Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte
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ANGELO MARIA QUERINI, MONACO BENEDETTINO<br />
Se l’ufficialità <strong>dei</strong> ritratti e <strong>dei</strong> quadri, <strong>dei</strong> busti di marmo e delle incisioni ci hanno rivelato un religioso molto consapevole<br />
del suo ruolo di principe della Chiesa, sarebbe però sbagliato attribuire<br />
al cardinal Querini un carattere superbo e un atteggiamento mondano che non gli sono propri.<br />
Già a sedici anni ha le idee chiare: nonostante i contrasti con la famiglia, vuole entrare nell’ordine benedettino e non<br />
diventare gesuita. La scelta del nome, che associa alla vergine madre di Gesù quella di un “puro spirito”, secondo la<br />
dottrina cattolica, indica una scelta di vita improntata alla purezza. In ogni ritratto o immagine, d’altra parte, A. M. Querini<br />
si fa ritrarre con l’abito del monaco benedettino.<br />
In tutta la sua vita prevalgono sicuramente gli interessi religiosi rispetto a quelli diplomatici e mondani: la sua amicizia con<br />
il re di Prussia ha come scopo sempre perseguito quello della conversione <strong>dei</strong> Protestanti alla vera religione; nella sua<br />
lunga permanenza a Brescia come vescovo è costante la preoccupazione pastorale di favorire una preparazione adeguata<br />
del clero che vive a contatto con la gente. Vuole assicurarsi che, accanto ad una sincera vocazione, i futuri sacerdoti<br />
abbiano la cultura necessaria e la possibilità economica di procurarsela. In una delle numerose incisioni che celebrano<br />
le opere del Cardinale, occupa il primo posto la villa di S. Eustacchio, che doveva essere trasformata in Collegio vescovile<br />
per ospitare seminaristi e garantire al clero una formazione permanente. Con il suo incoraggiamento sorgono seminari<br />
minori periferici a Lovere, Montichiari e Salò e per suo diretto intervento i Camaldolesi della Vangadizza aprono un piccolo<br />
seminario per accogliere i chierici delle tredici parrocchie da loro dipendenti.<br />
La figura cui il vescovo si ispira è S. Carlo Borromeo, che ha saputo porre accanto alla nobiltà di nascita la nobiltà di<br />
un’azione tutta volta alla cura del popolo cristiano.<br />
La sua opposizione alla riduzione delle 120 feste di precetto può essere vista come mancanza di sensibilità verso le<br />
esigenze economiche <strong>dei</strong> più umili: L. A. Muratori ricorda che troppi giorni di riposo obbligato rende scarso il pasto<br />
sulle mense <strong>dei</strong> poveri. La posizione del Cardinale, però, non è frutto di insensibilità, ma della convinzione, come diceva<br />
S. Bernardo, che la solennità religiosa è mezzo di educazione cristiana per il popolo e dalla preoccupazione che non<br />
vengano cancellate soprattutto feste di radicata tradizione popolare.<br />
Personalmente A. M. Querini viveva in modo frugale: dormiva su un giaciglio duro, mangiava pane raffermo, faceva<br />
penitenza e non si circondava di agi e lussi.<br />
Alla sua morte buona parte delle sue ricchezze vengono lasciate alla Congrega apostolica, che si occupa di opere di carità<br />
verso i più bisognosi.<br />
Parlano gli alunni<br />
I NOSTRI COMMENTI…<br />
progetto 2 <strong>Sulle</strong> orme del Cardinal Querini<br />
“Siccome la storia non è fatta solo di teoria, dopo varie ricerche sui libri, abbiamo deciso di effettuare qualche uscita; così,<br />
gironzolando per Brescia e rovistando tra i libri della Biblioteca Queriniana, ci siamo fatti un’idea dello stile di vita del Cardinale<br />
Querini, ma soprattutto della società in cui è inserito.” BEATRICE BELLAVIA Classe III N<br />
“Ciò che mi ha interessato di più è stata la pittura del Pitocchetto, perché è riuscito a farmi capire come viveva la gente del<br />
popolo, dai bambini agli adulti, contrapponendovi i lussuosi ritratti nobiliari.” SARA CASCONE Classe III N<br />
“Nei ritratti il Cardinale era raffigurato soprattutto con il suo classico sorriso, che si può definire di benevolenza. Questo sorriso<br />
mi è rimasto impresso, perché mi comunica voglia di fare, di aiutare gli altri.” MARCO PALAZZOLO Classe III E<br />
