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L'esclusione sociale in Lombardia - Eupolis Lombardia - Regione ...

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Multidimensionale (OMPI). Come già esplicitato nel precedente rapporto ORES<br />

(Accolla, 2011) tale <strong>in</strong>dice ha il vantaggio di stimare il livello di diffusione della<br />

povertà tenendo conto del grado di multidimensionalità della povertà stessa, e qu<strong>in</strong>di<br />

dell’effettiva gravità della situazione di disagio, grazie all’utilizzo della metodologia di<br />

misurazione proposta dall’Oxford Poverty and Human Development Initiative - OPHI<br />

(Alkire, Foster, 2009).<br />

In term<strong>in</strong>i operativi, il metodo proposto è <strong>in</strong> grado di correggere la tradizionale<br />

“<strong>in</strong>cidenza di povertà” attraverso la stima dell’adjusted headcount ratio 12 . Questa nuova<br />

misura, calcolabile sia a livello di s<strong>in</strong>gola dimensione/ambito sia complessivamente<br />

attraverso un unico <strong>in</strong>dice, può essere <strong>in</strong>terpretata come il numero complessivo di<br />

privazioni registrate nel totale della popolazione sul numero massimo di privazioni di<br />

cui essa può fare esperienza (nell’ipotesi teorica che tutti gli <strong>in</strong>dividui soffrano di tutti i<br />

s<strong>in</strong>tomi di privazione considerati). Va tuttavia precisato che, rispetto a quanto proposto<br />

da Alkire e Foster, nel modello adottato da ORES la carenza reddituale (cioè il primo<br />

dei s<strong>in</strong>tomi riportati nella tabella 6.1) viene considerata condizione necessaria per far sì<br />

che un <strong>in</strong>dividuo venga <strong>in</strong>dividuato come povero, mentre il sommarsi di ulteriori<br />

condizioni di svantaggio aggrava la condizione di povertà dell’<strong>in</strong>dividuo. È <strong>in</strong>fatti<br />

evidente come la capacità economica pur non “facendo la felicità” di un <strong>in</strong>dividuo<br />

rappresenti un elemento cruciale per il raggiungimento di una condizione di benessere<br />

così come per la possibilità di sviluppo delle sue capacità e delle sue potenzialità.<br />

L’<strong>in</strong>dice di povertà multidimensionale che ne risulta assume un valore compreso fra<br />

0 (condizione di povertà nulla o di benessere massimo: nessuno <strong>in</strong> povertà) e 100<br />

(condizione di povertà massima o di benessere m<strong>in</strong>imo: tutti gli <strong>in</strong>dividui <strong>in</strong> povertà <strong>in</strong><br />

tutti gli ambiti). Il fenomeno della povertà e quello del benessere vengono qu<strong>in</strong>di letti<br />

come due facce della stessa medaglia <strong>in</strong> base a quanto suggerito dalle teorie sviluppate<br />

da Amartya Sen con il Capability Approach (Sen, 1985): secondo la prospettiva delle<br />

capacità è <strong>in</strong>fatti necessario superare la netta dist<strong>in</strong>zione tradizionalmente posta fra i<br />

concetti di povertà e benessere, per sostituirla con una visione di graduale transizione<br />

fra due condizioni opposte, quella di massima povertà e quella di massimo benessere 13 .<br />

I risultati più significativi delle analisi svolte sono qui presentati <strong>in</strong> quattro parti:<br />

1. nel paragrafo 6.2, attraverso la lettura dell’OMPI, vengono descritte le differenze<br />

<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i complessivi di povertà multidimensionale e a livello dettagliato di<br />

dimensione di povertà, con l’<strong>in</strong>tento di fornire una lettura d’<strong>in</strong>sieme al fenomeno<br />

povertà multidimensionale <strong>in</strong> <strong>Lombardia</strong> attraverso comparazioni territoriali<br />

(Nord Italia e <strong>in</strong>tero Paese) ma soprattutto di trend temporali (dal 2006 al 2010),<br />

<strong>in</strong> modo da mettere <strong>in</strong> luce gli effetti della crisi sui differenti ambiti di vita degli<br />

<strong>in</strong>dividui;<br />

12<br />

L’adjusted headcount ratio è calcolato come il prodotto fra l’headcount ratio (<strong>in</strong>cidenza di <strong>in</strong>dividui<br />

con almeno il s<strong>in</strong>tomo di povertà reddituale ritenuto condizione necessaria) e la quota dei possibili<br />

s<strong>in</strong>tomi di povertà registrati <strong>in</strong> media nelle persone povere (ad esempio al 2010 i lombardi con alme no il<br />

s<strong>in</strong>tomo di povertà reddituale sono il 9,4% e registrano <strong>in</strong> media il 16% dei s<strong>in</strong>tomi considerati nello<br />

studio).<br />

13<br />

I suggerimenti di Sen sono stati, e tuttora rappresentano, un utile rifermento per chi <strong>in</strong>traprende il<br />

percorso di misurazione della povertà e del benessere, numerosi sono gli studi empirici sviluppati <strong>in</strong><br />

questa direzione (Chiappero Mart<strong>in</strong>etti, 2000, 2006; Baliamoune-Lutz, 2004; Berenger, Verdier-<br />

Choucane, 2007; Lelli, 2001; Clark, Qizilbash, 2005; Roche, 2007; Vero, 2006).<br />

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