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Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte

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Chi e dove Liceo Scientifico N. Copernico - Brescia<br />

Classi coinvolte Classe IV M, V L<br />

Docenti referenti Elisabetta Ronchi<br />

progetto 8 Misticisno, eroismo e stimmate.<br />

D’Annunzio, un Francescano irregolare<br />

Una visita anche frettolosa al Vittoriale accoglie il visitatore, come già gli amici di un tempo, con<br />

una stupefacente disseminazione di tracce francescane (testimonianza di un viaggio più che di un<br />

naufragio...)<br />

Questo il particolare “collezionismo” che ci ha dapprima incuriosito, poi coinvolto e sfidato.<br />

Setacciando giardini, Schifamondo e Prioria, ci siamo posti una domanda: in quanti modi e in<br />

quali forme il poeta ha voluto accanto a sé, nell’ultimo alloggio, il Santo leggendario?<br />

Partendo dalla lettura di un saggio di Arnaldo Fortini (“compagno d’armi e fratello in San<br />

Francesco”, secondo una definizione dannunziana del ’18), abbiamo seguito il suo itinerario tra i<br />

meandri della devozione particolarissima del Nostro. Ci siamo subito resi conto della difficoltà di<br />

rintracciare nelle complesse vicende della vita e dell’arte qualche linea-guida, qualche possibile<br />

percorso... Lì, tra le pagine e nelle stanze, nei motti esibiti pubblicamente o negli oggetti riservati<br />

al contatto e alla visione personale, ci è però sembrato di individuare una sostanziale triplicazione<br />

della figura di Francesco agli occhi dello scrittore. E ci siamo distribuiti il lavoro, rintracciando<br />

le diverse manifestazioni di un rapporto privilegiato, elaborato dal poeta attraverso la consueta<br />

appropriazione-deformazione di un personaggio leggendario,<br />

La connotazione, per così dire, “mistica”degli anni giovanili, quando il poeta cercava in “sorella<br />

acqua” e nei “casti ulivi” una purificazione dall’arsura sensuale e dall’inquietudine esistenziale.<br />

La rivisitazione delle imprese di Francesco e di Luigi IX in Terrasanta sullo sfondo della Libia, del<br />

conflitto mondiale e di Fiume (“francescanesimo eroico”). L’approdo alla figura del lebbroso <strong>dei</strong><br />

Fioretti, portata in sé negli anni ed infine ambiguamente manifesta nella stanza dello svelamento<br />

definitivo...<br />

Concentrando poi l’attenzione su ciò che di evidente resta a Gardone, abbiamo “mappato” il luogo<br />

in cui egli volle infine compresenti tutti questi aspetti, momenti di formazione del proprio destino, a<br />

grandi linee rintracciabili nei tre siti da noi visitati. In questa fase del lavoro sono stati fondamentali,<br />

oltre al contatto diretto con gli ambienti e gli oggetti, il volume di Arnaldo Fortini (D’Annunzio e il<br />

francescanesimo), non meno che Il Vittoriale, l’opera preziosa del prof. Terraroli, e le sollecitazioni<br />

<strong>dei</strong> precedenti progetti promossi dai Musei Civici e dalla Fondazione di Gardone (Museo amico e<br />

Le vie dell’arte).<br />

Un percorso che il curioso, ma anche l’appassionato, potrà compiere lasciandosi guidare, sulle<br />

orme di Fortini (che racchiude le proprie visite al Vittoriale nelle ultime pagine della sua amichevole<br />

biografia)… e sulle nostre.<br />

Sarà forse possibile intravvedere tra gli alberi e gli arredi, tra i cimeli e le creazioni su commissione<br />

le tracce di quel mistico, di quell’eroe, di quell’ umiliato e offeso che fu per d’Annunzio il<br />

francescano Gabriele, alla ricerca della salvazione. Singolare forma di collezionismo, davvero!<br />

progetto 8 Misticismo, eroismo e stimmate<br />

GIARDINI PRIVATI<br />

FRANCESCANESIMO MISTICO<br />

Ambienti/oggetti Elementi notevoli<br />

Timpano déco, sormontato da Venere<br />

Landolina, con iscrizione (RECTO)<br />

Statua bronzea di Frate Sole, di G. Bardetti<br />

(1924),<br />

Bozzetto di Frate Sole, di G.<br />

Bardetti (1924)<br />

Iscrizione su base di colonna in prossimità<br />

del Frate Sole<br />

Ruscelletto Rivotorto e Valletta dell’Acqua<br />

Pazza<br />

Arengo, undici stalli per mendicanti (1924)<br />

Villa pseudo liberty detta San Damiano<br />

122 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong> 123 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong><br />

Attributi della statua: Anadyomene o<br />

Callipige. Testo iscrizione: “Rosam cape,<br />

spinam cave”<br />

San Francesco orante, collocata nel 1925<br />

sotto un faggio rosso con braccia aperte<br />

verso la finestra della Zambracca<br />

Dopo il 1929, saldato su un elefante bronzeo<br />

e spostato nella Stanza delle Reliquie.<br />

Attualmente nel Museo della Guerra<br />

(Schifamondo)<br />

Testo: “Sitientibus”<br />

Tescio, serpeggiante torrente (rivo-torto)<br />

vicino al tugurio presso Assisi dove<br />

Francesco visse (dal 1209)<br />

Ad essi il poeta offriva il pranzo (refettoriale)<br />

ogni sabato<br />

Foresteria per artisti ospiti (1922-25), poi<br />

Mirabella (dal 1927), residenza della moglie<br />

Maria Hardouin di Gallese<br />

Probabilmente per il poeta, che allestì questo spazio simbolico a partire dal 1923, poterono<br />

convivere infine due situazioni collegate al Santo, che egli dovette sperimentare in diversi<br />

periodi della propria vita, che sostanziarono alcune sue opere letterarie e che volle visibili e<br />

dialetticamente intrecciate nella residenza finale e riassuntiva.<br />

In particolare spicca il “motivo della rosa e della spina”, che consente una duplice lettura, a<br />

seconda che lo si associ alla tentazione erotica (generatrice di inquietudine fisica e spirituale) o<br />

alla trafittura – stimmata, segno di martirio ma anche di elezione...<br />

Ma andiamo con ordine.<br />

Entrambi gli aspetti del “collezionismo francescano” presenti nei Giardini (quello, diciamo così,<br />

mistico e quello eroico) furono colti dall’amico Fortini, in visita al Vittoriale nel novembre 1923<br />

(per proporre al poeta la composizione di un proclama per l’anno francescano), e il 4 ottobre<br />

1924, festa di S. Francesco e ricorrenza del Cattaro. Soprattutto a proposito del primo incontro<br />

l’amico si dichiarò perplesso: «Ebbi l’impressione di trovarmi di fronte un uomo scontento,<br />

irrequieto, tormentato. Lo agitava il pensiero che altri lo considerasse un vinto o, peggio ancora,<br />

un superato» (A. Fortini, D’Annunzio e il francescanesimo. Ed. Assisi, 1963, p.180).

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