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Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte

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progetto 11 <strong>Sulle</strong> orme di… Ugo Da Como collezionista<br />

(anno Domini 1570). Nel riquadro interno è presente lo stemma della famiglia Segala,<br />

che ha come emblema un mazzo di spighe, e l’iscrizione ben leggibile, ma di non sicura<br />

interpretazione:<br />

SEGALAE FAMILIAE SEPUL: HOC VETUST: CORROSUM<br />

SEPTEM FRATRES A SPECI VIRO PET IAC:<br />

SEGALA GENITORE LEONATI<br />

UNANIMES HIC RECONDI VOL.<br />

Una possibile traduzione è la seguente:<br />

“questo antichissimo e corroso sepolcro della famiglia Segala, sette fratelli (figli di) un uomo<br />

speciale Pietro Giacomo Segala genitore di Lonato vollero unanimi che qui fosse riposta<br />

Sembra di capire che questa lastra, che appartiene a una antica tomba della famiglia Segala,<br />

sia stata “ricollocata” in quel posto (hic) per volere <strong>dei</strong> 7 figli di un certo Pietro Giacomo<br />

Segala di Lonato”.<br />

Collocazione: la lastra è collocata sul Primo piano<br />

muro della Biblioteca, che si affaccia sul<br />

giardino interno della Casa del Podestà. La<br />

collocazione indica la volontà del Senatore<br />

di utilizzare tale oggetto per conservare la<br />

memoria storica locale, riferendosi a una<br />

famiglia importante di Lonato.<br />

Provenienza: la lastra probabilmente<br />

proviene dal pavimento della Chiesa dell’Annunziata annessa al Convento <strong>dei</strong> Frati<br />

francescani minori al Lonatino. Si può ipotizzare che precedentemente fosse altrove e che<br />

sia stata collocata lì per volere di questi sette fratelli<br />

Note: già nel 1928 la Chiesa <strong>dei</strong> Frati era sconsacrata e adibita a fabbrica di fiammiferi.<br />

La famiglia Segala è un’importante famiglia lonatese. Fra gli umanisti del XVI secolo, citati<br />

da Da Como che costituivano un circolo letterario insieme allo Zini, viene citato anche un<br />

membro della famiglia Segala, amico del medico Giuseppe Pallavicino.<br />

Documentazione: s.v. Segala, in A. Fappani (a cura di), Enciclopedia Bresciana,vol. XVII, ed<br />

La Voce del Popolo, Brescia 2001<br />

Emilio Facchini, Lonato nella geografia e nella storia,Tipografia G. Ferrari, Lonato 1928<br />

Studente: Franco Alberti<br />

progetto 11 <strong>Sulle</strong> orme di… Ugo Da Como collezionista<br />

6. LONATO DEL GARDA: UN PO’ DI STORIA<br />

188 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong> 189 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong><br />

Posta sulle prime alture dell’anfiteatro morenico del Garda, da dove si dominano il lago e la pianura<br />

bresciana, Lonato è una cittadina la cui storia affonda le radici nella notte <strong>dei</strong> tempi.<br />

E’certa una presenza umana nel suo territorio fin dal Paleolitico e Neolitico, anche se per<br />

trovare prove considerevoli di insediamenti umani bisogna attendere l’età del Bronzo, di cui<br />

abbiamo testimonianze archeologiche in località Polada, che attestano la presenza di popolazioni<br />

caratterizzate da grande abilità tecnica e profonda organizzazione del tessuto sociale.<br />

Queste popolazioni furono integrate poi da popoli Celti provenienti dalla zona situata tra il Reno<br />

e il Danubio. Ai Celti è fatto risalire il nome stesso di Lonato che potrebbe derivare dal termine<br />

Lona che significa laghetto, acquitrino. Ai Celti seguirono i Romani a partire dal I sec. d.C., che<br />

fecero di Lonato un centro strategico sia a difesa delle possibili invasioni da nord, sia per gli<br />

approvvigionamenti.<br />

Nel VI sec. d.C. i Longobardi pongono fine alle invasioni barbariche, che sconvolsero l’impero<br />

romano; la loro dominazione dura fino al 774, quando vengono sconfitti dai Franchi. Il periodo<br />

longobardo è un momento di rinascita economica per Lonato, e ad esso risale la piccola chiesa di<br />

