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Lorenzo Natali in Europa

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L’epoca non era ancora segnata dal digitale, dall’<strong>in</strong>formatica, dalla tecnica del<br />

perfezionismo e dell’audiovisivo implacabile. Non esistevano ancora i computer,<br />

non esistevano i telefon<strong>in</strong>i e le comunicazioni da ufficio ad ufficio si facevano tramite<br />

un gracchiante apparecchio telefonico che il più delle volte ci faceva fare un<br />

balzo di spavento sulla sedia. Qualche raro fax era a disposizione di molti (e molto<br />

spesso bruciava il documento da trasmettere). Le fotocopiatrici pure non erano fidate:<br />

molte volte il foglio usciva “con la permanente a boccoli”. Una piccola modifica<br />

a un documento richiedeva ribattiture su piccole macch<strong>in</strong>e da scrivere elettriche<br />

e carta carbone per almeno dieci sgangherate copie. La lotta era sempre contro<br />

il tempo.<br />

L’archivista Giancarlo Pau preparava dei dossier enormi per le riunioni della<br />

Commissione: bisognava portarli con il carrello f<strong>in</strong>o al salone dell’Esecutivo, ma lui<br />

teneva moltissimo che l’onorevole <strong>Natali</strong> fosse colui che “aveva sempre tutto” e non<br />

avesse mai bisogno d’antecedenti, precedenti, note. In questo, Pau era assecondato<br />

da tutti i membri del Gab<strong>in</strong>etto: era una gara di solidarietà ed orgoglio.<br />

Un atteggiamento del genere dipende, a mio avviso, sempre e solo, dalla personalità<br />

del ‘condottiero’ e si verifica solo quando il capo sa fare sentire i suoi collaboratori<br />

“un patrimonio da non disperdere”. Nessuno di noi era relegato al grado dell’organigramma,<br />

che prevedeva gerarchie: noi tutti, per l’onorevole <strong>Natali</strong>, eravamo coadiutori<br />

a tutti gli effetti e sempre.<br />

La vita di tutti i giorni<br />

In dodici anni successero molte cose. Cose bellissime: come matrimoni e formazione<br />

di nuove famiglie tra i più giovani, o come promozioni, o come i grandi successi<br />

delle sue mediazioni. Un fatto che entusiasmò l’onorevole <strong>Natali</strong> fu l’apertura del<br />

tunnel del Gran Sasso (il 30 ottobre 1980) fatta da Papa Wojtyla. Si fece accompagnare<br />

dall’amico vicepresidente Ortoli. Entrambi rientrarono a Bruxelles soddisfatti.<br />

Ci portò un mare di giornali e tutti notammo l’enorme eco sulla stampa! Lui ci disse:<br />

“L’Abruzzo com<strong>in</strong>cia a uscire dalla condizione d’isolamento secolare! I risultati verranno<br />

subito!”.<br />

Aveva il sorriso di un bamb<strong>in</strong>o che ha v<strong>in</strong>to una gara. Quella era un’opera cui aveva<br />

<strong>in</strong>iziato a lavorare da ancora giovane deputato abruzzese, <strong>in</strong>sieme alla modernizzazione<br />

dell’agricoltura e all’organizzazione dei mercati. Quella struttura di comunicazione<br />

primaria, f<strong>in</strong>almente realizzata, consentiva alla sua Regione del Mezzogiorno<br />

di identificarsi con il miracolo dello sviluppo italiano e di non restare relegata nel<br />

profondo Sud.<br />

Vivemmo anche tragedie come la morte della moglie del collaboratore Ranieri<br />

Bombassei, (che restava solo con due gemelli piccolissimi), come la scomparsa del<br />

dottor P<strong>in</strong>o Lo Curcio (che perì <strong>in</strong> un <strong>in</strong>cendio <strong>in</strong> Sardegna durante le vacanze), come<br />

il caso Moro (che turbò moltissimo il vice-presidente), come la f<strong>in</strong>e violenta di

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