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II<br />
All'improvviso dall'altra stanza si sentì un tonfo e immediatamente dopo il silenzio più totale. I suoi<br />
sensi erano ancora offuscati dal sonno ma la sua mente si allarmò.<br />
Lentamente diresse il suo braccio verso il comodino per afferrare l'orologio e vide che erano solo le<br />
cinque. Si coprì nuovamente ma sentì dei rumori provenire dalla camera <strong>del</strong>la mamma e fu allora<br />
che decise di andare a vedere.<br />
Una voce maschile stava chiamando l'ambulanza ma cessò quando Andrea entrò nella stanza. Vide<br />
sua madre a terra, svenuta e pallida, corse verso di lei, la abbracciò, chiamò il suo nome con quel<br />
filo di voce spaventata che riuscì ad emettere e volse immediatamente lo sguardo verso quella<br />
persona sconosciuta. ''Chi cazzo sei tu?'' urlò, mentre le lacrime veloci gli solcarono il viso ''Che è<br />
successo a mia madre?'' continuò, fin quando si sentì strozzato dal fiato.<br />
''Andrea calmati, ho chiamato i soccorsi, saranno qui a minuti...'' disse quell'uomo, preso da un<br />
imbarazzo inaspettato ''..io sono Maurizio..''.<br />
Le sirene avvertirono l'arrivo <strong>del</strong>l'ambulanza, Andrea prese in braccio sua madre e corse verso quel<br />
mezzo che doveva salvarle la vita. Non voleva pensare al peggio, non voleva immaginare la sua vita<br />
senza di lei, senza i suoi sorrisi, senza i suoi abbracci, che ormai avvenivano sempre più di rado, ma<br />
non ce la fece e pianse con il fiato smorzato e l'anima in affanno per quella paura inimmaginabile.<br />
Correvano nella notte quelle ruote, veloci e inquiete, attraverso le prime deboli luci <strong>del</strong>l'alba.<br />
Andrea si sentì impotente, piccolo, inutile in quelle sala d'attesa terribile, fredda e desolata.<br />
Non aveva più certezze e un tremolio sottile partì dalle sue gambe, ebbe bisogno di alzarsi e<br />
prendendo il cellulare, pensò di chiamare sua sorella Viola che la sera prima era andata a dormire da<br />
un' amica, ma nulla, come al solito il suo cellulare era spento.<br />
Provò allora a chiamare l'unica persona che gli venne in mente e il suo battito accelerò quando sentì<br />
la sua voce che assonnata, diceva ''Andrea! Andrea, perché mi telefoni alle sei di mattina?''.<br />
Lui non rispose tentando di non far sentire il fiatone che aumentava. ''Andrea, rispondi! Che cose è<br />
successo?...Andrea!''. Non voleva farsi sentire distrutto e non voleva creare scompiglio nella sua<br />
giornata, allora attaccò il telefono e quando vide il medico uscire dalla stanza corse per la paura e il<br />
terrore che in quel momento erano più forti di tutto il resto.<br />
Il medico esordì dicendo ''La signora ha avuto un ictus...'' e ad Andrea si raggelò il sangue nelle<br />
vene ''..ma ancora nulla è perduto, la stiamo preparando per l'operazione.'' continuò.<br />
Il signor Maurizio insistette per sapere qualcosa in più, ma nulla gli fu concesso il quel momento<br />
tanto drammatico e inaccettabile.<br />
Andrea si sentì spossato e un vuoto devastante pervase il suo interno, si sentì irrimediabilmente solo<br />
e il suo pensiero ritornò a sua sorella Viola, che avrebbe vissuto quella giornata scolastica come<br />
molte altre.<br />
La ragazza intanto si trovava sotto una fitta pioggerellina gelida e nel traffico mattutino <strong>del</strong>la città,<br />
che tentava di non arrivare in ritardo a scuola. La sua mente era piena di pensieri sulle cose da fare<br />
quella mattina, sui progetti <strong>del</strong> pomeriggio ma un vuoto allo stomaco e un tremore le risalì lungo la<br />
schiena. All'improvviso perse la stabilità <strong>del</strong> suo motorino e si ritrovò sull'asfalto, spaventata e<br />
bagnata, mentre il mezzo continuava a scivolare, fin quando non incontrò un albero. Sentì un dolore<br />
lancinante attraverso tutto il corpo e un giramento di testa gli offuscò immediatamente la vista.<br />
Giulio, che stava oltrepassando il cancello <strong>del</strong>la scuola, si accorse di tutto e corse veloce verso di lei<br />
per accertarsi che non le fosse successo nulla di grave.<br />
Le prese la testa e con voce preoccupata, chiese '' Ehi come stai? Riesci a sentirmi?'' ma mentre si<br />
accingeva a prendere il cellulare per chiamare aiuto lei con una vocina flebile, rispose ''..Sto bene.<br />
Aiutami ad alzarmi..''. Subito vide in quella ragazza una forza inaspettata che lo fece sentire debole<br />
e piccolo difronte a quella esile figura longilinea.<br />
Lei non volle andare in ospedale e costrinse Giulio ad accompagnarla semplicemente a casa<br />
nonostante le insistenze <strong>del</strong> ragazzo.