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Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte

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progetto 5 La memoria, il ricordo, la guerra progetto 5 La memoria, il ricordo, la guerra<br />

LA MEMORIA<br />

Quest’anno il professor Fava, ci ha fatto partecipare a questo<br />

progetto, in cui dovevamo seguire un percorso tematico all’interno<br />

del Vittoriale degli italiani.<br />

Abbiamo iniziato, seguendo il sentimento della memoria, perchè<br />

volevamo ricordare quello che d’Annunzio ha fatto. Poi, durante delle<br />

lezioni, ci ha portato all’interno del Vittoriale, per farci studiare quello<br />

che rientrava nel nostro percorso.<br />

Abbiamo compreso nel percorso:<br />

1. l’arengo: fu il luogo in cui d’Annunzio leggeva le sue poesie ai suoi spettatori e dove si<br />

ritirava per celebrare <strong>dei</strong> riti religiosi.<br />

2. la tomba della figlia Renata.<br />

3. il Mausoleo: le tombe dove riposano le sue<br />

spoglie, quelle dell’architetto Maroni e <strong>dei</strong> suoi<br />

fedelissimi amici.<br />

4. l’aereo: si colloca all’interno dell’auditorium,<br />

e ricorda il volo su <strong>Vie</strong>nna<br />

5. il volante: si trova nella Prioria, e ricorda la<br />

morte dell’amico Henry Segrave il quale aveva<br />

partecipato ad una gara di motoscafi. Era stato<br />

convinto da d’Annunzio ad intraprendere questa<br />

sfida.<br />

6. il cimitero <strong>dei</strong> cani: ricorda l’amore di<br />

d’Annunzio verso i cani… dopo la loro morte li<br />

volle seppellire nel suo giardino privato per non<br />

dimenticarli.<br />

Si chiamavano: Krissa; Zan Zan.<br />

IL RICORDO<br />

Il tema che abbiamo affrontato è quello del RICORDO, per rivivere attraverso luoghi e oggetti<br />

gli aspetti più significati della vita del Vate. Le tappe che proponiamo sono 5:<br />

1. Pilo del Piave: percorrendo il viale d’ingresso si raggiunge il Pilo del Piave, realizzato nel<br />

1935, che simboleggia l’arcata spezzata di un ponte di Piave lungo il quale l’esercito<br />

italiano rimase bloccato per dodici mesi. In quel periodo la vittoria rimase con i piedi<br />

incatenati ed è rappresentata dalla statua che sovrasta il pilo.<br />

2. Piazzetta Dalmata: prende il nome dal pilo di pietra con antenna sulla quale c’è la<br />

statua in legno della vergine. Lo zoccolo è formato da due pietre sovrapposte di una<br />

macina dell’antico frantoio che si trovava nella proprietà. Tale frantoio è ornato da otto<br />

mascheroni. In memoria della terra dalmata conquistata a seguito della Prima Guerra<br />

Mondiale.<br />

3. Prioria: è la casa in cui abitò D’Annunzio e arredata dal poeta stesso con il suo stile<br />

personalissimo. La casa è stata aperta al pubblico nel 1975. La casa del Vate ci ricorda<br />

la sua vita, le sue opere e tutto ciò che di meraviglioso è riuscito a realizzare.<br />

- Stanza della Cheli: La sala da pranzo prende il nome dalla grande tartaruga di bronzo<br />

collocata sul tavolo a monito per gli ospiti, il guscio infatti appartiene a una tartaruga<br />

vissuta nel Vittoriale e morta per indigestione di tuberose. I colori dominanti nelle pareti<br />

e nel soffitto, sono il rosso, il blu, l’oro e il nero.<br />

86 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong> 87 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong><br />

- Reliquie: ci sono ricordi di ogni genere: idoli, statue di tutte le religioni. Su un altare è<br />

posto il volante spezzato del motoscafo sul quale è morto un caro amico del poeta.<br />

