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L'esclusione sociale in Lombardia - Eupolis Lombardia - Regione ...

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Capitolo 5<br />

Povertà assoluta <strong>in</strong> <strong>Lombardia</strong><br />

di Lorenzo Cavedo<br />

5.1. Introduzione<br />

«La vita è una cella un po’ fuori dell'ord<strong>in</strong>ario, più uno è povero più si restr<strong>in</strong>gono i<br />

metri quadrati a sua disposizione» 1 .<br />

Questa citazione fa capire bene il concetto di carenza e di privazione, sia esso riferito<br />

alle possibilità, alla libertà, alle relazioni sociali, al benessere o, nella concezione più<br />

tradizionale, alle risorse monetarie.<br />

Abitualmente la povertà è identificata e def<strong>in</strong>ita come la mancanza di benessere<br />

economico e l’approccio classico alla sua misurazione è basato essenzialmente su<br />

un’unica variabile di tipo monetario, sia essa il reddito o sia essa la spesa. Tra i primi ad<br />

analizzare la povertà secondo l’approccio unidimensionale monetario furono Booth e<br />

Rowntree; <strong>in</strong> particolare quest’ultimo def<strong>in</strong>ì una poverty l<strong>in</strong>e, ossia una soglia oggettiva<br />

(di reddito o consumo) al di sotto della quale una famiglia o un <strong>in</strong>dividuo è da<br />

considerarsi povero, mentre non lo è se si colloca al di sopra. In questi term<strong>in</strong>i l’utilizzo<br />

di un unico <strong>in</strong>dicatore monetario riesce a catturare l’essenza della privazione o per lo<br />

meno ad essere una buona approssimazione dello standard di vita.<br />

In Italia la stima ufficiale della povertà è fornita da ISTAT che per misurarla ha<br />

riposto la propria scelta sulla spesa, ritenendola un <strong>in</strong>dicatore più realistico del reddito,<br />

<strong>in</strong> quanto la spesa è un’ottima approssimazione dei consumi effettivi e del reddito<br />

permanente. Variazioni di breve periodo del reddito non sono <strong>in</strong>oltre necessariamente<br />

accompagnate da variazioni della spesa per consumi, <strong>in</strong> quanto quest’ultima varia meno<br />

rispetto al reddito <strong>in</strong> funzione di fattori esogeni (es. malattie); non da ultimo poi, ed <strong>in</strong><br />

Italia più che <strong>in</strong> altri Paesi, gli <strong>in</strong>dividui tendono a sottostimare il proprio reddito<br />

piuttosto che i propri consumi (Parisi, 2004).<br />

L’ISTAT utilizza l’annuale <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e campionaria su «I consumi delle famiglie»,<br />

attraverso la quale fornisce una stima della povertà sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i relativi (rispetto alla<br />

spesa per consumi media nazionale) sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti (rispetto ad un livello di vita<br />

m<strong>in</strong>imo). In quest’ultimo caso la povertà è <strong>in</strong>tesa come l’<strong>in</strong>capacità di acquistare beni e<br />

servizi ritenuti necessari per raggiungere uno standard di vita «m<strong>in</strong>imamente<br />

accattabile» (ISTAT, 2009).<br />

Seguendo l’idea che misurando l’<strong>in</strong>capacità di acquistare beni necessari per<br />

l’esistenza e di soddisfare qu<strong>in</strong>di specifici bisogni primari, si ottenga una stima più<br />

1 Tratta da “Cronache di poveri amanti” di Vasco Pratol<strong>in</strong>i.

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