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L'altra metà del cielo

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sorriso sulle labbra gli disse che era felice di rivederlo e Viola gli saltò al collo baciandolo<br />

immediatamente.<br />

All'improvviso, subito dopo quel bacio, i loro sguardi si intrecciarono, come se fosse la cosa più<br />

logica per i loro occhi, cercare quella che credevano o speravano, nonostante tutto, fosse la loro<br />

altra <strong>metà</strong>.<br />

Naturalmente nessun altro si accorse di quello che stava accadendo e subito la situazione tornò alla<br />

normalità. Si diressero verso il tavolo imbandito a festa e iniziarono a riempire i piatti. Sorridevano<br />

tutti alla vista di quelle splendide cibarie, meno Andrea che con occhi bassi e umore terribile<br />

sembrava un carcerato davanti alla sua fredda zuppa di verdure.<br />

''Beh Giulio, Viola mi ha detto che suoni il violoncello?'' chiese <strong>del</strong>icatamente la signora Claudia,<br />

per togliere il ragazzo dall'imbarazzo, in cui era in modo evidente.<br />

Lui impacciato, mentre si riempiva il piatto, rispose ''Sì, è vero. Quest'ultimo anno smesso un po'<br />

per vari problemi...'' e continuò ''Ma ora sto studiando per tornare a conservatorio..'' mentre i suoi<br />

occhi si riempirono di una luce viva e speciale.<br />

Parlare di musica lo rendeva felice e forte e il conservatorio, in quel periodo, divenne il monito per<br />

combattere sul serio e credere in qualcosa.<br />

''Allora ti piacerebbe suonare alla prima <strong>del</strong>la mia, nostra galleria, tra due mesi più o meno?'' chiese<br />

la signora in maniera entusiasta e assolutamente imprevedibile. Giulio sorrise con un' espressione<br />

dubbiosa e sorpresa, ma non volle rimanere in silenzio difronte a tanta gentilezza e subito rispose<br />

''Mi piacerebbe tanto, ma devo studiare i pezzi, devo preparare il repertorio...insomma non so...''.<br />

''Se vuoi farlo non dovresti avere dubbi!'' disse freddamente Andrea, dopo che nessuno lo aveva<br />

calcolato per tutto il tempo. Giulio si voltò verso l'amico e iniziò a fissarlo, domandando con gli<br />

occhi il significato di quell'affermazione, esternata in quella maniera così dura.<br />

''Non è che non voglio farlo è solo che non sono in allenamento e..e ho bisogno di studiare, non<br />

voglio far fare brutta figura.'' rispose il giovane Castelli, con un po' di affanno che avanzava, mentre<br />

i suoi occhi tentavano di non guardarlo più.<br />

Andrea sorrise in modo sottilmente ironico e pungente, si alzò di scatto e si avvicinò al giardino,<br />

quasi come se stesse scappando da una situazione che lui considerava ipocrita, falsa e ingiusta.<br />

''Andrea! Andrea! Ma dove stai andando?'' chiese sua madre, con alto tono.<br />

''A fumare..fuori..'' rispose fugacemente lui, mentre usciva.<br />

L'amico lo guardò. Voleva seguirlo. Voleva parlargli. Voleva fumare con lui. Voleva abbracciarlo per<br />

farlo sentire al sicuro. Voleva tante cose ma rimase fermo, lì, su quella sedia di mogano nero.<br />

''Giulio se vuoi andare a parlargli vai pure..'' acconsentì la mamma <strong>del</strong>l'amico. ''Non preoccuparti<br />

per le reazioni brusche, sta passando un brutto periodo. Vai se vuoi...'' terminò, mentre la cena<br />

continuava sospesa in quell'atmosfera pesante.<br />

Quando Giulio uscì in giardino ebbe un brivido per quel freddo, che non accennava a smettere, alzò<br />

le spalle e intrecciò le braccia per riscaldarsi un po' e guardandosi intorno lo vide seduto sulla<br />

poltroncina bianca. Mentre camminava sul prato, cercò di avvicinarsi lentamente per trovare la<br />

parole giuste, l'animo giusto con cui affrontarlo e soprattutto un'espressione che non sottolineasse<br />

troppo l'agitazione che lo stava uccidendo.<br />

''Che vuoi?'' chiese Andrea con quella superficialità disarmante, che Giulio temeva di più.<br />

''Volevo parlarti, è da tanto che non lo facciamo.'' rispose comunque l'amico, con una parvenza<br />

sottile di serenità.<br />

''Se non hai di meglio da fare..'' rispose Andrea, mentre allontanava il suo sguardo verso il buio <strong>del</strong><br />

<strong>cielo</strong>.<br />

L'amico sprofondò sulla poltroncina chiedendosi cosa fosse giusto dire, cosa fosse giusto fare e se<br />

fosse giusto essere lì, mentre una brutta sensazione gli formicolava addosso.<br />

Rimase stupito, incredulo, inebetito. Era da tanto che non si parlavano, che non si vedevano.<br />

Ma che cosa è successo? Hai dimenticato? Ti ho fatto qualcosa? E' stata colpa mia? Parla!- pensò<br />

Giulio, rattristato da tutta la situazione.<br />

Quel silenzio lo rese vulnerabile, difronte alle sue emozioni che non riusciva a controllare, e gli<br />

sembrò di essere due estranei, che non avevano la necessità neanche di guardarsi.

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