Percorsi didattici Sulle orme… dei collezionisti - Vie dell'Arte
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Dopo aver riletto<br />
il testo sui palazzi<br />
nobiliari, abbiamo<br />
proposto le<br />
immagini di alcune<br />
parti del palazzo.<br />
Informazioni tratte, tra l’altro, da:<br />
Conferenza di Maurizio Mondini,<br />
dal ciclo Brescia La forma<br />
della città, organizzato dalla IX<br />
circoscrizione;<br />
G.P.Treccani Particolarità<br />
e caratteristiche della<br />
produzione di residenza<br />
nobiliare, dagli Atti del IV<br />
seminario sulla didattica <strong>dei</strong> beni<br />
culturali.<br />
progetto 2 <strong>Sulle</strong> orme del Cardinal Querini<br />
I PALAZZI NOBILIARI<br />
Come per le chiese, anche per i palazzi il gusto barocco tardò ad affermarsi in campo architettonico,<br />
per imporsi invece nella ricca decorazione degli interni. Come caratteristiche tipiche del XVII secolo<br />
possiamo notare i portali a bugnato semplice o prospettico, i caratteristici balconi dalle ringhiere<br />
in ferro battuto “inginocchiate” (bombate) ed i mensoloni sottogronda, che rispetto al secolo<br />
precedente acquistano una maggiore rotondità e sono più riccamente ornati. Il Settecento vede un<br />
grande fervore edilizio nell’edificazione o nell’ampliamento ed abbellimento del palazzo; attraverso<br />
la propria abitazione, infatti, la nobiltà intende affermare il prestigio del casato e testimoniare<br />
attraverso l’imponenza e la magnificenza della costruzione l’importanza, la ricchezza, il decoro e<br />
l’autorità raggiunta dalla famiglia.<br />
Il palazzo del Settecento raccorda in sé tre mondi, come ben fa notare Gian Paolo Treccani: il mondo<br />
privato dell’abitazione, il mondo pubblico con i suoi caratteristici ambienti di rappresentanza per le<br />
occasioni mondane ed il mondo naturale del giardino e del paesaggio, così ricco di significati per<br />
la cultura barocca. Una delle caratteristiche delle dimore cittadine sorte in questo secolo è infatti<br />
il desiderio di applicare nell’ambito urbano modalità tipiche della villa di campagna, nonostante la<br />
limitatezza dello spazio disponibile in città. Il giardino è separato talvolta dal cortile da cancellate<br />
e balaustre, è arricchito con fontane e statue, diventa lo sfondo di effetti scenografici che hanno<br />
lo scopo di ingannare l’occhio per dilatare lo spazio, in analogia con gli affreschi degli interni<br />
che abbiamo già osservato in precedenza. Gli spazi verdi, solitamente bea visibili dai portali o<br />
dalle cancellate, si collocano talvolta all’esterno del palazzo, portando nelle strade della città una<br />
nota di originalità, come nei palazzi Scardi in Via Trieste e Ferraroli in Contrada S. Croce. Anche il<br />
palazzo Martinengo di Villagana aveva un giardino esterno, ora scomparso, abbellito da fontane<br />
monumentali.<br />
L’effetto scenografico non si instaurava solo nel rapporto palazzo-giardino, ma anche tra palazzo<br />
e città. Ripensiamo a palazzo Soardi, come appare al passante per Via Trieste: il bellissimo portale<br />
fa da cornice ad una lunga prospettiva, che attraversa l’androne il cortile ed il ricco colonnato per<br />
1) Decorazione “trompe-l’oeil”<br />
2) Salone<br />
3) Scalone<br />
4) Androne<br />
progetto 2 <strong>Sulle</strong> orme del Cardinal Querini<br />
32 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong> 33 Le vie dell’arte <strong>Sulle</strong> <strong>orme…</strong> <strong>dei</strong> <strong>collezionisti</strong><br />
raggiungere il giardino ricco di specie arboree e di un laghetto. Sul fronte opposto un cono<br />
prospettico di eccezionale effetto prende avvio da Via Cattaneo e attraversa il giardino, il<br />
colonnato, il cortile, l’androne, un tratto di Via Trieste e termina sulla famosa statua del Nettuno,<br />
posta in un giardinetto innanzi all’ingresso principale.<br />
Di grande effetto anche la soluzione di palazzo Uggeri, edificato tra il 1750 ed il 1760<br />
da Antonio Marchetti di fronte alla chiesa della Pace, che sfrutta il terrapieno delle mura<br />
medioevali per la creazione di ambientazioni paesaggistiche all’interno del palazzo stesso.<br />
La pianta <strong>dei</strong> palazzi presenta generalmente tre ali, che formano una U e racchiudono<br />
all’interno cortile e giardino; talvolta la forma è ad L, e solo in pochi casi utilizza lo schema di<br />
pianta tipico dell’hotel francese, in cui la court d’honneur si trova al centro dell’edificio e le due<br />
ali avanzanti, spesso raccordate da una cancellata, costituiscono il fronte strada, e permettono<br />
ai cittadini, attraverso la trasparenza del ricco cancello, di godere lo spettacolo dell’arrivo della<br />
carrozza.<br />
All’ interno si realizzano grandiosi vani di rappresentanza: con maggiori dimensioni<br />
rispetto al secolo precedente, al salone ed alla galleria si aggiunsero lo scalone e l’atrio<br />
porticato, oltre ad una serie di sale e salotti variamente utilizzati, collegati tra loro in modo<br />
diretto, sul modello dell’enfilade del chateau francese. Sempre su modello francese fanno la<br />
loro comparsa nuovi locali, come la salle de concerts, particolarmente diffusa nelle dimore<br />
nobiliari bresciane, insieme alla sontuosità degli arredi ed alla singolare bellezza e ricercatezza<br />
<strong>dei</strong> trompe-l’oeil.<br />
Mentre cosi cresce il numero delle sale per ricevere, per le feste e la rappresentanza,gli spazi<br />
dedicati alla residenza si ritirano progressivamente negli appartamenti più piccoli e comodi<br />
(ed in inverno più caldi), situati nelle ali del palazzo. Diviene consuetudine sempre più diffusa<br />
collocare gli spazi “pubblici “ nella parte dell’edificio che si affaccia sulla strada e la residenza<br />
per la vita “privata” nei corpi di fabbrica interni al palazzo, a più stretto contatto con l’ambiente<br />
naturale del giardino.<br />
5) Trionfo barocco<br />
6) Portico<br />
7) Portale<br />
8) Cancellata barocca