Lorenzo Natali in Europa
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Sicilia <strong>in</strong> particolare non sapessero, direi non volessero utilizzare quella manna del<br />
cielo bruxellese, non volessero aprirsi a una qualsiasi <strong>in</strong>novazione, è un altro discorso.<br />
Poco dopo, fu Bruxelles, per entrambi, ciascuno nel proprio ambito ed al proprio<br />
livello. Incaricato di rifare per il telegiornale della Rai la breve storia dei primi 20 anni<br />
dei Trattati di Roma, trovai <strong>in</strong> c<strong>in</strong>eteca spezzoni della Settimana Incom del 25 marzo<br />
1957. E <strong>in</strong> quei filmati piovigg<strong>in</strong>osi <strong>in</strong> bianco e nero, scoprii una figura che andava<br />
e veniva un po’ dappertutto, una silhouette giovanile ma, diciamolo, non proprio<br />
slanciatissima, <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>. Era al suo primo <strong>in</strong>carico governativo, sottosegretario<br />
alla presidenza del Consiglio: ed è <strong>in</strong> quella veste che gli spettò di badare all’organizzazione<br />
della cerimonia per la firma dei Trattati, <strong>in</strong> Campidoglio.<br />
A Bruxelles, dunque, nel 1977. Si stabilì gradualmente un rapporto amichevole,<br />
se mi consentite questo term<strong>in</strong>e, forse un rapporto da zio a nipote, durato solamente<br />
12 anni, <strong>in</strong> fondo, ma talmente <strong>in</strong>tenso per me che ne sento tutt’ora la portata.<br />
Nel 1977 ottiene <strong>in</strong> Commissione, oltre alla vicepresidenza, un <strong>in</strong>sieme di <strong>in</strong>carichi<br />
strategici: l’Allargamento della Cee come si è detto, le prime elezioni del Parlamento<br />
europeo, la politica dell’ambiente, la sicurezza nucleare. Dicasteri che al giorno<br />
d’oggi darebbero lavoro a quattro o c<strong>in</strong>que commissari. Ma allora, nel 1977, a<br />
qualcuno politicamente prevenuto – è <strong>in</strong>utile ormai fare nomi, anche l’idiozia ha diritto<br />
alla prescrizione – non sembra abbastanza qualificante. E poi, a quei tempi,<br />
l’ecologia non è ancora di moda. Sicché quando <strong>Natali</strong> propone la prima direttiva<br />
europea per il riciclaggio dei rifiuti urbani e <strong>in</strong>dustriali i giornalisti chic e i loro direttori<br />
<strong>in</strong> Italia storcono il naso. Ma siamo nel 1977, trent’anni prima della vergognosa<br />
cloaca napoletana…<br />
Poi, la presidenza Thorn, dal 1981 al 1985. Che non funziona gran che. Forse Gaston<br />
Thorn, a 44 anni, è distratto dal suo <strong>in</strong>namoramento per una signora di Strasburgo,<br />
molto bella, un’alta funzionaria del Consiglio d’<strong>Europa</strong>. Ora che lui è morto,<br />
mi permetto di scriverlo, con simpatia e non per il piacere sciocch<strong>in</strong>o del pettegolezzo,<br />
perché è la sola spiegazione possibile della metamorfosi di quest’uomo che f<strong>in</strong>o a<br />
poco prima era stato un ottimo capo del governo lussemburghese. Comunque sia,<br />
<strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>, sempre vicepresidente, Etienne Davignon, belga e vicepresidente<br />
anch’egli, François-Xavier Ortoli, francese, e Wilhelm Haferkamp, tedesco, devono<br />
formare una leadership sostitutiva per portare avanti la macch<strong>in</strong>a della Comunità. La<br />
riunione settimanale della Commissione si tiene di regola il mercoledì. Nella massima<br />
discrezione, i quattro s’<strong>in</strong>contrano o la sera prima, o la matt<strong>in</strong>a stessa, per la prima<br />
colazione, e lì decidono il da farsi. Va da sé che <strong>Natali</strong> si guarda bene dal parlare<br />
di questo lavoro tanto silenzioso, quanto importante <strong>in</strong> quella fase <strong>in</strong> cui le cose, oggettivamente,<br />
non vanno bene: è il periodo dell’eurosclerosi. Se ne venimmo a conoscenza,<br />
come pochi altri colleghi, fu assolutamente per altre vie.<br />
Naturalmente, si scherzava con lui, su questa “banda dei Quattro”. E lui negava<br />
tutto. Capitava di farlo <strong>in</strong> quelle serate, rare, <strong>in</strong> cui si poteva cenare <strong>in</strong>sieme, diciamo