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Lorenzo Natali in Europa

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86<br />

sei o sette volte all’anno, f<strong>in</strong>ito il lavoro. Per esempio, nel suo splendido appartamento<br />

allo Square du Bois, <strong>in</strong> onore di Madame Paola e delle figlie, quand’erano <strong>in</strong> visita<br />

a Bruxelles. Oppure erano cene, spesso improvvisate, a casa di uno di noi, <strong>in</strong>tendo<br />

dire – a parte il suo capo di Gab<strong>in</strong>etto Paolo Pensa – dei tre o quattro giornalisti che<br />

lo seguivano più da vic<strong>in</strong>o. E anche capitava di ritrovarsi fuori, <strong>in</strong> un locale che magari<br />

qualcuno di noi aveva appena scoperto. Il Samabaïa, per esempio, un piccolo ristorante<br />

brasiliano, che <strong>in</strong> seguito si trasferì a Parigi. Lì nel 1982, nel periodo del<br />

Mundial di Spagna, esplose la sfida: il proprietario giurava, ovviamente, che avrebbe<br />

v<strong>in</strong>to il Brasile, <strong>Lorenzo</strong>, con molto coraggio puntò sull’Italia, che all’<strong>in</strong>izio del torneo<br />

andava maluccio. Posta <strong>in</strong> palio: una cena per le otto persone che erano lì a tavola,<br />

quella sera. L’Italia v<strong>in</strong>se, il proprietario non onorò mai l’impegno. Forse per questo<br />

chiese asilo <strong>in</strong> Francia.<br />

E viene la presidenza di Jacques Delors. Il rilancio dell’<strong>Europa</strong>. Il periodo <strong>in</strong> cui,<br />

più che mai, si affermano l’autorevolezza e l’equilibrio di <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong>. Pochi conoscono<br />

un episodio molto emblematico. È l’autunno ‘85, Delors è di umore <strong>in</strong>stabile,<br />

<strong>in</strong>soddisfatto di come le cose vanno. Ad un mercoledì della Commissione litiga<br />

pesantemente po’ con tutti. Diversi commissari, capeggiati da Frans Andriessen,<br />

olandese, chiedono le dimissioni del presidente, che secondo loro li ha <strong>in</strong>sultati. In<br />

quei giorni, <strong>Lorenzo</strong> <strong>Natali</strong> è <strong>in</strong> missione <strong>in</strong> Africa. I colleghi lo pregano di rientrare<br />

immediatamente. Torna, tiene Delors <strong>in</strong> confessionale per una giornata <strong>in</strong>tera; poi<br />

tutti i colleghi, uno per uno, per una settimana. La sua mediazione politicamente abilissima<br />

e umanamente affettuosa, paziente, risolve la crisi. E la presidenza Delors riparte,<br />

e prende il volo.<br />

<strong>Natali</strong> non se ne vantò mai. Come non si vantava, abbiamo visto, di quel che aveva<br />

fatto per la Spagna e il Portogallo. Né dei Pim, i Programmi <strong>in</strong>tegrati mediterranei<br />

di cui potevano ora servirsi le regioni italiane meno sviluppate. Né del gran lavoro <strong>in</strong><br />

Africa, poiché proprio <strong>in</strong> quel quadriennio aveva assunto il dicastero della Cooperazione<br />

per lo sviluppo del Terzo mondo. Non voleva gloria, ma i suoi occhi si commuovevano<br />

f<strong>in</strong>o alle lacrime quando i piccoli africani del Sahel lo chiamavano “Tonton<br />

Lorenzò”, Zione <strong>Lorenzo</strong>. Spero che nella c<strong>in</strong>eteca dell’Unione europea esista<br />

ancora un breve filmato di quelle danze e di quei canti <strong>in</strong>fantili, degli striscioni gioiosi<br />

e poveri che lo salutavano. Documento rarissimo, registrato da un c<strong>in</strong>e-operatore<br />

della Commissione, che ebbi la fortuna di usare quasi di straforo. In effetti è nel riserbo<br />

assoluto che dovevano avvenire i suoi <strong>in</strong>contri coi capi africani. Con loro, certo,<br />

organizzava gli aiuti alimentari, e l’assistenza per qualche segmento di progresso<br />

civile, ma <strong>in</strong>sieme a loro, proprio perché non ne faceva propaganda, risolveva anche<br />

sp<strong>in</strong>osi problemi umanitari, otteneva la liberazione di ostaggi e la libertà di culto per<br />

i missionari cattolici. In Vaticano gliene erano straord<strong>in</strong>ariamente grati.<br />

E tuttavia <strong>Natali</strong> non dimenticava mai l’Abruzzo. Da m<strong>in</strong>istro italiano aveva realizzato<br />

l’autostrada attraverso gli Appenn<strong>in</strong>i, per farlo uscire da secoli d’isolamento.

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