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Lorenzo Natali in Europa

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to a stendere il tappeto rosso ai suoi piedi, ma lui non si lasciò impressionare da questi<br />

fasti di stato e cont<strong>in</strong>uò ad affrontare i veri problemi, ossia quelli che irritavano.<br />

Facemmo molte visite nelle risiere poiché la produzione di riso era la questione<br />

pr<strong>in</strong>cipale per questo paese gran consumatore di riso (400 gr per persona al giorno),<br />

ma che presentava un’estrema penuria di questo cereale. In strada, avvistando una<br />

Chiesa cattolica, <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> fece arrestare il corteo per potersi raccogliere qualche<br />

istante; rispondendo alle domande dei suoi ospiti, precisò: “vado a messa tutte le<br />

domeniche (e qualche volta anche di più); quando non è possibile, ci tengo a confortare<br />

la mia fede con questo gesto”. Questa manifestazione impressionò molto i malgasci<br />

per la profondità e la s<strong>in</strong>cerità da parte di un uomo politico e comportò un gran<br />

rispetto da parte dei suoi ospiti per l’Uomo al di là del Politico.<br />

All’<strong>in</strong>terno delle risaie ebbe una vero colloquio seguito dai contad<strong>in</strong>i stupiti di vedere<br />

quest’uomo venuto da lontano al quale i problemi della terra e del riso non erano<br />

estranei. Disse loro che veniva da un paese contad<strong>in</strong>o che conosceva f<strong>in</strong> troppo<br />

bene i problemi dell’acqua, del clima, della durezza della vita e della cultura del riso.<br />

Credo che su questo punto fosse più <strong>in</strong>formato dei suoi accompagnatori malgasci.<br />

Si potrebbero dire molte altre cose su questa visita. Durante il colloquio con il<br />

presidente Ratsiraka, <strong>Natali</strong>, per <strong>in</strong>serire un tocco di cordialità <strong>in</strong> colloqui molto<br />

compassati, ricordò che si sentiva molto vic<strong>in</strong>o al Madagascar perché il suo nome era<br />

stato il primo nome della Grande Isola nel XVI secolo. Venne poi lo scambio tradizionale<br />

dei regali, codificato dal protocollo della Commissione: una placca <strong>in</strong> bronzo<br />

per il presidente, degli orologi e delle penne stilografiche con le <strong>in</strong>segne della Commissione<br />

per i m<strong>in</strong>istri presenti, ciascuno secondo il suo rango. Dei rapidi colpi d’occhio<br />

giudicarono questa distribuzione; il presidente stesso avrebbe evidentemente<br />

preferito un orologio!<br />

<strong>Natali</strong> era venuto <strong>in</strong> Madagascar con la sua famiglia, sua moglie e le sue due figlie.<br />

Dopo giornate molto <strong>in</strong>tense era felice di ritrovarsi fra i suoi. A cena, vedendomi appartato,<br />

<strong>in</strong>sistette molto perché mi unissi alla sua famiglia. Non ho bisogno di dire<br />

quanto sia stato colpito da questo gesto così familiare e quanto abbia contribuito all’atmosfera<br />

cordiale di quella visita. Ciò non ci impedì di avere ogni giorno una o più<br />

riunioni di lavoro per mettere a punto con il suo collaboratore Lucio Guerrato, ciò<br />

che era necessario per gestire la giornata seguente. In seguito mi è capitato di <strong>in</strong>contrare<br />

<strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> nei corridoi del Berlyamont ed è sempre con grande cordialità<br />

che mi salutava ricordando quel bel viaggio che avevamo fatto <strong>in</strong>sieme.<br />

In poche parole, <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> manifestava sempre la sua umanità, la sua semplicità<br />

nell’approccio ai problemi degli uom<strong>in</strong>i del Terzo Mondo, tanto era cosciente<br />

che era proprio lì che si giocava la credibilità della Comunità europea.

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