Lorenzo Natali in Europa
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“esperti” più che di militanti europei. L’atmosfera per i “funzionari militanti” si stava<br />
qu<strong>in</strong>di deteriorando.<br />
La Commissione Jenk<strong>in</strong>s aveva peraltro co<strong>in</strong>ciso con l’arrivo di uom<strong>in</strong>i politici<br />
che avevano avuto nei loro paesi responsabilità politiche importanti a livello m<strong>in</strong>isteriale;<br />
ciò apportava un d<strong>in</strong>amismo nuovo a quanti, nei servizi, speravano <strong>in</strong> un “sussulto”<br />
militante delle Istituzioni comunitarie e dei loro agenti. Io ne facevo evidentemente<br />
parte. La mia fortuna è stata di avere, come responsabile politico del settore <strong>in</strong><br />
cui mi trovavo <strong>in</strong> quel momento, proprio l’uomo che <strong>in</strong>carnava meglio quest’approccio;<br />
la sua personalità, il suo modo di animare i suoi collaboratori, mi hanno fatto ritrovare<br />
l’atmosfera e l’entusiasmo dei miei <strong>in</strong>izi.<br />
Tanto più che il caso ha ben agito e mi ha dato ben presto l’occasione di contatti<br />
più personali. Al livello dei suoi servizi (e al di fuori del circolo ristretto del suo Gab<strong>in</strong>etto),<br />
io ero il solo a capire l’italiano. Al suo arrivo a Bruxelles, <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> ha<br />
dovuto quasi sempre lavorare <strong>in</strong> francese, l<strong>in</strong>gua che capiva, ma che non gli era completamente<br />
familiare; egli ha dunque preso l’abitud<strong>in</strong>e di chiamarmi a f<strong>in</strong>e giornata<br />
per poter f<strong>in</strong>almente parlare, <strong>in</strong> italiano, di questioni di lavoro; un po’ alla volta le discussioni<br />
hanno com<strong>in</strong>ciato a prolungarsi nella serata, un po’ “fuori servizio”, toccando<br />
argomenti molteplici, che andavano spesso ben aldilà delle questioni di mia<br />
responsabilità diretta, <strong>in</strong> particolare i problemi politici, europei o nazionali.<br />
Il fatto che egli abbia saputo molto rapidamente che la mia appartenenza politica<br />
(socialista) era diversa dalla sua e che <strong>in</strong> più non condividevo la sua fede (religiosa) 2 ,<br />
mi ha permesso, grazie anche al suo senso dell’humour, di apprezzare non solo il<br />
commissario, ma anche e sopratutto l’uomo. Un uomo di conv<strong>in</strong>zioni e di dialogo, di<br />
fede e di tolleranza; italiano patriota e fervente europeo; superiore <strong>in</strong> apparenza bonario<br />
e poco autoritario, ma esigente e rigoroso sull’essenziale.<br />
Durante il suo primo mandato, la mia posizione amm<strong>in</strong>istrativa mi aveva messo <strong>in</strong><br />
una situazione scomoda. Infatti da un lato avevo l’<strong>in</strong>carico di occuparmi, sotto l’autorità<br />
di <strong>Natali</strong>, dei problemi legati all’apertura dei negoziati di adesione con la Spagna<br />
ed il Portogallo, e dall’altro, sotto l’autorità di un altro commissario, delle questioni<br />
legate alle relazioni bilaterali con questi due stessi paesi (2 dei paesi del Mediterraneo<br />
del nord che avevano con la Comunità degli accordi commerciali preferenziali<br />
di cui il mio servizio si occupava già) 3 . Non credo di svelare un gran segreto di-<br />
2 I suoi “<strong>in</strong>formatori”, che avevano pensato di screditarmi ai suoi occhi, sono rimasti a bocca<br />
asciutta!<br />
3 Era <strong>in</strong>fatti necessario evitare che, da un lato, i paesi candidati non si sottraessero ai loro obblighi<br />
derivanti dagli accordi <strong>in</strong> vigore e che, dall’altro, i negoziati di adesione non fornissero il<br />
pretesto alla Comunità per non rispettare i propri obblighi derivanti dagli Accordi, tentativo<br />
permanente da parte di alcuni Stati membri.