L'altra metà del cielo

aveva mai dato tregua, che si poteva ancora fare qualcosa, che lui non aveva dimenticato e che la
sua anima non riusciva a mentire.
Si sentirono dei rumori provenire dalla stanza della ragazza. Poi più nulla.
Una porta si chiuse e all'improvviso in cucina entrò Giulio. Posò la sua cartella per terra, salutò
Marco, gli strinse la mano e disse che se ne stava andando a casa.
Aveva lo sguardo rattristato, come di qualcuno che era stato appena cacciato o come di qualcuno
che sapeva di aver perduto l'unica occasione di dire la verità alla persona che amava e che sarebbe
diventata solo un sogno o un fugace ricordo.
Spostò velocissimamente il suo sguardo su Andrea ed ebbe un sussulto, gli avrebbe voluto dire che
stare con Viola era stato tutto un errore ma quella sera gli mancarono le forze, allora si mise il
cappuccio, si abbottonò la giacca e uscì dalla stanza soffocando un timido ciao.
Attraversò il salone come se stesse dicendo addio a qualcosa che non aveva avuto il tempo, anzi no,
il coraggio di vivere. Ma ormai ci doveva rinunciare.
Non avrebbe potuto neanche dire nulla in quel momento, perché la presenza di quel suo amico lo
infastidì altamente.
Strozzando quasi le lacrime, per quei pensieri velocissimi che gli passavano per la testa, posò la sua
mano sulla maniglia, aprì la porta e guardò la pioggia, l'unica che poteva capirlo.
Uscì da quella casa, ricordando l'ultima chiacchierata poco amichevole con Andrea, riuscendo a
tenere a freno tutti i suoi istinti di tornare dentro e urlare tutto quello che aveva in testa. Stava per
rinunciarvi per sempre e per credere che forse era meglio così.
''Non puoi uscire con questo tempo!'' si sentì dire, mentre la sua mano veniva bloccata dalle sue dita
forti e ghiacciate. ''Casa tua è lontana'' continuò, mentre l'anima di Giulio iniziò ad impazzire.
Il suo cuore batteva senza freni come se il petto fosse un posto troppo piccolo per contenere
quell'emozione. Si girò e vide i suoi occhi timidamente verdi che lo guardavano e pregavano per
farlo rimanere lì.
Non sapeva che faccia fare. Non voleva muoversi per non far nulla di stupido e di compromettente,
ma gli venne un dubbio. Forse quella di Andrea era solo una frase amichevole che avrebbe detto a
tutti e non volendo alimentare false speranze, fece uscire dalla sua gola un semplice non lo so, non
voglio disturbare.
I secondi che passarono gli sembrarono infiniti, come infinita gli sembrò quella bella sensazione di
appartenenza a lui. Le sue dita si mossero nella sua mano, che placidamente tremava. Voleva
stringerla e farle sentire la sua presenza e il suo atroce pentimento per aver compiuto quell'inutile
casino con Viola, solo per paura. Stupidamente per paura.
Ma non vide niente. Non sentì niente come risposta da Andrea, che intanto aveva tirato indietro la
sua mano.
Le sue emozioni erano cambiate all'improvviso, diventando negative. Catastrofiche .
Non voleva complicare tutto. Non voleva illudersi e allora decise di andare via. Era meglio così.
''Rimani con me...stanotte!'' disse Andrea, prima che lui se ne fosse andato sul serio.
''Non pensare, a nulla, ne a mia sorella che sta dentro, ne a quello che abbiamo fatto, a quello che
abbiamo detto. Non pensare a domani o ai prossimi mesi. Non farlo.. non farlo perché se no sarà
sempre tutto più complicato!'' disse velocissimamente per lasciar fluire le parole vere che gli
passavano per la mente.
Giulio nella sua anima sorrise, per quell'emozione fortissima che stava provando, non credette
subito a quello che stava ascoltando, ma si abbandonò a quelle parole e a quel discorso che gli
avrebbe cambiato la vita
Mentre l' anima di Andrea cercava di non morire per quella paura ancestrale di rifiuto e pentimento,
alla fine, disse ''Lo faremo insieme! Ci penseremo insieme! Senza che nessuno si possa mettere in
mezzo.''.