Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte
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Miniatura a piena pagina<br />
raffigurante l’evangelista<br />
Luca nel manoscritto della<br />
metà del XII secolo con il<br />
testo in greco <strong>dei</strong> Vangeli<br />
appartenuto al card. Querini<br />
Ritratto del card. Querini<br />
inciso da Carlo Orsolini ad<br />
illustrazione <strong>dei</strong> Commentarii<br />
Historici de rebus pertinenti<br />
bus ad Angelum Mariam<br />
Quirinum (1749)<br />
La tavola II <strong>dei</strong> Commentarii<br />
Historici incisa da Francesco<br />
Zucchi e utilizzata come<br />
mappa di navigazione<br />
nell’ipertesto ideato dalla<br />
classe<br />
progetto 3 Il Cardinale Angelo Maria Querini collezionista di antichità<br />
ANGELO MARIA QUERINI E GLI STUDI DI ANTICHITà<br />
A partire dal XVIII secolo, con il perfezionarsi delle tecniche<br />
archeologiche, in Europa andò intensificandosi l’attività di ricerca e<br />
si moltiplicarono le forme di collezionismo di manufatti risalenti al<br />
periodo classico.<br />
Si trattò di un’attività d’elite, che coinvolse pochi privilegiati e spesso<br />
diede luogo ad accesi dibattiti ed intensi carteggi fra studiosi italiani e<br />
stranieri.<br />
Lo stesso fenomeno si diffuse anche in Italia, principalmente fra gli<br />
esponenti del clero appartenenti alla ricca e raffinata aristocrazia<br />
locale, cui appartiene appunto anche il cardinale Angelo Maria<br />
Querini.<br />
Egli infatti fu un uomo di molteplici interessi, bibliofilo, numismatico,<br />
storico e si inserì ben presto nella vita cittadina e nei dibattiti culturali,<br />
sia a Venezia, sia a Roma, sia a Brescia e negli altri luoghi dove ebbe<br />
occasione di esercitare i suoi uffici ecclesiastici e diplomatici.<br />
Il cardinal Querini durante i suoi numerosi viaggi ebbe modo non solo<br />
di raccogliere codici e libri rari o di entrare in possesso di preziosi<br />
oggetti d’arte, ma venne a contatto con personalità di spicco della<br />
cultura europea dell’epoca che certo contribuirono ad affinare la sua<br />
già straordinaria sensibilità. Tra i contemporanei con i quali si poté<br />
confrontare si ricordano, ad esempio, Jean Mabillon 22 , Isaac Newton 23 , Voltaire 24 , Federico II<br />
di Prussia 25 , Montesquieu 26 , Ludovico Antonio Muratori 27 .<br />
L’erudizione e la vasta cultura non solo gli hanno consentito di dare vita ad una ricca<br />
produzione letteraria, storica, filologica e teologica, ma in forza di quelle egli promosse in<br />
tutta Europa il restauro di importanti monumenti e la fondazione di biblioteche e di istituti<br />
culturali e religiosi.<br />
Esemplare è il caso della Biblioteca Queriniana, aperta al pubblico nel 1750, che fu<br />
particolarmente curata dal suo fondatore, il quale ne costituì il nucleo iniziale facendosi<br />
restituire dalla Vaticana i codici che a suo tempo aveva donati e la arricchì successivamente<br />
con altri volumi.<br />
Un ulteriore campo in cui si esplicò l’interesse del Cardinale fu quello del collezionismo<br />
progetto 3 Il Cardinale Angelo Maria Querini collezionista di antichità<br />
50 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong> 51 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong><br />
archeologico e antiquario, in un’epoca che ormai si stava avviando verso la trasformazione<br />
dell’antichistica in vera e propria scienza dell’antichità grazie agli importanti tentativi di<br />
catalogazione e sistematizzazione storica <strong>dei</strong> materiali, a partire dall’opera del padre<br />
benedettino Bernard de Montfaucon 28 , sino alle più moderne intuizioni del tedesco Johann<br />
