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Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte

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Chi e dove Liceo classico Arnaldo - Brescia<br />

Classi coinvolte V ginnasio, corso E<br />

Docenti referenti Pierfabio Panazza<br />

Bettinelli Chiara, Cinquini Ketryn, Comini Beatrice, Conforti Francesca, Di Giacomo Sara, Dominici Maria Paola, Faccin Enrico, Feltri Ester, Gelonesi Laura,<br />

Giffoni Enzo, Granziero Silvia, Guerini Anna, Losio Andrea Giorgia, Maggini Emanuele, Masserdotti Anna, Mondini Valentina, Monzitta Elisa,<br />

Mordenti Silvia, Pancheri Vittoria, Petteni Davide, Piana Giulia, Rizzini Daniela, Spiazzi Anna, Stefani Elisa, Zani Paolo<br />

progetto 3 Il Cardinale Angelo Maria Querini<br />

collezionista di antichità<br />

PREMESSA<br />

La classe ha lavorato per gruppi omogenei, prendendo in considerazione la figura e<br />

l’opera del cardinale Angelo Maria Querini. L’approfondimento si è concentrato, da un lato,<br />

sull’interesse dell’alto prelato nei confronti della cultura letteraria e sulle sue raccolte librarie<br />

e, dall’altro, sulla collezione soprattutto di preziosi oggetti in avorio.<br />

Il testo che segue, frutto del lavoro in classe e di alcune visite effettuate presso il Museo<br />

della città in Santa Giulia, è derivato dall’ipertesto presentato con successo il 23 maggio<br />

2008 presso l’auditorium di Santa Giulia in occasione della esibizione in pubblico di tutti i<br />

lavori delle scuole che hanno aderito al progetto. Dalla presentazione in PowerPoint mostrata<br />

in quell’occasione sono stati estrapolati i testi e alcune delle immagini di accompagnamento:<br />

l’operazione, pur senza aggiungere e togliere nulla dall’impaginato elettronico, ha<br />

inevitabilmente ridotto l’impatto visivo e quello legato all’immediatezza informativa dovuta ad<br />

una nutrita serie di link che il supporto cartaceo non garantisce.<br />

Pagina iniziale<br />

dell’ipertesto prodotto<br />

dalla classe<br />

46 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong> 47 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong><br />

LA VITA<br />

Angelo Maria Querini nasce a Venezia il 20 marzo 1680 da<br />

Paolo Querini Stampalia e Cecilia Giustiniani; la sua è una delle<br />

famiglie più potenti del patriziato veneziano. Fin da giovanissimo<br />

il Querini manifesta una viva intelligenza, un carattere energico<br />

ed una spiccata inclinazione allo studio, in particolare nelle lingue<br />

classiche e nella matematica. Entra nel 1696 come alunno alla<br />

Badia di Firenze; nel 1702 si laurea in diritto canonico presso<br />

l’Università di Pisa e inizia un’intensa attività di ricercatore<br />

che lo porta a pronunciare, nel 1706 a Cesena, la dottissima<br />

dissertazione De Mosaicae historiae praestantia, che riscuote<br />

l’ammirazione ed il consenso non solo <strong>dei</strong> confratelli benedettini.<br />

Nel 1710 intraprende con il fratello Giovanni, un lungo viaggio per<br />

l’Europa. Ciò che lo spinge non è tanto il desiderio di compiere<br />

il “grand tour”, obbligatorio per i nobili dell’epoca, quanto la<br />

profonda sete di conoscenza ed il desiderio di confrontarsi con i<br />

letterati e gli eruditi europei. Il viaggio dura più di tre anni: Francia,<br />

Inghilterra, Belgio, Olanda. Rientrato in Italia ha l’incarico di<br />

riordinare i codici orientali della Biblioteca Vaticana.<br />

Nel frattempo inizia a studiare con attenzione la storia dell’Ordine<br />

Benedettino, con l’intenzione di pubblicare una grande opera<br />

di carattere storico. Il progetto si ferma alla sola dissertazione iniziale, stampata a Roma<br />

nel 1717, e non prosegue a causa della censura del S. Uffizio. In quello stesso anno viene<br />

nominato Consultore della Congregazione per l’esame <strong>dei</strong> libri liturgici greci e orientali.<br />

Nel 1721 l’elezione ad Abate Generale dell’Ordine Benedettino.<br />

Due anni più tardi giunge inaspettata la nomina alla cattedra episcopale di Corfù dove<br />

rimane fino al 1727. Nell’isola greca non tarda ad istituire ottimi rapporti con la comunità<br />

locale e gli Ortodossi, senza abbandonare gli studi. Con la nomina a cardinale, due nuovi<br />

incarichi: Consultore del Santo Uffizio e vescovo di Brescia. Il solenne ingresso nella diocesi<br />

lombarda avviene il 19 marzo 1728.<br />

Il presule inizia, fin dai primi giorni, ad attuare un programma pastorale intenso: incentiva<br />

la fabbrica del Duomo nuovo e di numerose chiese della diocesi, sostiene i conventi e le<br />

parrocchie, cura con grande attenzione la formazione morale ed intellettuale del clero.<br />

A Roma, tuttavia, non si vedevano di buon occhio i suoi rapporti con i Protestanti, filosofi ed<br />

eruditi. Fra i tanti: Federico II di Prussia, Voltaire, Reimar, Raverdy, Hundertmark, Mencken. Il<br />

mondo culturale tedesco aveva accolto il Querini con onore e lo aveva chiamato a far parte<br />

di numerose Accademie, fra le quali le più significative erano certamente quelle di Berlino, di<br />

<strong>Vie</strong>nna e di Olmütz.<br />

Nel 1723 ebbe anche la nomina di prefetto della Biblioteca Vaticana, alla quale fece dono di<br />

un ingente numero di volumi.<br />

Durante il suo episcopato Brescia diventa un centro culturale di incontro e di dibattito. Nel<br />

1731 è Prefetto della Biblioteca Vaticana fino alla morte avvenuta nel 1755. Quello che per<br />

i bresciani rappresenta il provvido pastore, per la Curia pontificia si rivela ben presto una<br />

spina nel fianco.<br />

Il carattere energico, spesso polemico, unito ad una volontà politica fuori dal comune, lo<br />

portato, in taluni casi, a porsi in contrasto con le direttive pontificie.<br />

QUERINI E BRESCIA<br />

Tra la seconda metà del ‘600 e la fine del ‘700, sull’onda illuministica di rinnovamento<br />

culturale, molte città italiane istituirono proprie biblioteche, fondandole ex novo o sviluppando<br />

nuclei preesistenti. I governi locali infatti erano inclini all’apertura di biblioteche nei centri<br />

urbani e attivi sul piano culturale per favorire l’accesso a una più ampia schiera di studiosi<br />

e non più quindi limitandolo agli specialisti. I centri della formazione intellettuale non sono<br />

Ritratto del card. Querini<br />

conservato nella Biblioteca<br />

Queriniana (prima del 1747)

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