Nella stanza ci sono anche cuscini tappeti e calchi. Le pareti sono tappezzate con stoffe<br />

damascate e su una trave è inciso “cinque le dita cinque le peccata”.<br />

- Officina: studio del Poeta dalla porta bassa che costringeva ad inchinarsi in omaggio<br />

all’arte. In essa si conservano manoscritti, documenti, dizionari, volumi e il gesso del<br />

volto di Eleonora Duse, “testimone velata”, della sua opera.<br />

4. Giardini privati: vennero organizzati dall’architetto G. Maroni nel 1922, e per abbellirli<br />

vennero portate piante molto amate da D’Annunzio: magnolie, palme, rose e faggi rossi.<br />

- Arengo luogo mistico dove d’Annunzio amava trascorrere il suo tempo con gli amici più<br />

cari, ricordando il passato. Dietro il trono c’è una foresta di colonne, a ricordo di tutte<br />

le vittorie della Grande Guerra. Tra di esse infine se ne distingue una più scura che<br />

sorregge un’urna con la terra del Carso.<br />

- Cimitero <strong>dei</strong> Cani: luogo molto malinconico in si trovano le tombe <strong>dei</strong> due levrieri<br />

prediletti del Vate, Krissa e Zan Zan.<br />

- Massi sacri: provengono dalle zone più aspre della prima Guerra mondiale, indicata con<br />

il carminio rosso simbolo del sangue versato.<br />

5. Nave Puglia: fu donata al poeta dalla Marina Militare nel 1923, e incastonata su un<br />

promontorio con la prua rivolta all’Adriatico. Le pareti posteriori furono realizzate in<br />

pietra e collegate alle architetture <strong>dei</strong> viali.<br />

LA GUERRA<br />

Il nostro percorso consiste nello spiegare le imprese di guerra di<br />

d’Annunzio,analizzando le tappe più importanti che Gabriele riporta in questo luogo<br />

suggestivo, il Vittoriale degli Italiani.<br />

Il nostro itinerario di guerra presenta sei tappe principali, il Pilo del Piave, del dare in<br />

brocca, il M.A.S nel quale ricordiamo la famosa e coraggiosa impresa dell’intrepido<br />

d’Annunzio, la beffa di Buccari, il volo su <strong>Vie</strong>nna e infine la nave Puglia.<br />

Abbiamo scelto questo percorso di guerra per commemorare le molteplici imprese<br />

di d’Annunzio.<br />

Iniziamo a descrivere il nostro percorso in modo più dettagliato e particolareggiato<br />

partendo dal Pilo del Piave. Questa struttura venne eretta tra il 1934 e il 1935<br />

e rappresenta l’arcata di un ponte a ridosso del fiume Piave. Sulla sommità<br />

è collocata la vittoria del Piave, con le ali frementi, ma incatenata ai piedi; è il simbolo<br />

dell’esercito italiano dopo la sofferente sconfitta di Caporetto, durante la Prima guerra<br />

mondiale. Altro pilo, situato pochi passi dopo è, quello del “dare in brocca”, ossia colpire<br />

nel segno, come è evidente nel bassorilievo che rappresenta delle frecce che colpiscono il<br />

centro del bersaglio.<br />

Un mezzo di grande rilievo nella vita di d’Annunzio è il MAS 96, con il quale compì la<br />

celeberrima impresa della beffa di Buccari. Dopo 14 ore di durissima navigazione, nella<br />

notte del 10 febbraio 1918 iniziò il trasferimento verso la costa istriana, nei pressi della baia<br />

di Buccari, dove secondo le informazioni raccolte dal servizio dell’Esercito<br />

Italiano, sostavano unità austriache, sia mercantili che militari.<br />

Il MAS 96 riuscì ad intrufolarsi per oltre ottanta miglia tra le difese costiere<br />

nemiche e raggiunse la baia di Buccari, dove lanciò siluri contro alcuni navi<br />

avversarie.<br />

Le unità italiane riuscirono a riguadagnare il largo tra le incredulità degli<br />

austriaci che non credevano possibile che fosse stato in grado di entrare<br />

fino in porto, e quindi non reagirono con le armi.<br />

L’impresa di Buccari ebbe una grande risonanza in una guerra in cui gli

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