Lorenzo Natali in Europa
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ca mediterranea della Comunità. Ispira e pilota nelle istituzioni e sui media un orig<strong>in</strong>ale<br />
(anche per il nome) documento, “l’affresco sull’ampliamento della Comunità”, che<br />
fornisce le l<strong>in</strong>ee guida per fare dell’adesione di Grecia, Portogallo e Spagna – come poi<br />
effettivamente fu – una “success story” per la Comunità e per i tre paesi aderenti.<br />
Il che non lo distrae nel frattempo dal puntiglioso negoziato con ciascuno di quei paesi<br />
sul loro ammodernamento <strong>in</strong>terno e sulle condizioni della loro adesione. Frequenti sono<br />
le sue visite <strong>in</strong> ciascuno dei tre paesi. Si pone il problema del calendario di adesione. Faticosamente<br />
e <strong>in</strong> coerenza con il suo realismo politico, <strong>Natali</strong> giunge alla conclusione che la<br />
Grecia merita una corsia preferenziale. Str<strong>in</strong>ge qu<strong>in</strong>di i tempi del negoziato <strong>in</strong> modo da firmare<br />
solennemente ad Atene il Trattato di adesione nell’estate 1980. Ciò significa condannare<br />
Spagna e Portogallo ad una lunga anticamera (firmeranno il Trattato nel 1985).<br />
L’altro pezzo forte del portafoglio di <strong>Natali</strong> è la responsabilità per la politica ambientale.<br />
Si tratta di un settore nuovo, non previsto dai Trattati. Le competenze di Bruxelles<br />
derivano <strong>in</strong> questa fase, oltre che dal fatto che, per def<strong>in</strong>izione, l’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento non conosce<br />
frontiere, dalla necessità di normative comuni che non fals<strong>in</strong>o la concorrenza degli<br />
operatori dei vari paesi europei. Niente nelle esperienze passate aveva preparato <strong>Natali</strong> a<br />
responsabilità <strong>in</strong> questo settore nuovo. Eppure vi si appassionò immediatamente. Qualità<br />
dell’acqua e dell’aria, gestione dei rifiuti furono temi che lo videro <strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea nella<br />
elaborazione e decisione di misure comunitarie. Temi spesso molto complessi e di forte<br />
tecnicità videro l’impegno di <strong>Natali</strong> a padroneggiarli perfettamente <strong>in</strong> vista delle regolari<br />
riunioni m<strong>in</strong>isteriali. Diversi pomeriggi domenicali furono da lui spesi <strong>in</strong> compagnia dei<br />
dirigenti “ambiente” della Commissione che gli spiegavano implicazioni e portata delle<br />
varie proposte che avrebbe l’<strong>in</strong>domani difeso di fronte ai m<strong>in</strong>istri nazionali. Fu così che<br />
<strong>in</strong> quegli anni la politica comunitaria <strong>in</strong> materia di ambiente fece grandi progressi.<br />
<strong>Natali</strong> si mostrò molto lucido nel comprendere l’importanza decisiva del supporto<br />
dell’op<strong>in</strong>ione pubblica per l’azione di Bruxelles <strong>in</strong> materia ambientale, soprattutto a<br />
fronte delle tante resistenze alle <strong>in</strong>iziative nazionali. Comprese cioè che Bruxelles poteva<br />
fare significativi passi avanti <strong>in</strong> materia, disturbando corposi <strong>in</strong>teressi consolidati,<br />
solo beneficiando di una sp<strong>in</strong>ta forte da parte dei media e dell’associazionismo civile.<br />
Poteva contare anche sulla complicità dei m<strong>in</strong>istri nazionali dell’Ambiente. Egli veniva<br />
regolarmente <strong>in</strong> sala stampa a spiegare e divulgare le proposte della Commissione.<br />
Era disponibile per la stampa durante le riunioni m<strong>in</strong>isteriali. Incoraggiava l’<strong>in</strong>vito<br />
a Bruxelles dei primi specialisti di questioni ambientali negli organi di <strong>in</strong>formazione.<br />
Promuoveva il dialogo regolare con i rappresentanti delle associazioni ambientaliste,<br />
a volte co<strong>in</strong>volgendosi personalmente. Non stupisce che i tecnici dell’ambiente di<br />
Bruxelles lo adottarono rapidamente come loro <strong>in</strong>dispensabile leader.<br />
La f<strong>in</strong>e degli anni ‘70 è epoca dura per l’Italia. Alle difficoltà economiche si aggiunge<br />
un terrorismo che <strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>a come <strong>in</strong> nessun altro paese europeo. Nel marzo<br />
1978 mentre partecipa ad una conferenza sull’ampliamento al Collège d’Europe di<br />
Bruges <strong>Natali</strong> è raggiunto dalla notizia del rapimento di Aldo Moro e dell’eccidio