Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte
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progetto 11 <strong>Sulle</strong> orme di… Ugo Da Como collezionista<br />
• Seguono le CUCINE e la scala che sale al primo piano<br />
• La CAMERA DA LETTO del Senatore è ornata dal motto latino recte facti fecisse<br />
merces est (ricompensa di una buona azione è l’averla compiuta) che costituisce<br />
una sorta di chiave di lettura della vita del proprietario; alle pareti sono conservati<br />
molti ricordi personali, in particolare fotografie o ritratti degli amici più intimi come<br />
Giuseppe Zanardelli, Pompeo Molmenti, Giangiacomo Morando<br />
• La CAMERA DEGLI OSPITI è arricchita dal pregevole armadio-libreria contenente i<br />
preziosi incunaboli collezionati dal Senatore (scheda n. 11)<br />
• lo STUDIOLO è un ambiente riservato alla lettura e allo studio, con dipinti pregevoli<br />
opera di pittori per lo più bresciani<br />
• la SALA CERUTTI, oggi destinata ad ufficio, ospita il fondo Cerutti ricco di più di<br />
3000 libri, alcuni recano l’ex libris di Jacopo Cerutti (scheda n.12); sul soffitto si<br />
legge il motto latino libris satiari nequeo. Alle pareti sono appese alcune preziose<br />
xilografie (schede nn.13,14,15)<br />
• Il CORRIDOIO corre lungo tutto il piano, è ornato dalla serie delle acquetinte con Le<br />
vedute del lago di Garda, opera del veronese Domenico Macanzoni. Interessante<br />
è anche la tavoletta lignea con ritratto femminile, proveniente dal soffitto di un<br />
palazzo nobiliare, che ora funge da mensola (scheda n.16)<br />
• L’edificio che accoglie la BIBLIOTECA fu costruito dall'ingegnere bresciano Arnaldo<br />
Trebeschi nel 1923: è il cuore della casa-museo. Comprende a piano terra la SALA<br />
DELLA VITTORIA, in cui è possibile ammirare un bel camino (scheda n.17), oltre ai<br />
numerosissimi libri e a una riproduzione in scala ridotta della celebre Vittoria alata,<br />
e al piano superiore la SALA BRESCIANA, che conserva molte opere di carattere<br />
bresciano e benacense.<br />
• IL GIARDINO privato offre un bel panorama sulla chiesetta di san Antonio e<br />
costituisce un luogo riparato e silenzioso. Sul muro esterno della Biblioteca sono<br />
collocate alcune lastre tombali cinquecentesche di importanti famiglie lonatesi<br />
(schede nn. 18 e 19)<br />
progetto 11 <strong>Sulle</strong> orme di… Ugo Da Como collezionista<br />
SCHEDA N. 1<br />
Oggetto: lastra tombale<br />
Materiale: pietra<br />
Epoca: XVI secolo<br />
Autore: lapicida dell’Italia settentrionale<br />
Dimensioni: 112 x 72 cm<br />
Descrizione: la lastra è incassata<br />
nell’intonaco murario, scolpita a bassorilievo.<br />
La lapide, bipartita orizzontalmente,<br />
presenta nella parte superiore lo stemma<br />
delle famiglia Pallavicino 1 (troncato: il primo<br />
all’aquila ad ali spiegate; il secondo partito: a<br />
sinistra scaccato, a destra un delfino).<br />
Nella parte inferiore della lapide appare la<br />
scritta dedicatoria in latino, posta al centro di<br />
una sorta di cartiglio:<br />
JOSEPH PALLAVICINUS<br />
ET MARCHIONIBUS DA VARRANO<br />
QUISQUE ILLE FUERIT HIC REQUIESCIT.<br />
OBIIT ANNI MDLXXV AETATIS SUA LI.<br />
“Giuseppe Pallavicino chiunque sia stato <strong>dei</strong> marchesi di Varano qui riposa. Morì nell’anno<br />
1575 all’età di 51 anni”.<br />
La lapide celebra la memoria di Giuseppe Pallavicino de’ Melegari, famiglia marchionale<br />
feudataria della città di Varano e residente nella stessa località in un castello, ora divenuto<br />
esempio di architettura militare quattrocentesca. Si sa che nel 1563 giunse a Lonato in<br />
qualità di medico condotto Giuseppe Pallavicino proveniente da Canneto. A lui il Senatore<br />
Ugo Da Como dedicò una parte della sua opera intitolata Umanisti del XVI secolo.<br />
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Collocazione: la lapide ora è situata sotto<br />
Piano terra<br />
il porticato adiacente alla Sala della Lettura<br />
della Casa del Podestà.<br />
Provenienza: originariamente la lastra era<br />
posta nell’atrio della Fabbriceria parrocchiale<br />
di Lonato.<br />
Note:<br />
1 - I Pallavicino o Pallavicini (discendenti<br />
da un marchese Alberto vissuto attorno al 1100) furono una delle maggiori e più antiche<br />
casate feudali dell’Italia settentrionale. Costituirono uno stato nell’area tra Cremona, Parma<br />
e Piacenza, che mantenne la sua unità fino a Orlando il Magnifico che nel 1453 lo divise<br />
tra i suoi numerosi figli, da cui ebbero origine varie linee dinastiche, tra cui quelle di Varano,<br />
Tabiano, Cortemaggiore, Busseto, Polesine e Zibello. Il capostipite <strong>dei</strong> Pallavicino di Varano fu<br />
Nicolò, marchese di Varano de’ Melegari, nell’Appennino parmigiano, il cui castello era stato<br />
costruito dal padre. Si estinsero nel 1782.<br />
Documentazione: s.v. Pallavicino, in A. Fappani (a cura di), Enciclopedia Bresciana, vol. XII<br />
ed. La Voce del Popolo, Brescia 1996<br />
Ugo Da Como, Umanisti del secolo XVI. Pier Francesco Zini suoi amici e congiunti nei ricordi<br />
di Lonato sacro ed ameno recesso su la riviera del Benaco, Zanichelli, Bologna 1928.<br />
Studente: Giada Fabbro