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Lorenzo Natali in Europa

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Se <strong>Natali</strong> è gradualmente diventato un uomo importante nella Commissione, già<br />

nel corso del primo mandato (Chevallard ricorda il lus<strong>in</strong>ghiero articolo sull’Economist<br />

che nel 1980 lo def<strong>in</strong>iva uomo forte della Commissione) è stato certamente durante<br />

il terzo mandato – con Delors – che è diventato il vero punto di equilibrio della<br />

Commissione stessa. L’esperienza acquisita, il rapporto di fiducia con Delors, la<br />

passione per la causa dell’<strong>Europa</strong> gli consentirono un ruolo <strong>in</strong>dispensabile nella<br />

Commissione. Perché le Istituzioni sono fatte di uom<strong>in</strong>i e possono funzionare se gli<br />

uom<strong>in</strong>i che ne fanno parte si <strong>in</strong>tendono fra di loro. Fu, del resto, quel periodo 1985-<br />

1988 quello di maggior successo per l’<strong>in</strong>tegrazione europea. La positiva conclusione<br />

dei negoziati per l’allargamento alla Spagna e al Portogallo dette slancio politico alla<br />

costruzione europea, permise al Consiglio di Milano, la convocazione della prima<br />

Conferenza Intergovernativa dalla firma dei Trattati di Roma, la messa a punto <strong>in</strong> pochi<br />

mesi dell’Atto Unico che, con l’obiettivo del mercato <strong>in</strong>terno, poneva le basi dei<br />

successivi sviluppi verso la moneta unica ed i progressi verso l’Unione Politica.<br />

Nel terzo mandato, <strong>Natali</strong> assunse anche l’importante <strong>in</strong>carico della Cooperazione<br />

allo sviluppo, che dagli orig<strong>in</strong>ari paesi africani, comprendeva oltre sessanta paesi<br />

dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico.<br />

La conclusione dei negoziati di adesione della Spagna e del Portogallo nel primo<br />

semestre 1985 era stato essenzialmente un affare tra Stati membri e si tradusse <strong>in</strong> uno<br />

straord<strong>in</strong>ario successo della Presidenza italiana, sotto l’occhio benevolo della Commissione.<br />

<strong>Natali</strong> vi aveva contribuito nei lunghi anni del negoziato (<strong>in</strong>iziato nel 1977)<br />

con la sua appassionata azione nelle regioni più direttamente co<strong>in</strong>volte dalla prospettiva<br />

dell’ampliamento con aspettative e <strong>in</strong>teressi diversi – soprattutto nella Francia<br />

meridionale e <strong>in</strong> Spagna. La calorosa testimonianza di Manolo Mar<strong>in</strong> ne è una prova<br />

eloquente. Ma aveva presenti le preoccupazioni – soprattutto agricole – di altre popolazioni<br />

della Comunità (i Programmi <strong>in</strong>tegrati mediterranei nacquero a questo<br />

scopo) e dei paesi della sponda sud del Mediterraneo. Questa azione rese <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva<br />

possibile il successo f<strong>in</strong>ale del negoziato nel 1985.<br />

Nella politica per la cooperazione allo sviluppo, con l’autorità ormai acquisita<br />

nella Commissione e nella Comunità, poté lanciare delle <strong>in</strong>iziative anticipatrici, rispetto<br />

alle maggiori organizzazioni <strong>in</strong>ternazionali, come la lotta all’Aids, l’<strong>in</strong>coraggiamento<br />

al controllo delle nascite e l’aiuto al bilancio, come strumento di cooperazione.<br />

Lucio Guerrato illustra bene nel suo contributo questa parte molto importante –<br />

ed ancora attuale – dell’azione di <strong>Natali</strong> a Bruxelles.<br />

Ma vi era un altro aspetto della sua attività per la cooperazione allo sviluppo che<br />

mi aveva colpito: la sua familiarità con i leader politici dei paesi Acp. Ricordo un episodio<br />

significativo, mi pare del 1987. A marg<strong>in</strong>e di un Consiglio Cee-Acp, durante<br />

un ricevimento, Dieter Frisch, solido Direttore generale della Cooperazione – che<br />

pure aveva avuto qualche attrito col commissario – volle dirmi con <strong>in</strong>solito slancio<br />

per un tedesco molto misurato e controllato con i diplomatici: “ho avuto commissa-

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