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Lorenzo Natali in Europa

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Al lungo tavolo della sala-stampa, lui se ne sta tranquillo, quasi da parte, con un<br />

sorriso sulle labbra, dolce e divertito. I nostri sguardi s’<strong>in</strong>crociano, gli faccio un cenno<br />

col capo: “Li vedi, <strong>Lorenzo</strong>?”. Mi risponde con un altro cenno, accentua il sorriso.<br />

Evitando però di partecipare a quel concerto, per altro legittimo, di auto-compiacimento.<br />

Eppure, se la maratona f<strong>in</strong>ale era certo stata importante per l’<strong>in</strong>gresso nella Comunità<br />

delle giovanissime democrazie iberiche, tuttavia non era che lo sbocco naturale<br />

di un lavoro di anni condotto da lui, <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>, e non da altri, con visione<br />

politica, competenza tecnica, <strong>in</strong>esauribile pazienza. Un lavoro di grande valore per la<br />

Spagna e il Portogallo di quel tempo, per il divenire dell’<strong>Europa</strong> <strong>in</strong>tera, per la Storia<br />

se permettete. Quattro anni prima, <strong>Natali</strong> aveva già portato a conclusione i negoziati<br />

d’adesione della Grecia, cliente difficilissimo, bizant<strong>in</strong>o, che aveva il vezzo di rimettere<br />

mano, ogni matt<strong>in</strong>a, agli accordi tracciati la sera precedente; ma <strong>in</strong>nanzitutto<br />

una giovane democrazia, anch’essa, dopo aver riassorbito il rigurgito fascista dei “colonnelli”.<br />

Ben al di là delle tonnellate di patate novelle, di olio e v<strong>in</strong>acce e di merluzzi<br />

su cui gli esperti esibivano i loro titanici bracci di ferro, la posta <strong>in</strong> gioco era semplicemente<br />

la democrazia.<br />

Un giornale <strong>in</strong>glese, The Guardian, gli aveva già reso omaggio: “Indiscutibilmente,<br />

<strong>in</strong> <strong>Natali</strong> un’ost<strong>in</strong>ata volontà di spremere f<strong>in</strong>o all’ultimo ecu dagli Stati membri<br />

più taccagni a beneficio delle zone sfavorite del sud europeo, si appaia ad un impegno<br />

quasi evangelico per l’adesione della Spagna e del Portogallo”. Due storiche università<br />

iberiche gli conferirono la loro laurea honoris causa. E re Juan Carlos poté solo<br />

r<strong>in</strong>graziarlo. Ho ancora la foto, che usai per il Tg1, di quando il giovane sovrano lo<br />

<strong>in</strong>signì della più alta onorificenza. Ma <strong>Natali</strong> non amava parlare dei suoi successi.<br />

Un uomo vero, generoso: è questa la struttura portante del ricordo. Uno di quelli<br />

che preferiscono fare anziché apparire. L’approccio cordiale, semplice. La grande<br />

dedizione al lavoro. Il forte senso della solidarietà: l’antica e perenne solidarietà, <strong>in</strong>ter-personale,<br />

<strong>in</strong>ter-statale, <strong>in</strong>ter-etnica. Democratico-cristiano lo era <strong>in</strong> concreto. E<br />

anche uomo di lunghe fedeltà: fiorent<strong>in</strong>o, certo, per nascita geografica, ma ormai radicatamene<br />

aquilano e così abruzzese da essere deputato per sette legislature consecutive.<br />

E sette volte m<strong>in</strong>istro, per la Democrazia Cristiana, appunto. E fedele alla DC<br />

f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo, nonostante gli avvicendamenti, non sempre positivi, alla Segreteria di<br />

Piazza del Gesù. Ma “la vecchia casa non si lascia”, diceva <strong>Lorenzo</strong>, proprio come<br />

mio padre, che era stato, a sua volta, deputato democristiano, <strong>in</strong> altre prov<strong>in</strong>ce.<br />

I primi contatti con lui, li avevo avuti già nel ‘71, tramite un suo poula<strong>in</strong> abruzzese,<br />

Antonio Falconio. <strong>Natali</strong> era m<strong>in</strong>istro dell’Agricoltura; io, nel mio piccolo, lavoravo<br />

al Giornale Radio. Aveva ottenuto dalla Comunità europea il “piano agrumi” con<br />

una dotazione di 200 miliardi di lire, stanziamento enorme per allora. Era un’occasione<br />

unica per r<strong>in</strong>novare le colture e <strong>in</strong>ventare una commercializzazione seria delle<br />

arance italiane, <strong>in</strong> <strong>Europa</strong>. E bisognava parlarne, farla capire. Che il Mezzogiorno, la

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