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L'esclusione sociale in Lombardia - Eupolis Lombardia - Regione ...

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economico, tuttavia esistono altre cause (fra i più diffusi i problemi di salute e la rottura<br />

dei legami familiari) che hanno <strong>in</strong>fluito e tuttora <strong>in</strong>fluiscono sulla condizione di disagio<br />

delle famiglie assistite. Il percorso delle famiglie prese <strong>in</strong> carico non è fatto solo da<br />

eventi <strong>in</strong> discesa ma, <strong>in</strong> alcuni casi, anche da avvenimenti e situazioni che hanno<br />

migliorato le condizioni di vita della famiglia riducendone il grado di bisogno (come<br />

trovare un lavoro, ricevere l’assegnazione di un’abitazione ERP, ottenere un<br />

<strong>in</strong>nalzamento del reddito o la regolarizzazione per gli stranieri), tuttavia circa l’85%<br />

delle famiglie non ha avuto alcun miglioramento della propria condizione nel corso del<br />

processo di impoverimento.<br />

La raccolta cont<strong>in</strong>ua dei dati ha permesso <strong>in</strong>oltre la lettura delle tappe del percorso di<br />

impoverimento attraverso un’analisi della sequenzialità degli avvenimenti accaduti. È<br />

emerso come, ad eccezione dei problemi lavorativi ed economici che con maggiore<br />

probabilità possono rimanere l’unica problematica presente nella famiglia, tutte le altre<br />

cause di bisogno quasi sempre si concatenano generando condizioni di difficoltà più<br />

complesse. L’analisi specifica dei soli casi familiari <strong>in</strong> cui si è registrata una situazione<br />

di molteplicità di eventi causa di bisogno ha messo <strong>in</strong> evidenza <strong>in</strong> particolare come la<br />

separazione o il divorzio sono quasi sempre evento “primo” a seguito del quale<br />

emergono altre problematiche mentre l’<strong>in</strong>sufficienza del reddito, i debiti e soprattutto lo<br />

sfratto o la perdita della casa sono con maggiore probabilità eventi conseguenti rispetto<br />

ad un primo evento differente. Inoltre osservando quali sono gli eventi successivi<br />

associati a ciascun evento causa <strong>in</strong>iziale è emerso come ad oltre un quarto dei casi con<br />

reddito <strong>in</strong>sufficiente si è aggravata ulteriormente una situazione già critica con la perdita<br />

del lavoro o ad un caso su c<strong>in</strong>que con problemi di <strong>in</strong>validità fisica <strong>in</strong> famiglia, alla<br />

perdita o mancanza di lavoro <strong>in</strong> quasi la metà dei casi segue l’<strong>in</strong>sufficienza delle entrate<br />

economiche e <strong>in</strong> un caso su quattro la perdita della casa, alla separazione o divorzio<br />

segue <strong>in</strong> oltre la metà dei casi l’<strong>in</strong>sufficienza del reddito ma anche <strong>in</strong> alcuni casi la<br />

perdita del lavoro.<br />

Passando all’analisi delle entrate f<strong>in</strong>anziarie della famiglia e delle spese fisse da<br />

sostenere è <strong>in</strong>oltre emerso (a conferma dei dati soggettivi di percezione delle difficoltà<br />

economiche) come ben contenute siano le risorse medie delle famiglie assistite<br />

(compresi gli aiuti si tratta di 724 euro mensili e oltre un terzo non ne percepisce più di<br />

500) e significativo sia il peso degli aiuti ricevuti (265 euro al mese fra chi li riceve).<br />

Inoltre ponendo a confronto le contenute entrate f<strong>in</strong>anziarie con le spese fisse (affitto,<br />

mutuo e bollette) emerge che un terzo dell’<strong>in</strong>sieme monitorato ha bilancio negativo o<br />

nullo.<br />

L’analisi del grado di stagnazione della condizione di povertà ha <strong>in</strong>vece messo <strong>in</strong><br />

evidenza come <strong>in</strong> molti casi si sia consolidata la condizione bisogno-aiuto, portando<br />

l’organizzazione <strong>in</strong> stato di supplenza dei bisogni più che di effettivo accompagnamento<br />

della famiglia presa <strong>in</strong> carico verso una condizione di autonomia: oltre un terzo dei casi<br />

sono seguiti e assistiti da almeno tre anni e la metà di questi riceve aiuti da oltre 5 anni,<br />

mentre nel corso del 2010 solo il 7,7% dei casi è stato chiuso dalle organizzazioni e<br />

oltre la metà di questi per motivazioni differenti dall’effettiva uscita dalla condizione di<br />

povertà.<br />

Nonostante il forte ruolo di supplenza assunto dall’organizzazione e le difficoltà di<br />

attivazione di percorsi di auto-responsabilizzazione delle famiglie assistite, non si può<br />

fare a meno di riconoscere un grande merito a questi enti: essi svolgono nella nostra<br />

regione un’attività di aiuto e contrasto alla povertà unica e <strong>in</strong>dispensabile. Gli enti<br />

monitorati offrono <strong>in</strong>nanzitutto risposta al bisogno primario per eccellenza, “la fame”,<br />

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