Figura 2.10 - Uscita dalla condizione di povertà. <strong>Lombardia</strong>, dal 2008 al 2011 (% di enti) 2008 2009 2010 2011 43,2 53,3 54,7 53 48 44,9 41,8 42,5 45,1 11,9 0 20 40 60 80 100 Nessuna F<strong>in</strong>o al 20% Più del 20% Fonte: elaborazione ORES su dati rilevati (Allegato 1) Passando ad un maggiore grado di dettaglio d’analisi la figura 2.11 rivela drammaticamente che, se sc<strong>in</strong>diamo il 45,1% degli enti con efficacia <strong>in</strong>feriore al 20%, i tre quarti degli enti non superano il 5%, il 7,3% si colloca tra il 6 e il 10% e solo il 5,1% supera il 10%. In questo contesto, ci sembra importante cercare di comprendere meglio quali sono le condizioni <strong>in</strong> cui gli enti riescono comunque ad agire con efficacia. Figura 2.11 - Uscita dalla condizione di povertà. <strong>Lombardia</strong>, 2011 (% di enti) 32,7 7,3 5,1 1,8 53 Nessuna F<strong>in</strong>o al 5% Dal 5 al 10% Dal 10 al 20% Oltre il 20% Fonte: elaborazione ORES su dati rilevati (Allegato 1) La tabella 2.3 mette <strong>in</strong> relazione gli <strong>in</strong>dicatori di efficacia degli enti (misurata <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di quota di assistiti usciti dalla condizione di bisogno) con la collaborazione con i servizi sociali del territorio. Premesso che solo il 5,6% degli enti non collabora <strong>in</strong> alcun modo con i servizi sociali del territorio mentre il 38% lo fa <strong>in</strong> modo costante e sistematico, emerge chiaramente come gli enti meno efficaci siano quelli meno collaborativi; le caselle <strong>in</strong> grigio rivelano che l’assenza totale di relazioni oppure un loro utilizzo legato a situazioni di emergenza (“quando necessario”) co<strong>in</strong>cide con un’efficacia m<strong>in</strong>ore della relazione di aiuto. Invece laddove la rete tra diversi soggetti sembra essere più strutturata, l’efficacia cresce, attestandosi su valori superiori al dato medio (caselle con sfondo verde). 4,9 2,8 1,8
Tabella 2.3 - Uscita dalla condizione di povertà per collaborazione con i servizi sociali del territorio. <strong>Lombardia</strong>, 2011 (% di enti) No Quando necessario In modo costante, ma non formalizzato In modo costante e sistematico Totale Nessuna 7,5 29,8 23,2 39,5 100 F<strong>in</strong>o al 5% 4,9 24,5 39,4 31,2 100 Dal 5% al 10% 4,7 10,2 46,9 38,3 100 Dal 10% al 20% 0,0 21,6 19,3 59,1 100 Più del 20% 0,0 0,0 40,6 59,4 100 Totale 5,6 25,7 30,4 38,0 100 Fonte: elaborazione ORES su dati rilevati (Allegato 1) Rispetto alla forma giuridica, il 38,5% dei Gruppi Caritas non ha collaborazioni (7,6%) con i servizi sociali del territorio oppure le attiva solo <strong>in</strong> caso di necessità (30,9%); quote analoghe <strong>in</strong>teressano gli enti accorpati nella voce “Altra forma” (10,6% e 29,6%), mentre presentano percentuali <strong>in</strong>feriori, seppur significative, le associazioni riconosciute (5,2% e 24,1%) e le cooperative sociali (2,2% e 15,5%). Q uesti dati mostrano come il rischio dell’autoreferenzialità non riguardi solo i soggetti più piccoli e meno formalizzati, ma anche le realtà più strutturate che, fisiologicamente, sono portate (o dovrebbero essere portate) a dialogare con una molteplicità di soggetti. Figura 2.12 - Quota di enti con uscita dalla povertà > 10% degli assistiti per servizi erogati. <strong>Lombardia</strong>, 2011 (% di enti) Media Residenzialità Ascolto Lavoro Sanità Farmaci Denaro Igiene Dormitorio Vestiti Pacchi Mensa 1,4 3,8 4 3,8 4,4 4,3 4,6 49 6,9 6,8 8,5 9,1 12,9 0 2 4 6 8 10 12 14 Fonte: elaborazione ORES su dati rilevati (Allegato 1) La figura 2.12, mostrando la quota di enti con livello di efficacia superiore al 10% (usciti dalla povertà) al variare del servizio pr<strong>in</strong>cipale offerto, evidenzia che rispetto al dato medio (6,9%) solo tre tipologie di servizio si collocano su un livello superiore: la distribuzione di farmaci (8,5%), i dormitori (9,1%) e, soprattutto, la residenzialità (12,9%). Si tratta di <strong>in</strong>terventi - ad essi aggiungiamo anche le prestazioni sanitarie che raggiungono il 6,8% - molto formalizzati e che richiedono, nel caso delle strutture residenziali, una reale e complessa presa <strong>in</strong> carico del soggetto. Ad una prima lettura, si potrebbe affermare <strong>in</strong> modo quasi paradossale che sono le situazioni più pesanti quelle che consentono un’efficacia maggiore. Evidentemente si tratta di una spiegazione superficiale, che deve essere sviluppata facendo riferimento alle s<strong>in</strong>gole tipologie di
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Guerzoni L. (a cura di, 2008), La r
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Rhodes R. A. W. (1997), Understandi
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