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L'esclusione sociale in Lombardia - Eupolis Lombardia - Regione ...

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utenza e ai loro specifici bisogni: le prestazioni di natura sanitaria si rivelano efficaci nel<br />

momento <strong>in</strong> cui si verifica la guarigione del soggetto, il dormitorio rappresenta una<br />

risposta ad uno stato di sofferenza acuta che solitamente - tranne per le persone senza<br />

fissa dimora - non si protrae nel tempo e, da ultimo, le strutture residenziali - con<br />

l’eccezione di alcune tipologie di utenza - hanno come specifica mission l’accoglienza e<br />

l’accompagnamento del soggetto verso il ritorno ad una condizione di vita <strong>sociale</strong><br />

“normale”. Passando dalla lettura <strong>in</strong> positivo al legame tra alcune tipologie di servizio e<br />

la scarsa efficacia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di dimissioni dell’utenza emerge come la distribuzione di<br />

contributi monetari (1,4%), la ricerca del lavoro (3,8%), il servizio di mensa (3,8%), o<br />

di servizi per l’igiene (4%), la distribuzione di vestiti (4,3%), l’ascolto (4,6%) e la<br />

distribuzione di pacchi alimentari (4,6%) sono, <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e crescente, le forme di<br />

<strong>in</strong>tervento che presentano un basso livello di efficacia. Si tratta <strong>in</strong>fatti di azioni che, da<br />

un lato, non richiedono una reale presa <strong>in</strong> carico dell’utente e qu<strong>in</strong>di non consentono di<br />

attivare monitoraggi puntuali dello stato di bisogno nel medio e lungo periodo;<br />

dall’altro lato, <strong>in</strong>vece, siamo <strong>in</strong> presenza di risposte a bisogni che sono per loro natura<br />

fortemente risorgenti <strong>in</strong> quanto collegati ad una capacità economica <strong>in</strong>sufficiente. In<br />

questi casi, è molto forte il rischio che si <strong>in</strong>stauri una sorta di assistenzialismo alle<br />

famiglie piuttosto che un vero e proprio percorso di autonomia.<br />

La figura 2.13 visualizza il legame tra i criteri di accesso ai servizi richiesti dall’ente e<br />

la quota di assistiti usciti dalla condizione di bisogno. Innanzitutto emerge che il 72,3%<br />

di enti che non applica alcun criterio di accesso e dichiara di non avere avuto dimissioni<br />

tra i loro utenti: l’accesso universalistico ai servizi non costituisce una valida premessa<br />

per l’efficacia del servizio stesso anche perché può generare situazioni di dipendenza<br />

difficilmente rimovibili. Sul versante opposto, anche se con percentuali meno roboanti,<br />

la segnalazione di situazioni di fragilità da parte dei servizi sociali territoriali o di altri<br />

enti, per quanto non sia garanzia di successo, sembra collegarsi ad un grado di efficacia<br />

superiore alla media.<br />

Figura 2.13 - Uscita dalla povertà per modalità di accesso ai servizi. <strong>Lombardia</strong>, 2011<br />

(% di enti)<br />

Segnalazione Operatori<br />

Segnalazione Enti<br />

Segnalazione servizi<br />

Requisiti economici<br />

Regolarità documenti<br />

Nessun criterio<br />

33<br />

42<br />

44,6<br />

51,5<br />

48,2<br />

72,3<br />

50<br />

63,5<br />

53,6<br />

48,4<br />

40,6<br />

46,7<br />

21,6<br />

0 20 40 60 80 100<br />

Nessuno da 1 a 10% oltre 10%<br />

Fonte: elaborazione ORES su dati rilevati (Allegato 1)<br />

4,4<br />

7<br />

7,9<br />

3,5<br />

5,1<br />

6,1

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