Lorenzo Natali in Europa
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nere le buone relazioni con Madrid e Lisbona <strong>in</strong> un ambiente politico impossibile. La<br />
frustrazione causata dalla posizione francese rendeva molto difficili i contatti.<br />
Giscard perse la presidenza e v<strong>in</strong>se Mitterand. A sua volta Felipe Gonzalez riuscì<br />
a v<strong>in</strong>cere le elezioni legislative del 1982 e <strong>in</strong> poche ore venni nom<strong>in</strong>ato Segretario di<br />
Stato per le trattative di adesione alle Comunità europee. Un titolo così lungo che<br />
sembrava appropriato per un cug<strong>in</strong>o dello zar di Russia.<br />
Durante i tre anni successivi ebbi una relazione cont<strong>in</strong>ua con <strong>Lorenzo</strong>. Litigammo<br />
molte volte, ci riconciliammo molte di più e devo ammettere che <strong>Lorenzo</strong>, con la<br />
sua <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita pazienza, dom<strong>in</strong>ava i miei impeti giovanili. Anche le cene che mi offriva<br />
nel suo bell’appartamento nei pressi del Bois de Lacambre; allora parlava già lo spagnolo<br />
e mi ripeteva sempre: “Manolo, questa è una questione di pazienza”. Ma <strong>in</strong><br />
quegli anni io avevo un problema, ero impaziente.<br />
In effetti fu una questione di pazienza e di visione storica. Poco a poco, passo per<br />
passo, compromesso dopo compromesso, si riuscì a superare le difficoltà e nel giugno<br />
del 1985 firmammo a Madrid il Trattato di Adesione. Il primo di gennaio del<br />
1986 entrai a fare parte della Commissione europea come commissario responsabile<br />
degli Affari sociali, Educazione e Sanità. Jacques Delors era il presidente; <strong>Lorenzo</strong> il<br />
vicepresidente più anziano. Io il più giovane. Mi fecero sedere accanto a loro.<br />
La Commissione europea è un mondo assai particolare che comporta per chi vi è<br />
appena giunto, di scoprire la vita <strong>in</strong>terna di un’istituzione sui generis. Io pensavo che<br />
la mia esperienza come Segretario di Stato sarebbe stata sufficiente per capire rapidamente<br />
i suoi misteri più <strong>in</strong>timi. Ma non fu così. Mi costò molto adattarmi e, ancora<br />
una volta, l’aiuto di <strong>Lorenzo</strong> fu <strong>in</strong>estimabile.<br />
Furono tempi straord<strong>in</strong>ari. La costruzione europea avanzava. Il Mercato unico,<br />
l’Unione economica e monetaria si consolidarono def<strong>in</strong>itivamente. Vivemmo momenti<br />
drammatici la notte dell’esplosione nucleare di Chernobyl; la caduta del muro<br />
di Berl<strong>in</strong>o; il collasso dell’Unione Sovietica; le crisi f<strong>in</strong>anziarie e le svalutazioni; le riforme<br />
delle politiche comuni.<br />
Tutto si svolse molto velocemente. Sembrava che non potesse accadere niente di<br />
nuovo, che tutto fosse sotto controllo e d’improvviso si presentava un nuovo sorprendente<br />
evento. Ricordo un’attività febbrile, un grande impegno. Arrivare presto<br />
al Berlaymont e tornare a casa quando le mie bamb<strong>in</strong>e già dormivano.<br />
Seduto accanto a <strong>Lorenzo</strong>, mi colpiva sempre la sua capacità di <strong>in</strong>tervenire al momento<br />
giusto, cercando sempre la formula di compromesso, egli riteneva che il compromesso,<br />
il patto, la transazione fossero la vita stessa della Commissione europea.<br />
Indubbiamente la sua esperienza nella politica italiana e i posti m<strong>in</strong>isteriali che aveva<br />
ricoperto a Roma, lo avevano preparato a questa funzione.<br />
<strong>Lorenzo</strong> mi portò nell’Africa nera per la prima volta <strong>in</strong> vita mia. Era responsabile<br />
della Convenzione degli Acp, della politica di cooperazione allo sviluppo dei paesi<br />
dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Il suo impegno nella lotta contro la povertà era