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L'altra metà del cielo

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Antonio abbassò lo sguardo e rispose di no, dicendo ''Forse non ho mai amato...così...''.<br />

Rimase con gli occhi bassi e capì di non poter fare niente per aiutarlo o consolarlo. Si sentì inutile e<br />

per consolare un dubbio che nella sua testa non poteva trovare alcun fondamento, chiese se lui e<br />

Giulio si fossero lasciati definitivamente.<br />

L'amico si rivestì velocemente e avvicinandosi alla finestra, disse ''Antonio ma non è solo questo.<br />

Magari da ieri sera questi sentimenti e stati d'animo si sono acutizzati ma il sentore di questo<br />

malessere c'era già. Avevo solo una fottutissima paura...''.<br />

''Di che cosa?''.<br />

''Che capitasse quello che è capitato ieri! Di vedere nei suoi occhi la perdita di quella fiducia che<br />

nutriva per me! Di <strong>del</strong>uderlo e... di perderlo!'' rispose Andrea. ''Ero così concentrato a nascondergli<br />

quella cosa che mi sono dimenticato di quello che veramente era importante per lui...La mia<br />

vicinanza e sincerità!''.<br />

Antonio a quelle parole si rattristò profondamente. Capì che lui aveva bisogno di sfogarsi e prima di<br />

lasciarlo continuare, disse brevemente ''Secondo me Giulio ti ama tanto.. magari vuole solo<br />

pensare.''.<br />

Andrea si prese la testa tra le mani e sforzando la voce, disse ''Ma io non me ne faccio niente di<br />

questa certezza! Possiamo pure amarci totalmente ma...ma io ho sbagliato e ora stiamo male!''.<br />

''Perché non lo chiami?'' chiese ingenuamente l'amico.<br />

''Non servirebbe a niente conoscendo Giulio, deve lasciare sbollire questa cosa da solo, altrimenti<br />

non mi ascolterebbe!'' rispose Andrea. ''Devo solo sopravvivere questi giorni al turbinio che ho<br />

dentro! Devo solo riuscire a guardare questo <strong>cielo</strong> e per ora non vedere l'orizzonte o la sua altra<br />

<strong>metà</strong>!''.<br />

Nella stanza calò un silenzio triste.<br />

Non parlarono per un po' di tempo ma quando Antonio si accorse <strong>del</strong>la sua fame, guardò l'ora e<br />

sollecitò l'amico a preparare qualcosa. Ma abbandonarono subito ogni intenzione di cucinare, un po'<br />

per mancanza di voglia, di esperienza e un po' perché in quel frigorifero mancava praticamente<br />

tutto. E fu allora che gli venne un idea. Antonio cacciò la sua mano in tasca e trovò il bigliettino di<br />

Mario. Chiese consiglio ad Andrea, che senza farselo ripetere due volte ordinò di chiamarlo e di<br />

farsi includere in qualunque cosa decidevano di fare.<br />

Per rispondere alla chiamata il giovane avvocato abbandonò la riunione, che stava tenendo, e decise<br />

con Antonio di incontrarsi a casa sua, verso le due.<br />

Andrea rimase incuriosito fino all'ultimo, immaginandosi quel ragazzo che nella sua testa non aveva<br />

un volto.<br />

Non riuscì ad immaginarsi niente, ripensando alle descrizioni <strong>del</strong>l'amico, e quando lo vide scendere<br />

da quella costosissima macchina esordì dicendo e quasi urlando ''Minchia! Ma quello non è un<br />

ragazzo! E' un uomo!'', allorché Antonio sorrise ironicamente, come qualcuno che consapevolmente<br />

aveva tralasciato un piccolo dettaglio, importante.<br />

Dibatterono un po' sulla sua età e Andrea fu quello che si avvicinò di più. Mario infatti aveva 34<br />

anni.<br />

Salirono nel suo appartamento e durante il pranzo, comprato da un costosissimo ristorante nelle<br />

vicinanze, l'avvocato raccontò di come aveva conosciuto Giulio e di quello che pensava <strong>del</strong>la<br />

situazione tra i due ragazzi.<br />

Loro tre parlarono per tutto il tempo. Andrea conservò le sue riserve nei riguardi di Mario, che però<br />

si dimostrò perfetto e disinvolto in qualunque tipo di discorso, e Antonio si lasciò andare in quella<br />

strana atmosfera amichevole, dove però aleggiava la mancanza di una presenza.<br />

La sua.<br />

Quella di Giulio.<br />

***

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