Joachim Winckelmann 29 .<br />
Il Querini fu in stretto rapporto con il dotto monaco francese, il quale gli propose addirittura<br />
di effettuare ricerche archeologiche sulle sponde del fiume Alfeo, nel tentativo di trovare i<br />
resti delle costruzioni sacre a Zeus ad Olimpia. La proposta non ebbe buon esito, ma servì a<br />
destare l’interesse di altri ricercatori.<br />
Nel più circoscritto ambiente bresciano l’interesse per le antichità classiche e la storia antica<br />
della città avevano determinato già nel 1693 la ristampa delle Memorie Bresciane di Ottavio<br />
Rossi e nel 1700 la pubblicazione del volume di Giulio Antonio Averoldi Le scelte pitture di<br />
Brescia additate al forestiere, in cui erano riprodotti il sarcofago con la battaglia di Maratona<br />
(ora al Museo della città in santa Giulia) ed alcune iscrizioni inedite.<br />
A testimonianza dell’interesse del Querini per l’antico ci rimane la collezione di piccoli oggetti<br />
ornamentali e i famosi dittici.<br />
LA COLLEZIONE<br />
Fra gli oggetti d’arte che erano conservati presso la Biblioteca Queriniana spiccano due<br />
ritratti di origine antica che con tutta probabilità dovettero far parte delle collezioni di<br />
antichità classi che del cardinale Querini, anche se la loro pertinenza alle raccolte del<br />
presule bresciano non è comprovata da nessun documento. Tuttavia la cura con cui i due<br />
volti, pertinenti sicuramente a ritratti di epoca romana, uno maschile e ad uno femminile,<br />
sono stati innestati su busti antichi rilavorati posteriormente sembra ragionevolmente<br />
suffragare l’ipotesi che entrambe le sculture siano appartenute ad un cultore di antiquaria.<br />
Le particolarità <strong>dei</strong> volti, le tecniche utilizzate nella lavorazione <strong>dei</strong> materiali nobili e pregiati,<br />
fanno inoltre ipotizzare che l’origine delle sculture possa essere stata proprio Roma o un<br />
grande centro romanizzato del mondo antico. Appare più difficile ipotizzare che le figure<br />
marmoree provengano dal contesto bresciano o comunque locale e pertanto si è portati ad<br />
accogliere l’idea che esse siano state acquisite dal Cardinale o durante la sua permanenza a<br />
Roma o durante uno <strong>dei</strong> suoi importanti viaggi diplomatici.<br />
Ritratto maschile Testa maschile in marmo bianco di Carrara<br />
innestata su un busto non pertinente in breccia olitica e in marmo<br />
proconnesio per la porzione nuda del petto. Il volto, dai tratti regolari<br />
con il naso diritto e la labbra carnose, è leggermente inclinato<br />
e l’espressione è sottolineata dallo sguardo rivolto verso l’alto,<br />
trasognante e ispirato, ma con le sopracciglia leggermente corrugate.<br />
La leggera barba a ciocche regolari potrebbe essere di epoca adrianea,<br />
mentre l’incisione delle pupille pare denotare un tipo di lavorazione che<br />
compare solo in età costantiniana. Anche i fori profondi, ottenuti con<br />
il trapano, che segnano il chiaroscuro e danno maggiore consistenza<br />
alla massa <strong>dei</strong> capelli denotano segni di ritocco intervenuti in epoca<br />
posteriore.<br />
La datazione, pertanto, risulta incerta e non si esclude una lavorazione<br />
in epoca moderna per l’intero ritratto.<br />
Ritratto femminile Testa femminile in marmo bianco innestata<br />
su busto non pertinente in marmo grigio venato. Il volto è<br />
privo di rughe o segni particolari con gli zigomi abbastanza<br />
pronunciati, il naso diritto anche se è in parte danneggiato e le<br />
labbra ben definite e serrate. A differenza del ritratto maschile le<br />
Ritratto maschile di epoca<br />
imperiale romana conservato<br />
presso la biblioteca<br />
Queriniana