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L'altra metà del cielo

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IV<br />

''Giulio allora non fare tardi!'' sollecitò la mamma, mentre lui scriveva un messaggio al cellulare.<br />

''Alle otto al teatro. Ma ti ricordi di stasera? Mi ascolti?'' chiese la donna, innervosendosi.<br />

''D'accordo questo periodo hai la testa all'aria..Vieni con me perché tu sei capace di non prendere<br />

neanche la macchina!'' terminò lei.<br />

Il ragazzo si voltò lentamente per calibrare la mandata a quel paese e rispose, dicendo ''Mamma non<br />

sono ancora diventato deficiente e sordo. Ho capito! Aspettami allora!''.<br />

Quella sera tutta la famiglia era stata invitata a teatro, dal capo <strong>del</strong>l'azienda dove lavorava papà<br />

Castelli, per una serata di beneficenza. Balletto moderno...quella era stata la spiegazione palesata<br />

dal padre, naturalmente onorato e impettito da quell'invito esclusivo.<br />

Giulio come per tutte le cose imposte dal padre sembrava assolutamente indifferente. Non gli<br />

sarebbe cambiata la vita e ne avrebbe fatto volentieri a meno ma gli faceva piacere, in fondo,<br />

ascoltare e scoprire nuove forme d'arte.<br />

Poco prima di uscire, però, telefonò ad Andrea, che come al suo solito si fece attendere anche al<br />

cellulare. ''Pronto Giulio?'' rispose lui dopo un po' di squilli.<br />

''Ciao, senti io stasera devo andare con mamma e tutti gli altri a vedere uno spettacolo. Mi rompe, lo<br />

sai ma non posso dire sempre no!'' disse Giulio, appena sentì la sua voce. ''Dopo però vengo a casa e<br />

rimango da te, così domattina ti accompagno a scuola e io poi vado a conservatorio...entro alla<br />

seconda ora!'' terminò frettolosamente.<br />

Andrea rimase in silenzio, avendo accettato ormai l'ossessione <strong>del</strong> suo ragazzo per la<br />

programmazione giornaliera e alla fine disse semplicemente ''Ok! Ti aspetto sveglio!''.<br />

Per Giulio il suo ragazzo era il suo universo, la sua certezza, la sua vita, il suo cantuccio, e mentre<br />

fantasticava sul suo essere felice, fu interrotto dalla mamma che urlava di muoversi.<br />

Faceva caldo e l'afa di Settembre non era ancora passata. Il teatrino scelto per la serata sembrò<br />

fresco e arieggiato ma la quantità di gente che c'era fece formare subito un broncio sulla faccia di<br />

Giulio, che eternamente scocciato, tentò di sgattaiolare via, invano, perché subito fu afferrato dal<br />

padre che lo presentò al suo capo come l'artista di casa.<br />

''Che piacere conoscere Giulio Castelli! Suo padre mi ha detto che è un musicista a tempo pieno!''<br />

affermò il signor Quarto. ''Che bello assecondare i figli nell'arte!'' terminò.<br />

''Certo come hai fatto tu!'' disse un ragazzo, accanto a lui.<br />

Il signore si voltò verso suo figlio e lo riprese, dicendo ''Mario ancora non ti sono passati i fervori<br />

giovanili...anzi adolescenziali?''.<br />

Quel ragazzo si presentò come figlio, avvocato, <strong>del</strong>la generazione di imprenditori Quarto. Era una<br />

figura strana, giovane, elegante, sfacciata ma assolutamente inquietante negli sguardi profondi e<br />

nella sicurezza che sfoggiava nel suo cammino. Ma forse era proprio questo che mise Giulio in un<br />

profondo disagio.<br />

Si trovarono seduti su poltroncine adiacenti. Si presentarono meglio, prima <strong>del</strong>l'inizio <strong>del</strong>lo<br />

spettacolo e il giovane musicista notò più da vicino il suo certo e profondissimo fascino.<br />

All'improvviso calarono le luci. Iniziò la musica ed uscì una ballerina. Era un tango, appassionato,<br />

lento e sublime. Dopo qualche secondo la ragazza venne presa tra le braccia da un ballerino.<br />

Danzarono insieme su quella musica finché lei non si accasciò per terra. Lui continuò a ballare<br />

mentre la ballerina si trascinò sulle scale, posizionate alla fine <strong>del</strong> palco. Si distrusse, pianse ma<br />

subito dopo iniziò a ballare da sola.<br />

Il ballerino continuò imperterrito e sulla scena comparve un altro danzatore.<br />

Gli occhi di Giulio si illuminarono a vedere quella danza insolita eseguita così intimamente da due<br />

uomini. Non aveva mai assistito a una cosa <strong>del</strong> genere e rimase piacevolmente sorpreso. Non<br />

sapeva cosa il regista avesse pensato di riprodurre. Non sapeva se il significato era quello che aveva<br />

colto lui ma di sicuro si trovava nel suo mondo.<br />

Quei due corpi sinuosi che si muovevano intimamente. Quelle labbra che si sfiorarono più di una

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