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Lorenzo Natali in Europa

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nenza allo stesso partito. Anzi. Per esempio, <strong>Natali</strong> sapeva benissimo che il sottoscritto,<br />

lontano anche culturalmente dalla DC, nutriva ammirazione per l’astro emergente anti-<br />

DC, Bett<strong>in</strong>o Craxi. Non solo ciò non fu mai un impedimento alla <strong>in</strong>timità del rapporto<br />

professionale, ma fornì lo spunto per occasionali battute di elogio a Craxi. Mai nell’entourage<br />

immediato di <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> l’appartenenza partitica fu una discrim<strong>in</strong>ante per<br />

un proficuo lavoro <strong>in</strong> comune. Mai nei suoi rapporti con il mondo dell’<strong>in</strong>formazione<br />

egli apparve privilegiare i rappresentanti di una parte dell’op<strong>in</strong>ione pubblica.<br />

Il <strong>Natali</strong> di Bruxelles s’immedesimò sempre più con l’<strong>Europa</strong> e le sue istituzioni, a<br />

presc<strong>in</strong>dere dal colore politico dei suoi rappresentanti. L’Italia ebbe i suoi primi governi<br />

a guida non democristiana all’<strong>in</strong>izio degli anni ‘80. <strong>Natali</strong> non ebbe difficoltà a stabilire<br />

rapporti cordiali con Spadol<strong>in</strong>i. Nei confronti di Craxi, al di là dell’<strong>in</strong>dubbio riconoscimento<br />

politico, egli sembrò maturare una autentica stima personale lavorando a contatto<br />

nei due giorni dello storico summit di Milano del giugno 1985. Storia ben più <strong>in</strong>tensa<br />

è quella che lo legò poi per tre anni al socialista Jacques Delors, di cui divenne leale<br />

collega e grande estimatore. La Presidenza di Delors si aprì con il successo di quel Consiglio<br />

di Milano, che aprì la strada verso il mercato e la moneta unica. Delors volle avere<br />

con lui a Milano <strong>Natali</strong>, come solo altro membro della Commissione. Al momento della<br />

presentazione dei risultati del vertice alla stampa <strong>in</strong> una eccitata affollatissima sala stampa<br />

alle 10 di sera, Delors volle, con il consenso di Craxi, che <strong>Natali</strong> sedesse accanto a loro.<br />

<strong>Natali</strong> non si aspettava questo privilegio. Uomo generalmente controllato, egli manifestò<br />

<strong>in</strong> quell’occasione, nel sedersi al tavolo della presidenza, una certa emozione. Come<br />

disse più tardi privatamente, era emozione dettata dal fatto di apparire pubblicamente<br />

come co-artefice di decisioni storiche per il progresso dell’<strong>in</strong>tegrazione europea.<br />

E fu Jacques Delors a rendere il def<strong>in</strong>itivo tributo alle qualità di <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>,<br />

come grande comunicatore sull’<strong>Europa</strong>, <strong>in</strong> occasione della sua cerimonia funebre. In<br />

quella f<strong>in</strong>e estate 1989 a l’Aquila, forte si levò la voce di Delors nel sottol<strong>in</strong>eare non<br />

solo i grandi meriti europeistici di <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>, ma anche la sua passione per far<br />

condividere impegno e speranze nella costruzione europea. Pochi nel brusio di quella<br />

piazza dell’Aquila compresero il senso delle parole di Delors che, lui stesso grande<br />

comunicatore, <strong>in</strong> realtà puntava il dito contro quanti – ed erano tanti <strong>in</strong> quella piazza<br />

– non avevano voluto confermare qualche mese prima <strong>Natali</strong> come commissario.<br />

Giunse postumo il riconoscimento ufficiale. La Commissione istituì il premio annuale<br />

“<strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>”, premio dest<strong>in</strong>ato a giornalisti eccellenti nel riferire su situazioni<br />

di emergenza e sofferenza nel mondo (la cooperazione allo sviluppo fu l’ultima responsabilità<br />

di <strong>Natali</strong> nella Commissione Delors). Si volle così ricordare, a presc<strong>in</strong>dere<br />

dagli altri suoi meriti, il <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> che nei suoi dieci anni di Bruxelles era stato<br />

protagonista eccellente di buona comunicazione sugli affari europei e mondiali.

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