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L'altra metà del cielo

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dovuto dare di matto in quel preciso momento, in quel luogo e difronte a quelle persone.<br />

Promise.<br />

Promise subito a se stesso di rimediare in quello che lui aveva sbagliato, ma non lì, non in quella<br />

serata.<br />

Il padre lo fulminò con uno sguardo di iracondia e poi disse scocciato ''Eh sì, ma noi ora dobbiamo<br />

fare un sacco di strada per accompagnarti fin lì!''.<br />

''Dov'è casa <strong>del</strong> tuo amico?'' chiese Mario. Giulio vide un barlume di speranza nella gentilezza di<br />

quel ragazzo che poco prima aveva trattato con poca educazione. ''Abita nelle vicinanze <strong>del</strong>l'uscita<br />

<strong>del</strong>la tangenziale ovest..'' rispose, con tono speranzoso e grato. L'uomo pensò per qualche istante e<br />

disse ''Ah non è lontano da qui, posso accompagnarti io, sono di strada!''.<br />

Giulio salutò il resto <strong>del</strong>la sua famiglia e immaginò le sensazioni di suo padre, che tutto erano,<br />

meno che positive e sicure di un futuro tranquillo. Lo aveva capito dai suoi sguardi che riflettevano<br />

precisamente i suoi pensieri in quel momento.<br />

Non è normale, sempre a casa di Andrea! Non ce l'hai una casa tua? Una famiglia? Ci basta poco<br />

che dormi pure nel letto con lui...<br />

E poi quel vuoto per aver semplicemente supposto. Per aver semplicemente ipotizzato ciò che in<br />

altre occasioni sarebbe saltato subito agli occhi, magari visto dall'esterno.<br />

Ribrezzo?<br />

Vergogna?<br />

Delusione? Ciò che veniva dopo quei pensieri divenne inaccessibile.<br />

''Grazie! Mi hai salvato la pellaccia!'' disse Giulio, sorridendo, mentre erano in macchina.<br />

''Figurati, è vero che comunque sono di strada!'' disse Mario. ''Tuo padre non ne ha idea vero? Di te<br />

e il tuo ragazzo, dico?'' chiese.<br />

''No. Ma mi sa che ha molti dubbi sull'argomento...'' rispose il ragazzo, turbato.<br />

Il giovane avvocato rimase in silenzio per qualche istante prima di consigliargli di essere sincero.<br />

''Devi trovare il coraggio, non per lui o per loro ma per te stesso. Loro sono la tua famiglia. Vuoi<br />

che fra qualche anno non sappiano più chi sei?''.<br />

''Io tutto questo lo so..infatti è solo mio padre il problema e mio fratello, ma di lui non me ne frega<br />

un cazzo!'' rispose seriamente. ''La mia sorellina lo sa già. Ha visto il nostro primo bacio avvenuto<br />

per caso, è un po' un casino la storia, ma mi ha sempre aiutato e sostenuto..è una ragazzina<br />

intelligente e..mia madre ormai credo che ne abbia la certezza.'' aggiunse Giulio.<br />

''Beh allora sei già tanto fortunato anche se credo che tuo padre non sia poi tanto male...'' disse<br />

Mario, con la voce che gli si abbassava.<br />

Il giovane Castelli rimase in silenzio. Aveva una sensibilità spiccata e si rese subito conto che quella<br />

frase risuonò un po' rammaricata e malinconica, magari per qualcosa che nella sua vita aveva<br />

taciuto per omologarsi all'idea e alle speranze che suo padre aveva scelto per lui. Ma si bloccò, non<br />

disse nulla avendo paura di chiedere troppo a una persona che in fondo non conosceva affatto.<br />

''Io avrei voluto frequentare il liceo artistico e...fare il fotografo, ma devo dire che non è male la vita<br />

che ho. Nel tempo libero scatto, fotografo un po' tutto il mondo che mi circonda, anche se non è il<br />

massimo!'' terminò.<br />

Giulio si sentì un po' imbarazzato e fortunato per aver capito subito quale fosse la sua strada ma<br />

nonostante l'apparente fortezza di quella persona ebbe una sensazione diversa, come se in quelle<br />

parole ci fosse qualcosa di sforzato e poco sentito. Si voltò guardandolo con quelli occhi spaesati,<br />

accennò qualcosa con le labbra ma non parlò per la paura di essersi sbagliato e di non aver capito<br />

proprio niente.<br />

Sotto casa di Andrea si salutarono, si ringraziarono a vicenda e si dettero appuntamento a una futura<br />

serata organizzata dai loro padri.<br />

Giulio ripensò alle parole di entrambi e si dispiacque per quel bel ragazzo che ormai era troppo<br />

abituato a fingere, ma pensò che molte persone per sopravvivere facevano <strong>del</strong>la loro vita una<br />

finzione continua e promise di non diventare così, mai.<br />

Salendo quelle interminabili scale accese il cellulare e mentre varcava la porta di casa gli arrivò il<br />

messaggio di due chiamate, ma non fece in tempo a leggere perché sentì dei rumori, appena entrato

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