nozze di Cana, così, descrive una scena <strong>art</strong>istica meno<br />
armonica di quanto potrebbe sembrare a prima vista. Nell’interpretazione critica che vi<br />
esprime Veronese, è Tiziano, suo maestro, a garantire pr<strong>of</strong>ondità e ritmo al qu<strong>art</strong>etto<br />
grazie al timbro del violone. Mentre Tintoretto e Bassano, colorendo la p<strong>art</strong>itura con i<br />
virtuosismi tipici dei loro strumenti, se mancasse la trama di fondo scandita dall’anziano<br />
pittore, non sarebbero in grado di sostenere alcun concerto. Quanto alla viola da gamba di<br />
Veronese, non fa che attualizzare con un po’ di leggerezza e brio mondani le tonalità<br />
robuste e imprescindibili del maestro. Sullo sfondo, il conflitto nella rivendicazione<br />
dell’eredità pittorica veneziana di Giorgione e Bellini che Veronese non riconosce né a<br />
Tintoretto, troppo influenzato da Michelangelo e dal manierismo toscano,tantomeno<br />
a Bassano, dalla drammaticità un po’ triviale della terraferma, ma rivendica tutta per sé,<br />
quale erede della scuola di Giorgione.<br />
Rimane da chiedersi il perché di un così<br />
incredibile successo di pubblico per una mostra<br />
difficile in una Parigi autunnale ricchissima di<br />
appuntamenti <strong>cult</strong>urali. La risposta sta<br />
nell’importanza della pittura veneziana per la<br />
nascita della <strong>cult</strong>ura estetica europea, in<br />
p<strong>art</strong>icolare quella francese di Sette e Ottocento.<br />
La sua centralità nell’immaginario borghese che<br />
spiega almeno in p<strong>art</strong>e perché in Italia, paese<br />
dalla borghesia storicamente debole e sempre<br />
più frammentata, l’iniziativa del Louvre non<br />
abbia suscitato analoga adesione ma anzi,<br />
abbia incontrato il disinteresse e quasi<br />
l’embargo della stampa. Italia dove la crisi<br />
strutturale del sistema economico e la rapida<br />
scomparsa di una già fragile classe dirigente di<br />
dimensione europea, comporta un sempre<br />
maggiore isolamento internazionale, reso<br />
ancora più acuto dall’incapacità di reagire al<br />
declino, ricorrendo al ruolo storico del paese<br />
nella formazione e nella nascita della <strong>cult</strong>ura occidentale<br />
Commenti a: "Louvre: Tiziano, Tintoretto,<br />
Veronese: rivalità a Venezia. E’ boom di pubblico e<br />
successo | di Simone Verde"<br />
#1 Commento: di armando il 5 gennaio 2010<br />
ottima la mostra ed esaustivo l’<strong>art</strong>icolo. vi ringraziamo per questo che è un<br />
riconoscerci in qualcosa e qualcuno che la vede e pensa similmente a noi.<br />
Armando<br />
Articolo pubblicato su <strong>art</strong> a p<strong>art</strong> <strong>of</strong> <strong>cult</strong>(<strong>ure</strong>): http://www.<strong>art</strong>ap<strong>art</strong><strong>of</strong><strong>cult</strong><strong>ure</strong>.net<br />
Copyright © 2011 <strong>art</strong> a p<strong>art</strong> <strong>of</strong> <strong>cult</strong>(<strong>ure</strong>).<br />
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