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Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte

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progetto 6 D’Annunzio esteta: gli animali, gli oggetti da collezione progetto 6 D’Annunzio esteta: gli animali, gli oggetti da collezione<br />

tra i volatili il re.<br />

Maestoso, orgoglioso e fiero,<br />

sono pavone.<br />

Il pavone è simbolo di maestosità, magnificenza e prodigalità, ma anche superbia e vanità.<br />

SERPENTE<br />

Sì, sono il serpente,<br />

tra gli animali il più temuto,<br />

ma non prender paura,<br />

qui son posto a difesa<br />

e tutela anche tua.<br />

Col cilindrico mio corpo,<br />

privo di zampe, procedo<br />

tortuosamente strisciando<br />

tra gli anfratti del terreno.<br />

Per la fatale forza del veleno<br />

e la mia presunta astuzia,<br />

presso i popoli esaltato<br />

son da sempre anche adorato.<br />

Abito la terra, sibilando entro caverne,<br />

sinuoso scivolo nel mare,<br />

cambio pelle e son creduto immortale.<br />

Disteso ed annodato,<br />

piegato in doppio, anche linguato<br />

sono qui rappresentato;<br />

presso lignee porte o su esotico altare<br />

sentinella, guardiano e nume tutelare.<br />

Nella tradizione cristiana, il serpente, animale della terra e delle tenebre, rappresenta il buio,<br />

l’ombra, la morte, il male. In altre culture, in particolare asiatiche, le peculiarità naturali<br />

del serpente impressionano l’immaginazione concretandosi in diversi simboli e concezioni<br />

religiose: ad esempio la forza del micidiale veleno lo trasforma in un temibile guardiano;<br />

invece la possibilità di cambiar pelle lo fa considerare simbolo di immortalità, eterna<br />

giovinezza e, quindi, fecondità. In Oriente, il serpente, creduto immortale, è identificato<br />

con gli spiriti <strong>dei</strong> defunti, onorati come eroi o antenati, quindi è ritenuto il nume tutelare<br />

domestico o familiare.<br />

Nella dimora di G. D’Annunzio, il serpente è simbolo di protezione della casa ed è posto<br />

anche a difesa e tutela <strong>dei</strong> suoi abitanti.<br />

TARTARUGA<br />

Ed io sono la tartaruga:<br />

un rettile antico e preistorico,<br />

ma una creatura simpatica.<br />

Terrestre, ma anche acquatica,<br />

ho il corpo in un robusto<br />

scudo corneo racchiuso,<br />

da cui il capo sporge,<br />

insieme a zampe e coda.<br />

Con fare timido e schivo,<br />

sulla terra goffa appiattita<br />

molto lenta cammino.<br />

Semplice son di modi ed umile,<br />

ma vorace e mai sazia di cibo,<br />

saggia, comunque, longeva mi stimo.<br />

Qui bronzea, con grande carapace,<br />

a capo tavola mi puoi vedere,<br />

per indigeste tuberose morta,<br />

di frugalità agli ospiti<br />

ricordo e monito.<br />

98 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong> 99 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong><br />

Nella più antica simbologia cristiana la tartaruga, per il tellurismo, ( come suggerisce l’etimo<br />

stesso della parola che deriva forse dal greco tardo “tartorouchos”, propriamente “abitatore”,<br />

da “échein”– abitare, del Tartaro ), rappresentava lo spirito del male. Ma, in genere, questo<br />

animale è la celebrazione dell’umiltà, e, poiché vive a lungo, anche della longevità che porta<br />

con sé saggezza, vecchiezza e vetustà. La tartaruga è considerata anche simbolo di eternità<br />

e dell’ordine immutabile del cosmo.<br />

La tartaruga, cui si accenna nel testo poetico, si trova nella sala da pranzo, detta della<br />

Cheli, ( dal greco “chelys” – testuggine ). Essa è una scultura di bronzo di Renato Brozzi,<br />

incastonata nel carapace di una vera tartaruga, che era morta nei giardini del Vittoriale per<br />

indigestione di tuberose. D’Annunzio l’aveva messa lì per ricordare ai suoi ospiti di essere<br />

frugali, perché avrebbero potuto fare la fine della tartaruga. L’animale, posto a capo tavola,<br />

fa parte di una composizione simbolica formata da altre tartarughe e pavoni realizzati con<br />

materiali preziosi.<br />

I significati di tale scultura sono diversi:<br />

- può alludere a d’Annunzio stesso isolato e recluso nella sua città – dimora del Vittoriale, se<br />

si tiene conto dell’iscrizione “Intra me maneo” (Resto dentro di me);<br />

- può anche riferirsi alla Poesia, alla missione di d’Annunzio come poeta - Vate, poiché<br />

Apollo costruì la sua cetra utilizzando il carapace di una tartaruga;<br />

- può, infine, ricordare agli ospiti che è necessario essere frugali e sobri, se si vuol essere<br />

longevi nel corpo, ma soprattutto nello spirito.<br />

Proposte didattiche<br />

Tale esperienza di lavoro può offrire ai colleghi, sia della scuola elementare, sia della scuola<br />

media di primo e secondo grado, degli interessanti e motivanti percorsi <strong>didattici</strong>, differenziati<br />

per tipologia, a seconda del grado di scuola di riferimento.<br />

Scuola Elementare e Scuola Media di I grado.<br />

Le “schede animali” si possono utilizzare a completamento di un modulo di studio sul poeta<br />

G. D’Annunzio:<br />

- per ampliare il patrimonio lessicale degli allievi svolgendo uno studio sul significato<br />

<strong>dei</strong> vocaboli utilizzati;<br />

- per far acquisire e/o consolidare e/o potenziare le capacità di scrittura nell’ambito<br />

del testo descrittivo e/o poetico, elaborando descrizioni naturalistiche di animali;<br />

- per far acquisire e/o consolidare il valore semantico di simbolo, in particolare il<br />

significato simbolico degli animali, riferito, anche e soprattutto, agli animali-oggetti<br />

da collezione, appartenenti al mondo della natura o del mito e della fantasia, posti<br />

all’interno della dimora del poeta G. D’Annunzio presso il “Vittoriale degli Italiani”;

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