Lorenzo Natali in Europa
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Erano lì, erano venuti tutti. Non mancava nessuno. Com<strong>in</strong>ciammo tutti ad applaudire<br />
il commissario <strong>Natali</strong>. <strong>Lorenzo</strong>, lo ricordo ancora, si emozionò s<strong>in</strong>o alle lacrime.<br />
Aveva questa virtù: si commuoveva.<br />
I negoziati erano durati otto anni. Era stato un lavoro molto duro, difficile, talvolta<br />
<strong>in</strong>grato. Ma avevamo raggiunto la meta e quella commozione era comprensibile.<br />
Concluse le presentazioni, ci <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>ammo verso ciò che costituiva il nostro<br />
grande omaggio: <strong>in</strong>augurare una strada che portasse per sempre il nome di <strong>Lorenzo</strong><br />
<strong>Natali</strong>. Al suono della banda la gente usciva dalle case e don Bibiano, il S<strong>in</strong>daco, <strong>in</strong>vitava<br />
i cittad<strong>in</strong>i a unirsi al corteo. Quando giungemmo alla nuova strada, la Plaza de<br />
Toros apparve <strong>in</strong> fondo al viale.<br />
La targa, <strong>in</strong> ceramica di Talavera, era coperta dalla bandiera spagnola. Don Bibiano,<br />
solenne e con toni da tribuno romano, lesse il decreto della dedica di una strada<br />
al nostro amico <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>. La banda musicale attaccò l’<strong>in</strong>no nazionale spagnolo<br />
e la targa venne scoperta. Applausi ed evviva per <strong>Lorenzo</strong> da parte dei cittad<strong>in</strong>i<br />
che si sentivano anch’essi protagonisti di un grande sogno: anche noi eravamo europei<br />
come gli altri.<br />
Quel giorno è ancora vivo nella mia memoria e ho accettato con grande piacere la<br />
richiesta di Paola di ricordarlo. Volli rendere a <strong>Lorenzo</strong> un omaggio che solo un<br />
abruzzese avrebbe potuto capire e apprezzare. Credo di esserci riuscito ed eravamo<br />
molto felici quel giorno. Poi la vita mi ha portato a condividere molti anni di lavoro<br />
come commissario a Bruxelles con <strong>Lorenzo</strong> e ho potuto cont<strong>in</strong>uare ad apprezzare la<br />
sua saggezza e la sua pazienza con me.<br />
Molte volte sono tornato a passeggiare per Calle de Don <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> ad Almagro<br />
e a ricordare l’immenso lavoro che abbiamo svolto <strong>in</strong>sieme.<br />
Per gli spagnoli l’<strong>in</strong>gresso nella Comunità europea fu una meta storica che ci permise<br />
di recuperare il tempo perso con la nostra esclusione dal progetto <strong>in</strong>iziale. La<br />
dittatura di Franco ci lasciò fuori dal processo d’<strong>in</strong>tegrazione di quell’<strong>Europa</strong> che voleva<br />
dimenticare e superare la tragedia delle due guerre mondiali.<br />
L’<strong>in</strong>tegrazione europea, che fu prima Mercato comune, poi Comunità europea e<br />
ora Unione europea, è stata e deve cont<strong>in</strong>uare a essere un grande progetto politico<br />
basato sulle libertà e i diritti propri della democrazia.<br />
Quando trent’anni orsono noi spagnoli affrontammo la transizione alla democrazia,<br />
sapevamo che non avremmo potuto stabilizzare la nostra giovane democrazia se<br />
non avessimo aderito, come membri a pieno diritto al processo d’<strong>in</strong>tegrazione europea.<br />
Per l’opposizione democratica al franchismo il riferimento all’<strong>Europa</strong> fu una costante<br />
permanente non esente da pericoli.<br />
Ancora ci sono dei superstiti della “Congiura” di Munich, una riunione organizzata<br />
negli anni sessanta, nella capitale bavarese, dall’opposizione democratica contro<br />
il regime del Generale Franco. Fu una riunione pacifica che si limitò a chiedere l’evoluzione<br />
del regime verso un sistema democratico che ci permettesse di essere membri