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L'altra metà del cielo

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VII<br />

Niente!<br />

Aveva dimenticato tutto, i due anni trascorsi nel nuovo liceo, l'amore di Andrea, i loro problemi, la<br />

felicità <strong>del</strong>l'ultimo periodo...<br />

La sua mente aveva cancellato ogni cosa e a detta dei medici non c'erano statistiche che potessero<br />

confermare una ripresa totale dei ricordi. Potevano ritornare, come essere dimenticati <strong>del</strong> tutto.<br />

Potevano riaffiorare nel corso <strong>del</strong> tempo ma quello che provò Andrea dietro quella vetrata che lo<br />

separava da lui fu rabbia!<br />

Come aveva fatto a dimenticarsi di lui?<br />

Sapeva benissimo che ciò che stava pensando era assolutamente irrazionale ma la sua anima provò<br />

solo rabbia.<br />

Non riuscì ad entrare in quella stanza e l'impresa gli sembrò ancor più difficile di quando era in<br />

coma e sul punto di morire.<br />

Passati tre giorni dal suo risveglio e da quella rivelazione assurda, la vetrata che separava la sua<br />

stanza dal corridoio divenne la sua unica maniera per stargli vicino. Passò giornate intere sul<br />

divanetto verde <strong>del</strong>la sala d'attesa e pensando al proprio futuro, non riuscì a vedere che buio.<br />

Non si mosse da quell'ospedale, nonostante le continue insistenze <strong>del</strong>la madre di provvedere<br />

all'iscrizione per qualche università, e la presenza dei genitori di Giulio divenne scontata e per lui<br />

quasi insignificante.<br />

Uno di quei tanti pomeriggi, passati a struggersi per la perdita di memoria di Giulio, gli capitò di<br />

salutare il signor Castelli, che a sua volta gli si avvicinò con sul volto un'espressione basita. ''Come<br />

salve?'' chiese l'uomo. ''E ora chi lo sta abbandonando?''.<br />

''Io non lo sto abbandonando!'' rispose, Andrea, che nonostante la sua degenza in ospedale non<br />

aveva perso la lucidità e la reattività. ''Io sono sempre qui! Vicino a lui. Lei può pensarla come le<br />

pare, non mi interessa!''.<br />

L'uomo non volle insinuare nulla, anzi fare l'esatto contrario, esortarlo ad andare da suo figlio.<br />

''Tu è vero sei sempre qui, vicino a lui..ma non con lui!'' disse allora.<br />

Per Filippo Castelli, certo, quella situazione non era <strong>del</strong>le migliori, ma suo figlio, la sua famiglia era<br />

stata sempre più importante di tutto, perfino <strong>del</strong>le sue stesse opinioni e credenze.<br />

Non seppe bene come affrontare quel discorso con quel ragazzo che conosceva così poco e che col<br />

tempo aveva anche iniziato ad odiare e disprezzare, ma quello che provò appena lo vide su quel<br />

divano fu pena.<br />

Nelle sue mille litigate con la moglie, lei gli aveva sempre buttato in faccia la situazione famigliare<br />

di Andrea. Cresciuto solo, in questi anni, soprattutto negli ultimi due, dove però aveva trovato il<br />

conforto e la forza di amare Giulio, senza riserve e all'inizio anche pronto e celare quel sentimento<br />

per amore <strong>del</strong> suo amico.<br />

Filippo guardò ancora quel ragazzo e si ricordò la prima volta che entrò nell'ufficio di suo padre e di<br />

quello che pensò su quell'uomo così freddo, così imprenditore anche con gli affetti e così<br />

insignificante dal punto di vista dei sentimenti. Provò pena, anche quella volta, e capì che loro, i due<br />

ragazzi, in quei momenti avevano bisogno l'uno <strong>del</strong>l'altro. Giulio ricordare e Andrea per riuscire ad<br />

andare avanti.<br />

''Cosa gli avete detto?'' chiese Andrea, mentre Filippo si perdeva nei suoi pensieri silenziosi.<br />

''Che ha perso la memoria e di cercare di ricordare! Ci hanno esortato a non dirgli tutto subito per<br />

vedere come, e se, i suoi ricordi progrediscono.'' rispose il signor Castelli.<br />

''Ma lui fin dove ricorda?'' chiese il ragazzo, sempre più intimorito dalle risposte.<br />

''Fin a poco prima <strong>del</strong> trasloco. Non si ricorda <strong>del</strong>la nuova casa, <strong>del</strong> liceo, dei compagni, di.....''<br />

l'uomo sospirò, non lasciando uscire quel te troppo perentorio, che forse gli avrebbe fatto troppo<br />

male.<br />

''Di me....'' rimarcò subito Andrea, al quale non sfuggì quell'istante di pausa, che aveva anche Giulio

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