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L'altra metà del cielo

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aveva un altrettanta facilità nel parlare, che tutto gli fluiva senza quasi pensare. Era davvero sincero<br />

quando diceva di voler solo capire e conoscere quel ragazzo che in classe era sempre così taciturno<br />

e dolcissimo, forse aveva sbagliato il modo, ma avrebbe compreso anche quello.<br />

Appena il loro amico uscì dal bagno lo dimostrò con una frase, che riscaldò tutta quell'atmosfera<br />

imbarazzante. ''Senti Antonio, non preoccuparti puoi stare qui quanto vuoi!''.<br />

L'amico sorrise dolcemente e ringraziò con semplici parole.<br />

Nonostante il fatto che avesse perso il suo fidanzato, la sua famiglia e la sua casa in poco meno di<br />

due giorni, quel ragazzo rimase se stesso, lucido e tranquillo. Quello che traspariva era il suo essere,<br />

convinto e fiero <strong>del</strong>la propria essenza. Non si lasciò disintegrare da quello che un'altra persona<br />

avrebbe chiamato il proprio fottutissimo destino infame. Ma Antonio reagì in modo diverso, pianse<br />

all'inizio e distrusse la propria anima, nei momenti vuoti, ma rialzò e fortificò se stesso ogni<br />

qualvolta era indispensabile.<br />

Rimase dolce, gentile, affabile e non si lasciò intimidire neanche da tutta quella gente, che quella<br />

sera, in discoteca, fissava il suo occhio nero. Era timidamente a suo agio tra quella moltitudine<br />

informe di corpi, che sotto quella musica assordante ballava e si contorceva, per sentirsi attraente.<br />

Giulio dal canto suo voleva scappare e diventare invisibile, diversamente da Andrea, che mentre<br />

ballava tra tutte quelle persone senza nome, osservava sempre e soprattutto il suo ragazzo che si era<br />

piantato al bar. Lo invitava a raggiungerlo con sguardi sensuali e supplichevoli, ma accorgendosi<br />

<strong>del</strong> fallimento di ogni suo tentativo, continuava a muoversi, in quella maniera dannatamente<br />

perfetta, solo per il piacere di essere guardato e desiderato dal suo ragazzo.<br />

''Perché non andiamo a ballare?'' chiese Antonio, vistosamente pronto.<br />

''Uuffh non mi va! Non mi piacciono le discoteche!'' rispose Giulio, non molto convinto <strong>del</strong>le sue<br />

parole. In realtà lui aspettava solo il momento di pazzia, l'attimo di menefreghismo più totale nei<br />

riguardi <strong>del</strong>la vergogna che lui provava per se stesso.<br />

Antonio lo tirò per un braccio e senza farsi pregare decise di lasciarsi andare, in fondo c'era così<br />

tanta gente e così poca luce pulsante che nessuno lo avrebbe notato.<br />

''Finalmente!'' gli urlò Andrea nell'orecchio, appena lo vide.<br />

Giulio iniziò a muoversi nella bruttissima sensazione di sentirsi un assoluto tronco che tentava di<br />

ballare su quel tunze tunze, che lui non considerava musica.<br />

''Vuoi che cambiamo padiglione?'' gli domandò il suo ragazzo. Lui voltandosi e guardando la<br />

disinvoltura di Antonio rispose, dicendo ''No! No! Rimaniamo qui!'' con la consapevolezza che era<br />

solo impacciato ma che in fondo stava bene.<br />

Dopo un po' persero di vista il loro amico, che si era allontanato con chissà chi a ballare e loro si<br />

ritrovarono a scatenarsi in una danza sfrenata e divertente. Sudarono, si divertirono, ballarono, si<br />

abbracciarono, mentre la stanchezza avanzava inesorabile.<br />

Dopo un'ora abbondante la mancanza <strong>del</strong> loro amico fu palese e preoccupante.<br />

''Non lo so dove può essere andato...'' disse Andrea, per rispondere allo sguardo interrogativo di<br />

Giulio. ''Comunque usciamo di qua, mi sono stancato!'' terminò.<br />

I due ragazzi si presero per mano e, mentre con molta difficoltà raggiungevano il bancone <strong>del</strong> bar,<br />

Andrea lo abbracciò da dietro, imitando il suo modo di camminare, per stargli il più vicino possibile<br />

e disse, quasi urlando ''Sei carino lo saii?''. ''Eh? Non ho capito niente..'' disse Giulio, assordato e<br />

accecato dalla situazione. ''Sei belloo!!'' ribadì Andrea.<br />

All'improvviso le luci scoppiarono, imitando vampate di fuoco, la musica cambiò e comparirono<br />

nuove immagini sugli schermi sparsi per il padiglione. Giulio quasi si spaventò, Andrea sorridendo<br />

dolcemente lo abbracciò più forte e camminando uniti e insieme, come a imitare un trenino, disse<br />

''Non ti spaventare, è solo l'atmosfera che è cambiata, ora finiamo nella dance music degli anni<br />

ottanta...meglio che ce ne andiamo!''.<br />

Il suo ragazzo scoppiò a ridere e disse, ad alta voce ''Si si è meglio!!''. ''Comunque...'' continuò<br />

''...anche tu sei bellissimo!''.<br />

Finalmente si trovavano in quell'atmosfera febbricitante di amore ed equilibrio, che rendeva anche<br />

un semplice sguardo.. speciale, eterno e difficile da dimenticare.<br />

Ormai erano loro due. Uniti. Complici. Innamorati. Amanti.

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