Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte
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progetto 11 <strong>Sulle</strong> orme di… Ugo Da Como collezionista<br />
4 - LA CASA DEL PODESTà<br />
4.1 - La casa-museo<br />
Il Senatore Ugo Da Como acquistò l’antica Casa del Podestà veneto nel 1906,<br />
aggiudicandosela ad un’asta pubblica per la cifra di mille lire.<br />
Prima di morire egli lasciò tutto quanto aveva creato a una Fondazione da lui stesso<br />
istituita. Egli così affermò: “Intendo giovare con le mie raccolte d’arte e di storia, coi<br />
libri, gli incunaboli, i codici, i manoscritti, agli studi, svegliando nei giovani l’amore alle<br />
conoscenze […]; intendo che la casa detta del Podestà, le annesse biblioteche, e i<br />
mobili rimangono come ora si trovano senza cambiamenti che ne pregiudichino l’attuale<br />
armonia. L’animo, che creò e raccolse, ebbe questa visione, che spera non sia turbata”.<br />
L’intenzione del Senatore era chiara e riprendeva una tendenza iniziata nella metà<br />
dell’Ottocento: quella di istituire musei cosiddetti “privati”, non dipendenti dallo Stato e da<br />
Enti locali, allo scopo di offrire un contributo prezioso alla conservazione della memoria<br />
storica e allo sviluppo della cultura.<br />
Subito dopo l’acquisto Ugo Da Como aveva affidato il restauro della casa al celebre architetto<br />
bresciano Antonio Tagliaferri, che cercò di mantenersi fedele all’originaria costruzione<br />
intervenendo in stile neo-rinascimentale, secondo il gusto decorativo di quel periodo.<br />
La Casa del Podestà divenne così nel tempo una sorta di locus amoenus, in cui Ugo<br />
Da Como poteva coltivare l’otium dedicandosi alla lettura e alla ricerca, in uno scenario<br />
suggestivo favorito dalla quiete e dal silenzio che vi regnavano.<br />
Infatti, se inizialmente la residenza venne utilizzata dal Senatore e dalla moglie Maria<br />
Glisenti soprattutto durante il periodo estivo, in seguito, a partire cioè dal 1926, essa diverrà<br />
rifugio preferito, fino a diventare dimora stabile, luogo perfetto dove coltivare la passione<br />
per il collezionismo e lo studio storico; frequenti anche gli incontri con gli amici più cari per<br />
dialogare degli interessi comuni che li legavano con affetto sincero. La casa si arricchì negli<br />
anni Venti dell’edificio della Biblioteca, commissionato appositamente all’ingegnere Arnaldo<br />
progetto 11 <strong>Sulle</strong> orme di… Ugo Da Como collezionista<br />
Trebeschi, per contenere l’enorme quantità di libri che andava acquistando.<br />
Ugo Da Como raccolse amorevolmente e con instancabile passione non solo libri, dipinti<br />
e mobili, ma anche numerosi oggetti d’arte applicata. Appare chiaro il desiderio del<br />
collezionista: raccogliere documenti di interesse storico-iconografico, creando le condizioni<br />
per conservarli nel tempo e studiarli.<br />
Così la facciata venne arricchita da suggestivi motivi ornamentali a graffito e decorata da<br />
numerosi frammenti in pietra, marmo, terracotta, oltre che da antichi stemmi nobiliari,<br />
a imitazione <strong>dei</strong> palazzi comunali della Toscana; le stanze del piano terra, destinate al<br />
ricevimento e quella del primo piano, più intime e raccolte, furono ornate con magnifici<br />
camini, soffitti con tavolette lignee cinquecentesche provenienti dalle case della nobiltà<br />
locale, mobili, seggiole, divani, ricercati con cura presso gli antiquari, porcellane, peltri e<br />
albarelli di farmacia; alle pareti furono appesi alcuni quadri della collezione paterna, cui<br />
si aggiunsero quelli che lo stesso Senatore andò nel tempo acquistando con meticolosa<br />
ricerca.<br />
4.2 - Il percorso museale<br />
166 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong> 167 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong><br />
• L’edificio che Ugo Da Como fece costruire all’esterno della Casa del Podestà è<br />
composto da una SALA DI LETTURA, da ambienti per ospitare studiosi e da un<br />
PORTICATO adiacente, nel cui muro di cinta è alloggiata una lastra tombale della<br />
Famiglia Pallavicino (scheda n. 1)<br />
• Nel CORTILE ESTERNO su cui sia affaccia la Casa del Podestà, da cui si ha<br />
l’accesso principale al museo, è collocato un pozzo (scheda n. 2) facente parte del<br />
sistema di approvvigionamento idrico della Cittadella nel Cinquecento<br />
• La GALLERIA, situata al piano terra, è il risultato del tamponamento di un ampio<br />
porticato caratterizzato da tre archi acuti: essa costituisce oggi l’ingresso alla Casa,<br />
assumendo la funzione delle antiche armerie. Alle pareti sono dipinti gli stemmi <strong>dei</strong><br />
Podestà veneti che si sono succeduti alla guida del paese e, sulla parete di fronte<br />
all’ingresso, sono collocati alcuni strappi d’affresco posti su tela raffiguranti Uomini<br />
d’arme, tra i quali il capitano Virginio Orsini (scheda n. 3)<br />
• Lo STUDIO è la stanza in cui il Senatore si dedicava al lavoro sulla scrivania, posta<br />
in prossimità di una trifora con vetri piombati e colorati; alle pareti sono appesi<br />
riconoscimenti e titoli del Senatore, oltre a un importante dipinto, ritenuto per molto<br />
tempo il ritratto di Veronica Gambara, oggi più correttamente pensato come il<br />
ritratto di Cristina di Lorena (scheda n. 4)<br />
• La SALA ROSSA raccoglie numerosi dipinti di origine lombarda e veneta<br />
appartenenti alla ricca quadreria che fu già del padre di Ugo Da Como; tra l’arredo<br />
celebre è il busto marmoreo di Cicerone (scheda n. 5), dono di Giuseppe Zanardelli,<br />
e una bella credenza di manifattura romana (scheda n. 6)<br />
• Il SALOTTINO blu è la stanza di ricevimento di Maria Glisenti, moglie del Senatore;<br />
è un salottino intimo, con ricordi personali e famigliari. Ospita anche il quadro di<br />
Marco Ricci Paesaggio arcadico con armenti (scheda n. 7) e un’incisione con il<br />
medesimo soggetto di Giovanni Volpato (scheda n. 8)<br />
• La SALA ANTICA è la prima delle sale da pranzo, arredata in stile quattrocentesco<br />
con soffitto a cassettoni policromo e abbellita dalla presenza di molti albarelli<br />
da farmacia; sulla parete è appeso un affresco strappato con cornice lignea<br />
raffigurante la Madonna del latte (scheda n. 9)<br />
• La SALA DA PRANZO presenta una serie di maioliche disposte anche sulle pareti<br />
• La SALA DEI PELTRI custodisce moltissimi oggetti in peltro e dipinti alle pareti, tra<br />
cui una formella a bassorilievo raffigurante La Madonna del latte con il Bambin<br />
Gesù e angeli (scheda n.10)<br />
• Il TINELLO si presenta come il luogo più raccolto della casa, arredato con sobrietà;<br />
il tavolo è apparecchiato con stoviglie di Wedgwood e vetri soffiati