“Ogni posto visitato è stato molto interessante, ma quello che mi ha particolarmente colpito è stata la Biblioteca Queriniana,<br />
perché lì ci hanno spiegato un sacco di cose sul 1700: in questi locali le persone si riunivano, leggevano ad alta voce e<br />
potevano bere il cioccolato e il caffè, che erano le bevande specifiche di quel secolo.” VIRGINIA BULAT Classe II E<br />
progetto 2 <strong>Sulle</strong> orme del Cardinal Querini<br />
40 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong> 41 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong><br />
ANGELO MARIA QUERINI, MECENATE E COLLEZIONISTA<br />
Così viene ricordato il Cardinale: uomo di grande cultura, generoso mecenate e sensibile collezionista.<br />
Non abbiamo fatto fatica a ritrovare le opere che lui “sponsorizza”, poichè sono effigiate in numerose incisioni<br />
e ricordate dal conio di monete celebrative: la Cattedrale nuova e la Biblioteca Queriniana, il convento delle<br />
salesiane di Darfo e il seminario, la cattedrale di S. Edvige a Berlino e la tipografia vescovile...<br />
Meno facile è rispondere alle domande: Che collezionista era Querini? Che cosa collezionava?<br />
Non c’è dubbio che il principale oggetto delle sue cure di collezionista fossero i libri. Mentre è vescovo di Corfù<br />
cerca ed acquista codici rari e libri antichi che riporta a Roma come “prezioso fardello”. Lo stesso fa nei suoi<br />
lunghi ed ampi viaggi in Europa, che hanno uno scopo culturale e non certo di svago turistico. Questi testi<br />
costituiscono la base del “fondo antico” nella biblioteca che porta il suo nome. Il Cardinale scrive e pubblica<br />
personalmente, sollecita a scrivere. In Europa è conosciuto con il nomignolo (o, meglio, l’epiteto) di biblioteca<br />
ambulante, con riferimento alla sua ampia erudizione, ma anche per il suo amore per i libri.<br />
Nella sezione dedicata al suo collezionismo, accanto a elaborate incisioni ed alle già citate monete celebrative,<br />
occupano il posto centrale due dittici romani d’avorio. Proprio questi oggetti, studiati con competenza dai nostri<br />
compagni del liceo Arnaldo, ci indicano la ragione e lo scopo per i quali il Cardinale li ha acquistati. Non certo<br />
per investire bene il suo denaro e neppure per un desiderio di possesso o, principalmente, per l’ammirazione<br />
estetica verso queste pregiate opere artistiche. Desidera possedere il Dittico Queriniano soprattutto perchè<br />
era appartenuto a Pietro Barbo, grande umanista poi divenuto papa Paolo II, che il Cardinale ammirava e a<br />
cui si sentiva vicino per spirito ed interessi. Una volta acquistato, però, il manufatto non viene conservato “in<br />
cassaforte”, ma è collocato nella Biblioteca, oggetto di osservazione, di ricchi studi e di pubblicazioni da parte di<br />
numerosi studiosi: l’abbiamo visto infatti riprodotto e commentato in numerosi libri, durante la nostra visita alla<br />
Queriniana.<br />
La Biblioteca ci si è presentata, secondo le intenzioni del Cardinale, non solo come raccolta di libri, ma come<br />
centro di studi e come luogo di conservazione di oggetti preziosi con destinazione non privata ma pubblica: la<br />
Biblioteca come uno degli antenati del Museo della Città.<br />
“Mi ha colpito molto la biblioteca per i suoi ambienti caratteristici e antichi, anche l’atrio dai soffitti affrescati e decorato alle<br />
pareti con affreschi minuziosi che descrivevano la vita di Querini.” SARA BIANCHI Classe III E<br />
“È stato bello, in Biblioteca, toccare gli antichi scritti degli eruditi, ma soprattutto ricostruire l’identikit di un importante<br />
personaggio storico”. SIMONE MALGARI Classe III N<br />
“È importante far lavorare noi di seconda insieme agli alunni di terza media, che conoscono più cose sul Cardinale, perchè<br />
l’anno prossimo dobbiamo prendere il loro posto e trasmettere le conoscenze ai ragazzi più giovani di noi, come in una catena”.<br />
ELIA MANZITTO Classe II E<br />
“Mi ha stupito scoprire che il cardinal Querini, personaggio nobile e molto importante, conduceva una vita molto semplice,<br />
mangiava pane secco, ignorava i divertimenti e passava il suo tempo libero dagli impegni sempre a studiare e a scrivere”.<br />
MILVA DA ROCHA Classe II E