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Lorenzo Natali in Europa

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L’aria di buon padre di famiglia, sottol<strong>in</strong>eata dai baffi folti e spioventi, e lo sguardo<br />

bonario mascheravano una tenacia e un’energia <strong>in</strong>esauribili. Difendeva con determ<strong>in</strong>azione<br />

e grande coraggio i pr<strong>in</strong>cipi e le idee nei quali credeva. Mi ricordo che una<br />

volta mi accennò a quello che lui considerava il suo primo <strong>in</strong>tervento politico pubblico<br />

<strong>in</strong> Italia. All’Aquila, dove risiedeva, avevano annunciato un comizio dell’onorevole<br />

Umberto Terrac<strong>in</strong>i, politico di grande carisma, uno dei fondatori del Partito Comunista<br />

italiano. <strong>Natali</strong>, che era attivo nella Democrazia Cristiana, considerava essenziale,<br />

<strong>in</strong> quel momento tumultuoso del primo dopoguerra, che ci fosse un contraddittorio.<br />

Nessuno dei politici del suo partito si era però dichiarato disponibile.<br />

Fu qu<strong>in</strong>di lui, giovane ed <strong>in</strong>esperto, a prendere il rischio presentandosi <strong>in</strong> piazza il<br />

giorno fatidico. Ne uscì, mi disse, con le ossa rotte. Però quell’atto di coraggio gli<br />

procurò, <strong>in</strong> città, molta simpatia da parte della “maggioranza silenziosa” che condivideva<br />

le sue idee. Gli permise <strong>in</strong>oltre di acquisire esperienza che mise rapidamente<br />

a frutto <strong>in</strong> occasioni successive.<br />

Avevo, nel Gab<strong>in</strong>etto, la responsabilità dell’agricoltura, settore che era sempre<br />

stato al centro degli <strong>in</strong>teressi di <strong>Natali</strong>. Era un settore importante per l’economia dell’Abruzzo,<br />

regione nella quale era eletto. <strong>Natali</strong> era stato, per tre volte, m<strong>in</strong>istro dell’agricoltura.<br />

In uno dei tre mandati, nel marzo del 1971, la sua tenacia era stata determ<strong>in</strong>ante<br />

per l’adozione delle prime direttive di politica agricola delle strutture,<br />

proposte dalla Commissione nel quadro del ”Piano Mansholt”. Era molto legato alla<br />

Coldiretti, organizzazione agricola nella quale aveva ricoperto posti direttivi.<br />

La politica agricola costituiva all’epoca una delle pr<strong>in</strong>cipali preoccupazioni di<br />

Bruxelles. La spesa agricola rappresentava più del settanta per cento del bilancio comunitario<br />

ed era <strong>in</strong> crescita esponenziale. Le prospettive d’adesione di Spagna e Portogallo,<br />

forti produttori agricoli, avevano acutizzato il dibattito sui costi della Politica<br />

agricola comune (Pac). L’aumento costante della produzione, stimolata dagli alti<br />

prezzi politici comunitari, determ<strong>in</strong>ava eccedenze che dovevano essere smaltite con<br />

sovvenzioni crescenti. Alla spesa per il sostegno dei prezzi dei prodotti cont<strong>in</strong>entali<br />

(cereali, latte, carne e zucchero) si era aggiunta quella per i prodotti mediterranei<br />

(frutta e legumi, v<strong>in</strong>o, olio d’oliva e tabacco) che com<strong>in</strong>ciava ad essere molto consistente.<br />

Le esportazioni sovvenzionate sul mercato mondiale erano all’orig<strong>in</strong>e di un<br />

contenzioso permanente con gli Stati Uniti e con i paesi <strong>in</strong> via di sviluppo. Le modalità<br />

d’<strong>in</strong>tervento proprie ai prodotti mediterranei facilitavano campagne scandalistiche<br />

sulla stampa. Ci si confrontava spesso con articoli virulenti contro la Commissione<br />

per le arance ritirate dal mercato e schiacciate dai trattori <strong>in</strong> Sicilia o per le frodi,<br />

purtroppo ricorrenti, nel settore dell’olio d’oliva o del v<strong>in</strong>o.<br />

Nei quattro anni di permanenza al Gab<strong>in</strong>etto ricordo, come sottofondo dom<strong>in</strong>ante,<br />

il lungo e difficile negoziato imposto da Margaret Thatcher, determ<strong>in</strong>ata a ridurre<br />

il contributo britannico al bilancio comunitario, che giudicava sproporzionato al peso<br />

economico del paese. L’obiettivo dichiarato era di ridimensionare la spesa agrico-

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