S. Michele a Drugolo.<br />

Tra l’XI e il XII secolo sulle terre di Lonato, per volontà degli imperatori di Germania, esercitano diritti<br />

i vescovi di Verona, i conti di Montichiari e il comune di Brescia Alla fine del 1100 le popolazioni<br />

locali riescono ad acquisire autonomia e a farsi confermare dalla protezione imperiale una serie di<br />

privilegi.<br />

Si susseguono alterne fortune fino a quando nel 1339 viene conquistato dai Visconti, che decretano<br />

che il borgo venga ricostruito e fortificato in zona più salubre e difendibile, proprio là dove ora<br />

sorge il centro storico. Nel 1354 alla morte dell’arcivescovo Giovanni Visconti e in seguito alla<br />

divisione dello stato visconteo tra i suoi tre nipoti, Lonato con Brescia, la Riviera di Salò e le valli,<br />

viene assegnata a Bernabò Visconti. In tal modo la rocca e la borgata rimangono esposti più di altre<br />

località alle continue guerre e scaramucce fra Scaligeri e Visconti. Nel 1384 Beatrice (Regina) della<br />

Scala moglie di Bernabò Visconti, succeduta a Cansignorio morto senza figli, conferma agli abitanti<br />

di Lonato tutti i privilegi ed esenzioni da tributi concessi da Azzone Visconti nel 1339 e da Giovanni<br />

Visconti nel 1348 a sollievo <strong>dei</strong> danni, saccheggi e incendi sofferti dal Comune da parte delle bande<br />

tedesche. Nell’occasione dichiara Lonato “città”.<br />

Nel 1404 divenuto signore di Brescia Pandolfo Malatesta, Caterina Visconti, per tenersi fedeli<br />

i Gonzaga, cede a Francesco Gonzaga per un debito di 60.650 lire imperiali le terre di Lonato,<br />

assieme a Castiglione delle Stiviere, Castelgoffredo e Solferino, serbando ai Visconti la signoria e<br />

salvando il diritto <strong>dei</strong> Visconti di riavere dal Gonzaga quei castelli all’atto in cui fosse restituita la<br />

somma.<br />

Nel 1431 il duca Giovanni Francesco Gonzaga, signore di Lonato anche se a nome <strong>dei</strong> Visconti,<br />

concede al Comune i primi Statuti. Passa poi al servizio di Venezia e ottiene privilegi particolari,<br />

tra i quali quello di poter imporre tributi anche ai “cives” di Brescia. Lonato è progressivamente<br />

trasformato in vera e propria fortezza, difeso dalla Rocca, cinto di forti mura munite di undici torrioni,<br />

in tre <strong>dei</strong> quali si aprono tre porte.<br />

Conclusa la pace tra Venezia e Visconti nell’agosto del 1440, Lonato passa a Venezia e nel 1441 i<br />

Gonzaga rinunciano definitivamente alla cittadina in cambio di Ostiglia.<br />

L’età del governo di Venezia si apre con una comunità irrequieta per l’eccesso di carichi fiscali, ma<br />

Venezia si conquista a poco a poco il favore della popolazione, mostrando equilibrio e saggezza.<br />

Nel 1486 Lonato viene dichiarata “fortezza” e le vengono assegnati un Provveditore, un nobile<br />

veneziano che risiede in un palazzo nella piazza centrale (ora sede dell’istituto scolastico Paola Di<br />

Rosa), e un Podestà, bresciano, che amministra la vita civile e giudiziaria da una dimora sita nella<br />

cittadella del paese.<br />

Da allora si aprono quasi tre secoli, salvo una breve parentesi di dominazione francese e spagnola<br />

nel Cinquecento, in cui il territorio lonatese diviene la più grande provincia veneta in terraferma.<br />

Risalgono al XVI secolo l’edificazione della colonna veneta prospiciente il palazzo comunale e la<br />

Torre civica completata nel 1880 con la merlatura della sommità. Anche la vita religiosa attraversa

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