Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte
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progetto 11 <strong>Sulle</strong> orme di… Ugo Da Como collezionista<br />
confermare la devozione di Cristina di Lorena alla chiesa cattolica. Il medaglione accanto alla<br />
cintura contiene il ritratto di Ferdinando I Granduca di Toscana, suo marito.<br />
Collocazione: il dipinto è collocato nello<br />
studio di Ugo Da Como, sulla parete dietro Piano terra<br />
alla scrivania. Il Senatore scelse di collocare il<br />
quadro di Cristina di Lorena accanto al ritratto<br />
del figlio Cosimo II de’ Medici e all’icona<br />
della Vergine Annunciata, molto venerata<br />
dai Medici. Questo dimostra che Ugo Da<br />
Como avesse già scoperto la falsa identità<br />
del personaggio del dipinto e che fosse a<br />
conoscenza della vera identità della donna ritratta: non Veronica Gambara, ma Cristina di<br />
Lorena.<br />
Provenienza: Ugo Da Como acquistò questo dipinto per Lire 2600 presso la Bottega di<br />
Arturo Bottarelli, antiquario pavese, come il ritratto della poetessa bresciana Veronica Gambara<br />
(Pralboino, 1485 - Correggio, 1550). E il dipinto fu per molto tempo ritenuto tale.<br />
Studi recenti condotti da Stefano Lusardi dimostrano che nella vedova del quadro si può<br />
riconoscere il ritratto di Cristina di Lorena per i seguenti motivi:<br />
- Veronica Gambara muore nel 1550 e il dipinto è datato intorno al XVII secolo: non è<br />
facilmente spiegabile la riproposizione di un personaggio vissuto nel secolo precedente;<br />
- l’abbigliamento del personaggio non è coerente con la sua epoca; si tratta infatti di un<br />
abito vedovile conforme alla moda secentesca;<br />
- alcuni particolari confermano l’appartenenza alla casata <strong>dei</strong> Medici, come il medaglione<br />
raffigurante il marito Ferdinando e il breviario, segno della sua fede bigotta;<br />
- è riconoscibile la fisionomia di Cristina di Lorena confrontandola con il vasto repertorio<br />
mediceo, come il ritratto di Justus Sustermans e un altro ritratto del Titi<br />
Documentazione: Stefano Lusardi, Sul presunto ritratto di Veronica Gambara, in<br />
“Commentari dell’Ateneo”, Brescia 2000; M. Zambolo, Il ritratto di Cristina di Lorena in<br />
mostra a Correggio. Sull’esposizione di un ritratto “presunto” in “I Quaderni della Fondazione<br />
Ugo Da Como”, 14/2008<br />
Studenti: Francesca Panni e Arianna Faitini<br />
SCHEDA N. 5<br />
Oggetto: Busto di Cicerone<br />
Materiale: viso e collo di marmo bianco, toga di marmo<br />
screziato<br />
Epoca: tra il XVIII e XIX secolo<br />
Autore: ignoto<br />
Dimensioni: 89 x 78 x 38 cm<br />
Descrizione: sul busto togato, il capo, ben eretto e frontale,<br />
conferisce alla scultura un’espressione seria. I lineamenti del volto<br />
sono caratterizzati da rughe di espressione agli angoli della bocca<br />
e fanno pensare a un uomo di mezza età. La bocca si presenta<br />
abbastanza carnosa e sormontata da un naso forte e diritto.<br />
progetto 11 <strong>Sulle</strong> orme di… Ugo Da Como collezionista<br />
La toga ricade con un panneggio ordinato e<br />
composto.<br />
Collocazione: il busto si trova nella Sala<br />
Rossa, sala di rappresentanza della Casa del<br />
Podestà: attraverso la considerazione attribuita<br />
a questo oggetto che raffigura il personaggio<br />
di Cicerone, Ugo Da Como onora la memoria<br />
di Zanardelli 1 , amico carissimo, valente politico<br />
e uomo di legge, cui la scultura apparteneva.<br />
174 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong> 175 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong><br />
Provenienza: il busto si trova nella Fondazione grazie alla volontà testamentaria di<br />
Giuseppe Zanardelli, il quale lo donò a Ugo Da Como. In precedenza si trovava nella Sala<br />
d’Onore della villa di Fasano, che l’architetto Antonio Tagliaferri aveva progettato per lo<br />
Statista. Lo stesso architetto bresciano realizzò il progetto di restauro della Casa del Podestà<br />
di Lonato per volere di Ugo Da Como.<br />
Note: 1- Giuseppe Zanardelli (Brescia 1826 - Maderno 1903) fu un importante uomo<br />
politico bresciano, che ricoprì vari incarichi di governo: come Ministro della Giustizia nel<br />
governo Depretis fece approvare nel 1888 il nuovo codice penale dell’Italia unita che aboliva<br />
la pena di morte. Sarà Capo del Governo dal 1901 al 1903.<br />
Documentazione: Guido Bustico, Il sentimento dell’arte e della natura in Giuseppe<br />
Zanardelli, in “Illustrazione bresciana”, 16 luglio 1916<br />
Studente: Paolo Zanetti<br />
SCHEDA N. 6<br />
Oggetto: Credenza<br />
Materiale: legno lastronato in radica<br />
Epoca: prodotto nel XVII secolo, ma soggetto ad alcune modifiche<br />
nel XIX secolo<br />
Autore: probabilmente di fattura romana<br />
Dimensioni: 135 x 150 x 60 cm<br />
Descrizione: la parte esterna del mobile presenta due ante caratterizzate da specchiature<br />
lastronate di radica. La ferramenta del cassetto posto sopra le ante è in bronzo sagomato, mentre<br />
le specchiature verticali delle due ante presentano al centro i segni di una precedente collocazione di<br />
elementi metallici (simili a quello presente sul cassetto), dai quali si evince che originariamente le sei<br />
specchiature delle due ante erano altrettanti fronti di una cassettiera.<br />
Piano terra<br />
Studente: Marco Cantarini<br />
Piano terra<br />
Collocazione: la credenza è situata<br />
ora nella Sala rossa, cioè nel salotto di<br />
rappresentanza della Casa del Podestà<br />
Provenienza: non è stata rintracciata alcuna<br />
documentazione relativa all’acquisto e alla<br />
provenienza del mobile.<br />
Documentazione: notizie raccolte presso la<br />
Fondazione Ugo Da Como